Sono passati sette mesi e in Federazione calcio non si è partorito nulla, con i Commissari come ostetrici. Dallo scorso febbraio Il Commissario della Federazione Giuoco Calcio è un uomo del CONI.

Un fatto grave che l’espressione e il comando dello sport italiano non riescano a gestire una federazione calcio potente solo quando ci sono da iscrivere le squadre al campionato con particolare attenzione, giustamente, alle garanzie che le società offrono al momento dell’iscrizione ai campionati con parametri più restringenti, riduzione di debiti e nessuna deroga.

Dopo l’effetto euro incassati tutto all’aria anche con l’aiuto di Costacurta e Angelo Clarizia. Nulla è successo infatti per attivare i Centri federali territoriali, per cercare di valorizzare i giovani e per raggiungere la grande utopia di riformare i campionati con la condivisione di tutte le leghe. Unica operazione riuscita a suon di denari la nomina del Commissario tecnico della Nazionale.

In questo mese di agosto afoso Fabbricini ha perso la tranquillità e la sua sicurezza invernale di viaggiare in acque non agitate: giorno dopo giorno sparisce con i “no” di tutte le leghe ad ogni sua proposta.

Sarà difficile che entro febbraio Fabbricini e Malagò riescano a traghettare la FIGC con nuove elezioni verso un diverso Regolamento, far saltare le poltrone di Lega dilettanti, Lega Pro, Serie B e serie A.

Arriverà  solamente un altro Presidente con le vecchie regole e sarà eletto dagli stessi noti che non hanno mai riformato il calcio italiano. Nessuno nella Figc mette da parte interessi  particolari: non solo di Lega ma anche personali.

La sconfitta contro la Svezia e la mancata partecipazione ai Mondiali russi ormai sono solo una barzelletta rispetto alla voglia di dare credibilità al calcio italiano. I processi fantozziani per Chievo e Parma mentre fallivano Bari e compagnia ne sono la conferma: anche la Giustizia Federale non esiste più. Anzi, la sua lentezza con lo spostamento del processo al Chievo il 12 settembre rischia di invalidare anche la serie A se dovessero dare la stessa pena data al Cesena di 15 punti pure ai clivensi.

Vergogna, imbarazzo, disagio per quello che sta succedendo in Lega Prof con il campionato che rischia di saltare. Non succederà: troppi i calciatori a spasso.

Nulla è stato condiviso in sette mesi tra le varie Leghe con aggiunta delle associazioni di arbitri, allenatori e calciatori. Adesso c’è di mezzo anche la politica e ci vorranno diktat precisi: tutti dovranno uscire dal calcio italiano e non farlo apparire  come  un sacrificio. Fuori dai palloni i soliti tromboni.

Tutti devono vergognarsi vedendo sparire dal calcio italiano e piazze storiche per il guaio che hanno creato all’intero movimento calcistico italiano. Fallito anche il progetto delle seconde squadre o squadre di riserva. La volontà delle seconde squadre di serie A è svanita come la neve al sole: la Juventus unica iscritta. Riforma che si è tentato di fare senza meccanismi, tempistiche, impianti e il periodo o il giorno in cui giocarsi il campionato, con lostep più  difficile da superare e digerire per Lega C e B sulla possibilità di promozione delle  squadre riserve.

Altra barzelletta, la Juventus 2 che gioca ad Alessandria con i tifosi grigi in rivolta che non vogliono farla giocare al “Moccagatta” e minacciano manifestazioni di protesta ad ogni gara casalinga dei bianconeri bis.

Lo avevamo scritto che il campionato delle seconde squadre difficilmente sarebbe venuto alla Luce cercando di scavalcare le Leghe inferiori del calcio. C’è la possibilità di dare una svolta con i Campionati Primavera dal momento che con la nuova formula si possono crescere e valorizzare giovani.

Bisogna ripetere: basterebbe giocarlo in un giorno diverso dai campionati e dalle Coppe per attirare pubblico e diritti Tv per euro che dovrebbero servire non solamente a crescere giovani, ma creare nuove strutture.

Vergogna quando i giovani fanno risultati e i dirigenti federali salgono sui cavalli bianchi di Under 19 e 17 per poi dimenticarsene fino alle prossime competizioni europee, se faranno risultati.

La vergogna però non è solo per la Dirigenza ai box della Figc o della Lega di Serie A, ma anche per i media sportivi nazionali che ormai sono solo impegnati a valorizzare l’ingaggio di Ronaldo. Tra qualche giorno ci verranno raccontate anche le sue abitudini fisiologiche.

La verità nel calcio è una menzogna che resiste.