Juric e Genoa, no Paganini, devono ripetere la prestazione del derby. Già ieri abbiamo scritto di Juric, oggi in vista della trasferta al Grande Torino bisogna chiedere che il Vecchio Balordo sia solido in difesa, verticale e anche spiccatamente fisico.

Subito concentrati in campo e sfruttare l’handicap del Toro in queste 13 giornate di campionato: prendere gol nei primi 10’ di gioco con tutte le strategie tattiche pre-gara di Mazzarri mandate all’aria.

Juric e Murgita sulla Freccia rossoblu che porterà i Grifoni sotto la Mole dovranno ricordare che le uniche tre sconfitte in campionato il Torino le ha subite tra le mura amiche. Ci sono possibilità, se Criscito e compagnia hanno visto attentamente non l’ultima gara del Torino in Sardegna ma quella precedente casalinga con il Parma, e perciò dovranno essere bassi nel baricentro, quadrati e risoluti a conquistare subito il pallone cercando di vincere tutti i duelli, le seconde palle e lanciare i velocisti: Kouamè con le sue accelerazioni e Piatek centravanti vecchia maniera possono scornare il Toro.

Non sarà un disagio per il Grifone  affrontare  il Torino all’italiana o in contropiede, i rossoblu hanno fatto vedere nelle precedenti gare che è la migliore medicina e agitandola bene sono in grado di saper confezionare buone manovre in uscita.

Il Genoa di Juric sa attaccare in verticale ma anche con la ricerca di posizione numerica e qualitativa con un controllo del pallone che Juric sta cercando di insegnare con allenamenti specifici: si difende basso, compatti tra le linee, ma nelle fasi di transizione non ha rinunciato – pure con quelle in cima alla classifica – ad innescare meccanismi di pressing ultra offensivo cercando di trasformare il recupero alto in qualcosa di positivo.

Piatek, Kouamè, Bessa appaiono essere buoni interpreti di un calcio verticale e aggressivo. Criscito dietro guida la difesa che con Romero e Biraschi è anche arcigna. Se Piatek continuerà a realizzare gol pesanti, la speranza di tutti i Grifoni fuori e dentro nel campo di poter chiudere il girone di andata con più di 24 punti.

Contro il Torino in campo la strana coppia Sandro-Veloso dal primo minuto ? Al momento appare difficile perché entrambi non hanno l’autonomia fisica da sostenere una partita intera più recuperi. Possono coesistere? Può darsi di sì. Possono  essere complementari e i difetti di uno potrebbero essere  compensanti dall’altro: Veloso ha buone geometrie, piedi buoni, vede il gioco ma legge non al meglio le linee di passaggio avversarie e le più utili per lanciare il contropiede. Al contrario Sandro, che ha meno geometrie,  intercetta bene le linee di passaggio davanti alla difesa, difende fisicamente  e con il passaggio o transizione veloce di prima verso Veloso la squadra può avere vantaggi in fase offensiva, per di più se calibreranno i piedi nel passaggio a lunga gittata.

La formazione del Genoa contro il Torino  ci potremmo sbagliare ma dovrebbe essere la stessa che ha giocato con il Napoli e la Sampdoria.

Capitolo Torino. Granata al gran completo contro il Genoa domani pomeriggio. Recuperato Ansaldi rientrato lunedì a Cagliari dopo il lungo infortunio, rientra da squalifica Rincon, Baselli non più alle prese con la botta al ginocchio destro. A questi calciatori nuovamente disponibili bisogna aggiungere il nigeriano difensore Ola Aina proveniente dal Chelsea, l’altro coloured Koffi proveniente al Nantes, uno a destra e l’altro a sinistra che faranno di tutto per continuare a  portare via il posto a Moretti, quasi pronto ad appendere le scarpette al chiodo ,  Ansaldi e Berenguer.

Questa abbondanza farà ragionare  Mazzarri  sulla formazione da schierare e in particolare sul modulo o strategia tattica e qualsiasi  squadra messa in campo sarà l’ennesimo caso mediatico – anche quello più discusso tra i tifosi –  che si ripete al Filadelfia durante gli allenamenti dall’inizio del campionato come quando fu venduto Ljajic al Besiktas per fare spazio a Zaza, altro caso Lapadula, acquistato dal Valencia per 2 milioni di prestito e 12 di riscatto con contratto da 1.800 mila euro per 5 anni che gioca a singhiozzo, e Soriano dal Villareal levandone a Iago Falque.

