Le favole nel calcio durano poco. Robin Hood che levava ai ricchi e Davide che sconfiggeva Golia sono solo sogni di fine agosto. La Serie A, dopo 8 giornate, è come sempre spezzata in tre tronconi. L’exploit della SPAL, vincitrice 3 volte nelle prime quattro giornate di campionato, quello del Chievo (post sentenza salvatrice di soli 3 punti di penalizzazione) in casa della Roma, il Sassuolo che per un paio di giornate di campionato veniva messo in vetrina come anti-Juventus, sono tutte ritornate nel margine della classifica preventivato ad inizio campionato.

La sorpresa è la Dea di Gasperini, che annaspa in fondo alla classifica dopo aver fatto 7 reti in due gare all’inizio della stagione. Non può essere solo colpa dell’Europa League mancata. Gli investimenti pesanti negli stadi li può fare solo la Juventus. Dopo 8 giornate di campionato la classifica è tornata come era stata preventivata a Ferragosto.

La Juventus è a punteggio pieno, il Napoli ha perso solo con Madama e Sampdoria, il fattore Ancelotti funziona anche sotto il Vesuvio: era solo questione di tempo. L’Inter con 4 vittorie consecutive anche con poco gioco, la Lazio vince con squadre di seconda e terza fascia ma perde con Juventus, Napoli e Roma, che si giocano la Champions. Mancano all’appello la Roma e il Milan.

In Zona Europa c’è anche la Samp, la cui foto non immaginaria è Giampaolo, un mastro Geppetto che trasforma Pinocchio in giocatori attraverso il gioco. La Roma di Di Francesco è partita male ma si è ripresa grazie al derby della Capitale, la Fiorentina di Pioli un Giglio al Franchi che sfiorisce in trasferta. Beata gioventù da crescere.

È corta la classifica per giocarsi l’Europa League, con 8 squadre in 2 punti: Samp, Roma, Fiorentina, Sassuolo, Parma, Torino, Milan e Genoa.

Il Parma è la sorpresa, a conferma che con il suo gioco all’italiana, catenaccio e contropiede con 6 azioni e 6 tiri in 8 gare, si può risalire la classifica. Il Sassuolo alla Pep Guardiola, senza Messi deve imparare a difendersi;  il Torino di Mazzarri, il talebano tattico, e il Milan di Gattuso, che vince solo grazie ad Higuain e Suso, sono le delusioni a quota 12 punti. Gli stessi del Genoa di Ballardini, con il capocannoniere del campionato Piatek.

Nel terzo troncone di classifica ci sono il Cagliari con 9 punti, rifocillato sull’isola dai tortellini di Pippo Inzaghi e il Bologna nell’ultima giornata, una SPAL che gioca anche bene ma perde rispetto all’inizio di campionato, l’Udinese dell’unico allenatore straniero (per di più spagnolo) che anche in casa preferisce il motto italiano “primo non prenderle”. Del Bologna che aspetta Palacio come Messi, CR7, Neymar: segna poco e subisce tanto. Dell’Atalanta di Gasperini: a Bergamo sperano che G&G rifaccia il miracolo, come quando perse per 5 giornate consecutive e dopo non si fermò più fino all’Europa.

In fondo alla classifica sembrano già esserci già sentenze. L’Empoli con 5 punti non si spaventa, abituato all’ascensore e al paracadute dalla A alla B. Il Frosinone anche con lo Stadio nuovo ha portato a casa solo un pareggio e 7 sconfitte, 3 gol fatti 21 subiti: è sulla strada del Benevento dello scorso anno. Il Chievo, sotto zero con penalizzazione, solamente con 2 pareggi. E’ arrivato Ventura e ha già parlato di salvezza come una “libidine” dimenticandosi che su ogni campo dovrà portarsi il fardello svedese.

Non sarà nuovamente un bel campionato visto che la Juventus ha conquistato più punti delle ultime 5 in classifica. In questa stagione il problema di tanti allenatori, compreso Massimiliano Allegri, sarà quello di far convivere il doppio centravanti come pretendono ai fini del calciomercato molti presidenti. Il quadro della Serie A dopo 8 giornate, nei tre tronconi della classifica, non è di un pittore visto il gioco espresso anche senza italiani in campo nei ruoli strategici. Solo un cerchio disegnato da singoli calciatori di qualità e di classe.  Anche dal VAR.

L’autunno del calcio italiano lo ha designato Mancini e la Nazionale di calcio non facendo cadere le foglie morte pronosticate ma facendole fiorire come in Primavera, attraverso il gioco, finendo finire un digiuno attraverso la fame di tutti gli azzurri  bravi a cancellare l’onta della Lega B. La sera dei miracoli polacca non deve fare sognare allenatori, giocatori ed anche giornalisti e cronisti che raccontano l’azzurro del pallone. Da lunedì scorso per il calcio italiano guardare indietro è inutile, riparte il campionato e il pensiero di tutti diventerà per il Derby della Madonnina, il possibile record di vittorie della Juventus, non più chi sarà l’anti Madama. Se Mancini ha pitturato la Primavera, domenica prossima con le votazione in FIGC è arrivato il momento, da parte dei soliti dirigenti, di cancellare l’Inferno del calcio italiano che arriva molto prima della sconfitta svedese e la  mancata partecipazione ai mondiali russi, facendo e mettendo in atto riforme serie da subito.


Biraghi salva l’Italia dalla retrocessione. Mancini: “Serve tempo, non ci sono maghi”