Attenzione a sottovalutare il penultimo ostacolo di campionato perché esattamente un girone fa, alla 18esima giornata, al Ferraris furono necessari 95 minuti per marcare una rete alla matricola Benevento: 48, recupero incluso, nella prima frazione, cui dobbiamo aggiungere 47 dei cinquanta giocati nella ripresa. Il gol che sancì il definitivo 1-0 arrivò nel recupero e soltanto su calcio di rigore trasformato da Lapadula. Ma non è tutto.

Se prendiamo in considerazione la classifica dalla 20esima giornata in poi, vale a dire dal girone di ritorno, il Benevento non solo non è più il fanalino di coda della Serie A, ma oltre che essere in piena lotta salvezza oggi, con 4 squadre alle spalle, sarebbe virtualmente salvo. E il Genoa?

Come più volte ripetuto, dal giro di boa in poi i punti raccolti ammontano a 23, per intenderci gli stessi di un’Inter che lotta per un posto nella Champions League 2018/2019. In classifica i rossoblù sarebbero noni, a pari merito con i cugini blucerchiati, ma davanti a quest’ultimi per una migliore differenza reti.

I numeri che accompagnano la sfida del “Vigorito” non finisco qui. Il Benevento si presenterà infatti, oltre che già retrocesso, anche come ultima squadra per clean sheet, con soli tre match chiusi a porta inviolata. Benevento però primo nella classifica delle cooperative del gol, con ben 16 giocatori mandati in gol.

Genoa che dopo il centro di Lapadula nel match contro la Fiorentina rappresenta la terza forza del campionato per gol ricavati da giocatori subentrati, oltre ad essere quarta miglior difesa da trasferta (15 gol subiti) ma anche peggior attacco, con 10 centri (gli stessi dei sanniti lontano da casa).

I giallorossi di mister De Zerbi, con una differenza pari a -10, risultano il club con la peggior differenza fra penalty a favore (3) e contro (13).