Altra partita, altro record. Krzysztof Piątek è andato a segno per la settima volta consecutiva in questa stagione di Serie A raggiungendo Guglielmo Trevisan, che il 21 febbraio 1943 (al minuto 46′) segnava la sua settima rete di fila indossando la maglia rossoblu, sconfiggendo l’Atalanta e portando il Genoa al quinto posto. Un quinto posto che avrebbe però portato l’allenatore Viola ad abbandonare la causa rossoblu ingiustificatamente, come riportano le cronache dell’epoca, e condotto ancor una volta Ottavio Barbieri alla guida del Grifone. Storia e fatti che si mischiano con la pura gioia del gol. Trevisan in quel filotto di segnature nella stagione 1942/43 mise insieme 8 reti, mentre Piatek ne può vantare una in più (9).

Oltretutto, la marcatura segnata dal centravanti polacco coincide con la rete numero 2200 del Genoa in Serie A, traguardo speciale che rinnova e riporta in auge la lunga, gloriosa storia del Genoa Cricket and Football Club.

Contro la Juventus, complicatissimo impegno alla ripresa del campionato il prossimo 20 ottobre, Piatek avrà la possibilità di agganciare un altro recordman della storia genoana: Bruno Ispiro. Nella stagione 1941/42 segnò dieci reti, frutto di 8 gare consecutive in gol.

Per rendere l’idea di quanti anni di storia siano passati fra le gesta del Genoa di Trevisan e quelle del Genoa di Piatek, riportiamo un emblematico passaggio dal libro “Ciao Genoa, cent’anni di storia rossoblu“:

In un clima apocalittico si svolge il campionato 1942/43, un campionato portato a compimento quasi per puntiglio e anche per distrarre tanti cittadini dai pensieri funesti della guerra, dei bombardamenti, della fame […]. Lo scudetto va meritatamente al Torino, primo ad una lunghezza dal Livorno, vera sorpresa del campionato. Il Genoa è quinto; avrebbe potuto benissimo risalire almeno due posti se non avesse gettato al vento quattro punti perdendo a Marassi  contro Roma, Juventus e Fiorentina. Però i grifoni sono sempre fra i primi, purtroppo ultimo canto del cigno; si distinguono per il cumulo di reti all’attivo (sensibile però anche quello delle reti al passivo) e per un magnifico gioco offensivo con la linea da piccolo “wunderteam” (nome dato alla nazionale austriaca degli anni Trenta, considerata fra le più forti dell’epoca, ndr) formata da Neri, Trevisan, Ispiro, Bertoni, Conti“.


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