Continua la musica di Ballardini che in ogni gara amichevole cerca di intonarla sempre di più. Al Balla piacerebbe fare del rock, in questo momento però è difficile e deve battere il suo tempo per fottere la sfiga.

Anche contro l’Albissola era ai box buona parte della qualità: Biraschi, Romulo, Medeiros, Bessa, Sandro. La musica del Genoa in tutte queste sette amichevoli non è stata istintiva, eccetto per Pandev e Medeiros, ma semplice e pratica puntando al gioco attraverso i principi che il tecnico e il suo staff in ogni allenamento cercano di far crescere.

Gli strumenti non sono stati accordati come nei precedenti incontri tra il primo e il secondo tempo. I tenori sono Pandev e Piatek. Il primo gol del polacco contro i ceramisti è l’icona del calcio: alzata di testa di Pandev sulla corsia di destra, pennellata di cross sulla testa di Piatek abile a smarcarsi nello spazio luce lasciando sul posto lo stopper che lo  marcava arcignamente.

Il test contro l’Albissola sulla carta non era facile anche se i ceramisti venivano da una sconfitta per 6 a 0 contro la Pro Vercelli. Test non facile per i carichi di lavoro, anche quelli del mattino. La frescura di Bardonecchia, anche al sole con clima secco, non ha abbassato i ritmi.

L’Albissola e il suo tecnico Fossati dovranno lavorare molto in entrambe le fasi di gioco, anche per loro assenze importanti. I ceramisti dello scorso anno, specialmente in attacco, sembravano più pimpanti indipendentemente dalle reti realizzate.

Tornando al Vecchio Balordo si può affermare – il vero giudice sarà il campionato – che non sia più nella culla dopo quasi un mese di lavoro. Sta crescendo senza i pezzi da 90 in infermeria e crescerà con quelli che stanno arrivando. Continua a giocare a fisarmonica, sfrutta le corsie laterali per far giocare al meglio un centrocampo senza metronomo. Tattica collettiva, squadra corta, rapidità nei cambi gioco e ripartenze.

La differenza tra il gioco dei primi tempi e i secondi lascia sempre in stand by le prestazioni di Lapadula e Spinelli. Nel secondo tempo un solo bagliore di Omeonga con il lancio in profondità per Kouamé, che cresce bene anche fisicamente avendo forza. Un lancio che è stato tramutato in gol.

Piatek non è più una meteora nel cielo genoano illuminato dalle giocate di Pandev, che sopperisce alla manca del play maker. Lapadula e Spinelli contro l’Albissola, come nelle precedenti gare, lodabili per la buona volontà, la grinta, la voglia di impegnarsi e giocare con pochi – o quasi senza – palloni giocabili per giudicarli da bomber o attaccanti.

La partita di Bardonecchia ha ridato al Genoa, nell’ordine: Marchetti, il cui unico intervento di pugno in mischia su un pallone inattivo avversario; Criscito, pasta da Capitano ma non come la pubblicità del dentifricio perché con quella bocca può dire ciò che vuole ma con i piedi o le gambe imballate è sempre in grado di dare del Tu al pallone e al gioco. Criscito con tre coperture con controllo e mantenimento di posizione nei confronti dei compagni della difesa, nella seconda parte della gara ha timbrato il cartellino della qualità. 

Poi c’è stato il ritorno di Hilijemark quasi in forma dopo gli allenamenti mondiali. Ha debuttato Rolon. Ballardini lo ha utilizzato nelle due frazioni a tempo pieno. L’argentino nel primo, sempre chiamato al fianco dello svedese, si è visto poco, mentre nel secondo tempo al fianco di Omoenga ha provato a prendere in mano del redini del centrocampo. Difficile da giudicare dopo questi 90’ di gioco. Non gli mancano la “garra” e neanche la parola nel cercare di farsi vedere nel gioco.

Il 3-4-3 o 3-4-1-2 di Ballardini visto nelle 7 amichevoli ha funzionato bene nei tre difensori centrali che marcano a zona. Nel mezzo coi quattro centrocampisti è mancato quello difensivo o metronomo con compiti di regia, mentre i due mediani laterali o esterni hanno funzionato come Pandev o Medeiros trequartisti. 

Il sistema sulla carta dovrebbe essere prevalentemente offensivo, quello visto in tutti i primi tempi giocati sfruttando  al meglio il fronte d’attacco assicurando una adeguata copertura sulle corsie laterali. La differenza tra il Genoa dei primi e secondi tempi, oltre alla differenza nel fare gol e cercare la porta, è stata un’altra: il gioco dei centrocampisti. Centrocampisti dal cui comportamento dipende un carattere  prevalentemente offensivo o difensivo.

Con il rientro degli infortunati di qualità , Criscito a pieno regime, Sandro sempre ai box con la speranza di vederlo correre la prossima settimana al Pio Signorini o al Riattiva e gli arrivi già programmati di Preziosi dal calciomercato (Lisandro Lopez oggi e Favilli la prossima settimana) la musica cambierà nel pentagramma rossoblu ma non bisognerà dimenticarsi delle note che Ballardini e il suo staff hanno accordato in questo mese di lavoro in montagna.

Con Lisandro Lopez, altro centrale di struttura come Spolli, si potrà rinverdire il 4-3-1-2 icona di successi del passato?

Di qua al 19 agosto prima giornata di campionato al Genoa dovranno riflettere se occorrerà un altro centrocampista di qualità, non per rimpolpare la rosa ma gli infortuni.

Il lavoro non facile di Perinetti e Donatelli continua a Pegli. Dovranno continuare a sfoltire l’organigramma e provare a non rimetterci. Ad aiutarli al Pio Signorini con i fuori rosa il lavoro tecnico di Chiappino e quello atletico di Rocco Manganaro che lo scorso anno ha riportato al calcio, dopo un mese da esodato, Taarabt.

Da domani si alza lo step della gare, si incomincia dalla prima contro il Montpellier. Buoncalcioatutti ci sarà, a seguire qualche altra amichevole nostrana, poi finalmente Coppa Italia e Campionato.