Riparte la stagione del Genoa, sul campo ma con il cuore e la testa ancora alla tragedia di martedì 14 agosto. L’iniziativa della tifoseria organizzata rossoblu farà da contorno ai primi 43′ minuti della sfida tra Genoa ed Empoli. Ci siamo fatti raccontare l’Empoli da Luca Calamai, firma de La Gazzetta dello Sport, che aveva seguito la truppa di Andreazzoli all’esordio contro il Cagliari.

Dove iniziavano i meriti dell’Empoli e dove finivano i demeriti del Cagliari nella vittoria di domenica scorsa da parte dei toscani? 

“Il Cagliari molto male, ma sarebbe un errore pensare che nella bilancia sia stata prevalente, per quella partita, la mediocrità sarda anziché i meriti di un Empoli che nel suo piccolo è, per l’appunto, un piccolo gioiello. Ha una sua idea tattica, un suo modo di vivere le partite. E soprattutto viene da un campionato di Serie B vinto con numeri da record. E non è un caso: la storia dei campionati, in tutte le categorie, insegna che chi arriva vincendo comincia le stagioni successive con un’autostima e una sicurezza importanti. Se poi all’interno di un gruppo storico, rappresentato dal tecnico Andreazzoli, si inseriscono giocatori d’esperienza come Acquah, Antonelli o Silvestre che si inseriscono bene in questo contesto di ragazzini impertinenti ma di grande qualità, allora dico che in questo primo mese e mezzo di campionato l’Empoli non sarà magari un mostro ma sicuramente sarà un avversario temibile”.

Cos’è cambiato dall’Empoli dell’anno scorso a quello presentatosi domenica scorsa?

Come idea è cambiato pochissimo: resta quella di vincere facendo un gol in più degli avversari. E ciò genera un atteggiamento estremamente aggressivo, col rischio – alzandosi il livello delle avversarie – di faticare a trovare un giusto equilibrio nella fase difensiva. In Serie B l’Empoli giocava quasi uomo contro uomo, portando addirittura 6/7 uomini nella fase d’attacco. Ora in Serie A c’è un minimo in più d’attenzione, ma l’idea resta quella: fare la partita, mettervi capacità di attaccare con più uomini, marchio di fabbrica di Andreazzoli che cercherà di riproporre in Serie A. Ho visto anche la partita di Coppa Italia col Cittadella dove la squadra non era concentrata. Lo schiaffo è servito perché ha rimesso tutti nella giusta concentrazione. Adesso c’è molta curiosità per questa seconda sfida col Genoa, avversaria di livello superiore che affronterà in trasferta. Sarà un momento di ulteriore verifica”.

Che difetti può avere questo Empoli?

“Lascia qualcosa nella fase difensiva, perché l’alta aggressività può portare a qualche difficoltà. In difesa ci sono buoni ed interessanti giocatori, ma non certo dei mostri. Non ci sono gioielli. Zajc è importante, ma secondo me è più importante la capacità di Krunic e Acquah di creare superiorità numerica, in situazioni di contropiede, arrivando a rimorchio attraverso delle incursioni. Zajc dà poi l’ultima qualità, ma il segreto è un centrocampo che con Capezzi, quello tatticamente più attento, diviene equilibrato. Ripeto: stiamo parlando sempre dell’Empoli, non del Real Madrid o della Juventus. Resta però una squadra organizzata che, grazie anche alla vittoria col Cagliari, ha preso quella fiducia che per le neopromosse è determinante: la fiducia di poter fare la propria parte anche in un campionato superiore”.

Dopo tanti anni tornano in Serie A tre neo promosse che già conoscono la categoria: la lotta salvezza sarà più complicata e il campionato reso più frizzante?

“Sicuramente sì. In chiave salvezza, vedremo poi come si svilupperà il campionato e come si svilupperà la vicenda sui provvedimenti per il Chievo, che in condizioni normali ha qualcosa in più. Se fosse penalizzato, questo vantaggio di partenza potrebbe essere diverso. Il Parma non l’ho visto, ma di queste squadre quella partita con l’idea tattica più chiara mi sembra l’Empoli. E del resto in Serie B ha stravinto: significa che era già più forte delle altre. Penso che le squadre di media classifica dovranno stare molto attente, soprattutto all’inizio, perché non vedo tre retrocessioni già scritte. Portandosi dietro il Parma una lunga tradizione e il Frosinone non volendo ripetere gli errori di anni fa, vedo anzi la possibilità che vi siano più equilibrio e maggiori difficoltà per le formazioni che di solito sulla carta risultavano più forti”. 

QUI L’AUDIO CON LE PAROLE DI LUCA CALAMAI (GAZZETTA DELLO SPORT)