Bacàn d’a corda marsa d’aegua e de sä, che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na creuza de mä“. Questo verso è solamente uno dei tanti che la canzone “Creuza de Ma” scritta e arrangiata da Fabrizio De Andrè fa risuonare – o perlomeno faceva risuonare – all’interno dello stadio “Ferraris” prima delle gare interne del Genoa. Al termine “Bacàn“, il padrone della nave, si ispira anche l’attività di Umberto Montefiori, tifoso rossoblu che lavora nell’ambito dell’orologeria e che come motto ha coniato “l’ambizione di durare nel tempo”. Che per esteso, rapportata al Genoa, è una frase che calza perfettamente, se non fosse che il Genoa quest’ambizione la coltiva da 125 anni.

Sono passati tanti anni dalla prima partita di Umberto allo stadio, arrivata pregando papà di portarcelo, ma non passa l’amore per quei colori. Perché del Genoa e di quei colori ti innamori una volta e non te ne scordi più. Colori che sono presto diventati anche quelli dei quadranti e dei cinturini degli orologi di Bacàn, a sancire un legame indissolubile col tempo e con la storia. Contemporaneamente facendo la propria parte per il benessere del Pianeta.

Come divento genoano? Una gran bella domanda. Intanto in famiglia si è sempre respirato un animo genoano, manifestatosi sin da piccoli. Poi andare allo stadio con gli amici ha rafforzato ancora di più questa fede. Per il Genoa spero che ci sia in futuro un progetto un po’ più serio, con ambizioni come quelle che potrebbe avere un Sassuolo, per fare un esempio. La prima volta allo stadio? Avevo dieci anni. Ricordo che implorai mio padre di portarmi. Anche perché era un derby”. 

“All’inizio ho cominciato, come accade spesso, ad andare in Sud. Da lì vedevo la Gradinata come un palcoscenico incredibile. E il primo giorno in Nord (era un Genoa-Parma) è stato indimenticabile. Un ricordo? Indelebile il 3-0 di Milito nel derby. E proprio perché resta indelebile volevo tatuarmelo. Poi, però, non l’ho fatto…” 

“I quadranti rossi e blu dei nostri orologi fanno anche il bene del Pianeta? Esattamente. Abbiamo anche un modello tondo con combinazione in quadrante rosso e cinturino blu in corda. Ma in generale, abbiamo quattro progetti. Regalandosi un orologio col quadrante verde, ad esempio, chi lo acquista può decidere dove piantare un albero in una zona critica del Pianeta. Per il quadrante blu, invece, abbiamo un accordo con una ONG per ripulire gli oceani dalla plastica, che sappiamo essere problema ricorrente. Per il quadrante rosso, poi, abbiamo la possibilità di interfacciarci con un’altra ONG che si occupa di salvaguardia della barriera corallina”. Eh già, ci sono due colori magici e indelebili che fanno anche il bene del Pianeta Terra.