Caos. Guardatevi intorno. Altra farsa in Lega Pro. Ma del resto dopo quasi un anno e mezzo dall’eliminazione daiMondiali russi, anche con la nuova nomenclatura, dopo 4 mesi di teatrino su quante squadre dovevano giocare in serie B e in Lega Pro, non è successo assolutamente nulla. L’unica decisione salomonica che hanno preso i nuovi vertici federali (sempre gli stessi anche senza Tavecchio) quella sul format dei prossimi campionati di A, B e vecchia C.

Del resto, in questo calcio italiano c’è ancora qualcosa di cui meravigliarsi, in particolare in Lega Pro, dove quello che si è visto e successo negli scorsi anni? Domenica scorsa è andata in onda un’altra pagina disonorevole e irrazionale del calcio italiano, dalla A alla C.

Il Pro Piacenza, alla canna del gas per le disastrose condizioni economiche conosciute da lungo tempo visto che gli stipendi non vengono pagati – e visto che avevano già disertato tre gare – per non incappare nella quarta contro il Cuneo ed essere estromesso d’ufficio si è presentato a Cuneo con 7 baby (di cui uno entrato in ritardo per mancanza di documento)  e il massaggiatore, che ha giocato poco perché infortunatosi ed era nella lista, con un 2000 che ha fatto il capitano e l’allenatore.

A decidere tutto ciò non è stato il Presidente del Pro Piacenza Pannella (imprenditore e titolare  del marchio Seleco), sicuro che in questi giorni si possa risolvere la crisi dei piacentini, ma i Commissari della Lega Pro e della FIGC che hanno imposto di giocare  per non incorrere nella radiazione.

Lunedì invece il Giudice sportivo ha radiato il Pro Piacenza perché ha violato il principio di “lealtà” (sic !). Il termine lealtà nel mondo del calcio a livello professionistico dovrebbe essere eliminato dal vocabolario. Lealtà della Lega Pro e Figc che sconvolgerà il girone A della vecchia serie C assegnando i tre punti a tutte le squadre che hanno giocato con la Pro Piacenza in precedenza. Una beffa, altro che lealtà, per le squadre che hanno fatto punti con i rossi di Piacenza quando erano una squadra vera, un regalo ad Arezzo e Pro Patria che lottano per la promozione diretta o per i play off visto che avevano perso come tante altre squadre. Nella stessa giornata in cui il Piacenza veniva radiato, il Tribunale Federale nazionale ha affibbiato 8 punti di penalizzazione a Cuneo, Lucchese e stesso Pro Piacenza per le fideiussioni non sostituite.

Il Presidente della Lega Pro, Ghirelli, concorda con il Giudice Sportivo: “Non ci sarebbe stata questa giornata di vergogna se ci avessero dato ascolto sulle fideiussioni ad inizio campionato. Stiamo lavorando per le riforme, per evitare queste situazioni non c’era necessità di riforme”.

Basta, Signor Presidente, parlare di riforme! È una vergogna il solo pensiero che squadre hanno giocato la gara di ritorno e non quella dell’andata nell’attuale campionato dovrebbe far stare zitti tutti dopo il casino delle iscrizioni ai campionati dove era più importante fare numeri che controllare.

Il Cuneo ha vinto 20 a 0, ma non è una notizia. Una volta l’avrebbero risolta sia l’arbitro che i Dirigenti delle due squadre in altra maniera: bastava che un piacentino facesse due falli di fila beccarsi il rosso e la gara sarebbe finita. Il risultato di 20 a 0  avrebbe potuto inficiare i verdetti finali per la differenza reti e la classifica cannonieri manipolata. Tutto non è successo perché gli occhi vigili della FIGC e della Lega non lo avrebbero permesso. Tutto questo non è servito a nessuno e alla FIGC in particolare.

Il caso del Parma del 2015, non 50 anni fa, è uguale a quello del Piacenza e seguirlo dal di fuori è rivedere una il film dove una coppia, una famiglia, degli amici si litigano fino alle estreme conseguenze giocando allo scaricabarile con un epilogo inevitabile tra Pro Piacenza, tifosi piacentini, Figc, Lega Pro. Il tutto con l’aggiunta a breve della magistratura e della politica. Non si troveranno soluzioni, in linea con la politica italiana e quella della FIGC nazionale. Tutto continuerà a fare male al calcio italiano dalla A ai dilettanti.

Dopo la radiazione del Pro Piacenza e le penalità di punti in classifica e i ricorsi, il calcio continuerà a fare gola a tutti. Le Procure non si perderanno occasioni per aprire fascicoli e controlli di tutte le società, oltre chiedere carte e giustificazioni alla FIGC per l’ennesima iscrizione ad un campionato di una squadra senza averne le possibilità e con garanzie false. La speranza che non intervenga la politica, perché se interverrà farà più danni che benefici. Non solo alla causa del Pro Piacenza, ormai destinato ad appendere le scarpette bullonate al chiodo, ma anche a tutto il calcio italiano.