In queste 13 giornate di campionato Mazzarri pur con l’arsenale davanti ha giocato sempre con il 3-5-2 in 7 gare con il 3-4-1-2 in due partite (vittoria casalinga con la Spal pareggio con la Fiorentina). Dietro i rumori della piazza con  il 3-4-2-1 per utilizzare tutti i possibili attaccanti e trequartisti con pareggio a Udine, con Rincon che ha perso il posto per il giovane Meitè francese  mdel Bordeaux, unica vittoria all’Olimpico piemontese  contro il Chievo di Ventura , pareggio sempre casalingo con il Bologna e sconfitta pesante contro il Parma prima della sosta per 3 a 1: tutti questi moduli con 1 oppure 2 trequartisti hanno sempre avuto un trambusto nelle sostituzioni durante la gara.

Il modulo più gradito a Mazzarri era, è e sarà il 3-5-2 dove la sostanza deve prevalere sulla tecnica e qualità: i 7 pareggi sono la foto della squadra che ne ha confezionati di più in campionato. Foto non gradita sotto la Mole.

3-5-2 in fase di possesso con gli esterni molto alti e larghi e centrocampisti pronti all’inserimento ; in fase di non possesso 5-3-2 con gli esterni che si abbassano sulla linea difensiva e con i centrocampisti in linea. I tre centrocampisti si scambiano spesso di posizione e Baselli è delegato a riempire l’area avversaria, davanti Belotti intoccabile.  Chi si addice di più al gioco del tecnico di San Vincenzo è Iago Falque che svaria sulle corsie laterali.

Il Torino cerca di costruire alto e utilizza i rinvii dal fondo con lanci lunghi nella zona di centro destra cercando la fisicità di Belotti. Se non disturbati da un pressing ultra offensivo  palleggiano con i tre difensori per cercare il passaggio giusto nella zona mediana del campo. Molto utilizzate le corsie laterali a coppie di calciatori pronte a sovrapporsi e crossare al  centro dell’area avversaria.

Le uniche certezze del Toro sono in difesa con Sirigu in porta, Izzo, N’koulou e attualmente Aina. A centrocampo gli unici sicuri di giocare sono De Silvestri e Baselli, mentre per tutti gli altri esterni di sinistra (Berenguer, Edera, Parigini , Ansaldi, Djidji) scampoli di partita come per Rincon, Meite e compagnia nel cuore del gioco.

Come giocherà domani contro il Genoa Mister Mazzarri al rientro in panchina dopo il malore di 15 giorni fa? Questa è una domanda che si pongono in molti a Torino tra gli addetti ai lavori e tifosi e qualcuno si porta avanti dicendo che se avrà visto il derby non considererà  il Grifone di seconda fascia e partirà con il 3-5-2 classico per poi cambiare come è successo tante volte in corso di gara non arrivando al gol. Tutto visto anche con il Cagliari lunedì sera scorso, operazione che dopo 13 giornate non ha favorito la rete con più attaccanti e trequartisti, anzi confusione come la convivenza tra Belotti e Zaza dentro l’area di rigore.

Torino-Genoa sarà diretta da Mariani  di Aprilia classe 1982. Il libero professionista, dopo la buona stagione dello scorso anno, poco al centro dell’attenzione mediatica, pur non dotato di un buon FEAT (fisico in particolare) da parte dell’Aia, ma di una buona intelligenza nell’applicare il regolamento in questi 5 mesi di campionato che portano alla sosta è uno dei candidati a prendere il posto di internazionale al posto degli uscenti Rocchi, Mazzoleni e Banti. Prima gara in serie A nel 2012. Sessanta gare in carriera nella massima divisione  con 23 rigori e 18 rossi nel tabellino. In stagione  cinque gare, mai Torino e Genoa. Con il Toro già 12 i gettoni di presenza con 8 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte; con il Grifone  4 direzioni (1 vittoria 1 pareggio 2 sconfitte). Primo assistente Carbone di Napoli, secondo Santoro di Catania, 4° Massimi di Termoli. Al VAR La Penna di Roma, all’AVAR Fiorito di Salerno. In diffida Bessa del Genoa, mentre nessuno del Torino. 


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