La prima stagione sotto la guida di Luciano Spalletti è stata per l’Inter indubbiamente positiva: la scoperta di Milan Škriniar come baluardo della difesa, la crescita di Brozović e la conferma di Perisic – grande protagonista anche al Mondiale – il titolo di capocannoniere del capitano Mauro Icardi. Soprattutto, la conquista dell’importantissimo quarto posto in Campionato, che significa accesso diretto alla fase a gironi della Champions 2018-19.

Nell’estate in cui la Juventus piazza il colpo del secolo – l’arrivo di Cristiano Ronaldo – con il chiaro intento di dare l’assalto proprio alla Coppa dalle grandi orecchie, l’Inter non è certo rimasta a guardare, sviluppando un mercato di altissimo profilo e grande intelligenza. De Vrij a parametro zero dalla Lazio, il ninja Nainggolan dalla Roma, AsamoahVrsaljko per sistemare le corsie laterali, il probabile approdo di Keita Balde – uno che è quasi offensivo definire rincalzo – fanno della rosa a disposizione di Spalletti forse la più seria antagonista dei bianconeri. Se poi dovesse concretizzarsi il sogno Modric, il sorpasso nei confronti del Napoli sarebbe quasi inconfutabile.

Tra i volti nuovi di questa estate ce n’è però uno che più di tutti sembra aver fatto breccia nel cuore dei tifosi: Lautaro Martínez. Classe ’97, originario di Bahía Blanca – città natale di un fuoriclasse della palla a spicchi, Manu Ginobili – è soprannominato El Toro, indosserà la maglia numero 10. Proviene dal Racing Club de Avellaneda, dove ha messo a segno 26 reti in 58 apparizioni tra Primera División e Copa Libertadores: il Racing è la squadra che ha formato l’uomo del Triplete nerazzurro, il Principe Diego Milito: non un biglietto da visita qualsiasi…

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Lautaro Martínez sembra nato per fare gol. A discapito di misure normali – è alto 174 cm per 72 kg – mostra una potenza straripante, che utilizza per reggere i contrasti con i difensori, unita a grande mobilità e abilità nel gioco aereo. Destro naturale, anche se non disdegna conclusioni con il sinistro, è dotato di un calcio rapido e potente. Nel campionato argentino, ha tenuto una media tiri a partita superiore a 4. Per arrivare al tiro, ama partire dalla corsia laterale per accentrarsi, oppure da una posizione centrale – sfidando fisicamente o in dribbling da fantasista il proprio marcatore. 

Di lui si dice sia un ottimo professionista: per prepararsi all’impatto con il calcio europeo, si fa seguire da tempo da un nutrizionista. Arrivato come vice-Icardi, questo ruolo potrebbe in realtà durare poco. Spalletti, nelle amichevoli precampionato, lo sta provando spesso al fianco del capitano. Il tecnico di Certaldo studia inoltre nuove variabili tattiche: Lautaro può agire alle spalle della punta – vicino a Nainggolan – in un 3-4-2-1,o in tandem con Maurito in un 3-5-2. Serviranno certamente pazienza e grande lavoro, perchè la Serie A sa essere un giudice molto severo, ma il Toro vuole dire la sua in questa – finalmente – ambiziosa Inter.