A prendere la parola per primo, dopo aver applaudito uno ad uno i suoi calciatori e consolato chi si era lasciato andare dopo la sconfitta di quest’oggi contro l’Atalanta, è stato il tecnico del Genoa Under 17, Luca Chiappino. Quello stesso Luca Chiappino che proprio ieri festeggiava l’anniversario della vittoria del titolo italiano col Genoa Primavera che fu di Perin, Cofie, El Shaarawy. Ecco cosa ha raccontato ai nostri microfoni, rimarcando un importante concetto: quello di genoanità.

Un Genoa che ce l’ha messa tutta. Un suo parere su questa gara?

È andata come pensavamo dovesse andare. Loro ad iniziare forte e cercare di creare subito occasioni per fare almeno un gol; noi non a difendere ma ribattere colpo su colpo: dovevamo del resto fare almeno un gol per provare a passare. Il rammarico è che abbiamo preso gol in una situazione abbastanza banale e che abbiamo creato anche tanto per cercare di pareggiare la partita. Siamo stati un pizzico sfortunati noi e, nell’economia delle due partite, un po’ fortunati loro, che rimangono però una squadra forte. Alla fine la partita nei due turni è finita 3-3 e noi usciamo avendo fatto una bellissima figura. Ragionando a freddo, penso che avremmo meritato noi. Se siamo bravi, queste sono sconfitte che fanno crescere“.

C’è più soddisfazione per il percorso fatto che non rammarico per questa sconfitta. Questo gruppo in tre anni ha fatto due semifinali con Milan, poi diventato campione italiano, e Atalanta e perso un quarto di finale oggi contro una formazione che andrà a giocarsi il titolo. Ci sarebbe stato rammarico se la partita non l’avessimo giocata. E invece ce la siamo giocata anche nel secondo tempo, sapendo di poter concedere qualche contropiede. All’ultimo minuto un salvataggio sulla linea e un tiro fuori di pochissimo: era un segnale che dovesse andare così“.

In una recente intervista ha parlato di genoanità, anche relativamente a questa Under 17. Non è arrivato un trofeo, ma forse va ancora una volta sottolineata…

Nel momento in cui arrivano anche i trofei è ovviamente la chiusura di un cerchio perché abbini crescita e valorizzazione dei giocatori a titoli sportivi. Ed è il massimo. Il nostro titolo sportivo, la nostra vittoria è quella di portare ragazzi in Primavera e a fare i professionisti. Il nostro titolo è portare ragazzi in giro per l’Italia che siano riconoscibili, che si riconosca che sono ragazzi cresciuti nel Genoa e che vengono fuori da un settore giovanile con determinati connotati. Quindi parlerei di missione compiuta“.

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