Nicola Cecere, firma de La Gazzetta dello Sport, segue da vicino le due formazioni di Verona, entrambe incorse in una stagione tutt’altro che positiva e invischiate nella lotta per la salvezza. Domani l’Hellas, alla ricerca di punti salvezza, affronterà il Genoa al “Ferraris” dopo il KO interno subito per mano del Sassuolo. Ci siamo fatti raccontare qualcosa in più su come arriveranno gli scaligeri.

Nella sconfitta col Sassuolo, che Verona si è visto? Che gara è stata?

Se fossi un tifoso del Verona sarei disperato alla luce di questa partita e mi sentirei già in Serie B. L’Hellas ha fatto un tiro in porta al sesto minuto con Zuculini: ha trovato una prodezza di Consigli che ha avuto una reattività straordinaria visto che il tiro era da pochi metri e ben scoccato. Poi il Verona davanti è scomparso: non ha più prodotto nulla. Tanta buona volontà e applicazione, voglia di lottare e corsa, però manovre d’attacco zero. A quel punto il Sassuolo ha vinto meritatamente avendo costruito di più, essendo stato più pericoloso ed essendo stato più squadra. In questa fase del campionato influisce molto anche la tranquillità dei nervi: il Sassuolo aveva un vantaggio importante e ha potuto giocare con la forza dei nervi distesi.

Quello del Verona è un problema soprattutto difensivo, avendo subito tanti gol in casa e avendo disputato gare più gagliarde in trasferta?

In casa sono spinti ad attaccare da un pubblico che resta eccezionale e si sbilanciano, lasciando la difesa meno protetta. Ma la tragedia difensiva dell’Hellas quest’anno è stata Hertaux, un giocatore completamente sparito col Sassuolo in panchina come in tante altre circostanze. Pecchia ha dovuto così fare degli spostamenti, alcuni strani come quello di Fares a centrocampo: ha fatto tutta la stagione come esterno, più terzino che ala. 

Anche l’attacco è di una sterilità evidente. Cerci è l’ombra del giocatore conosciuto in passato. Valoti non si sa cosa sia. L’unica cosa positiva della serata col Sassuolo è stato l’esordio del classe ’99 Danzi, un regista che si è fatto luce nelle giovanili italiane. Pecchia lo ha coraggiosamente lanciato in mezzo al campo in una partita tragica reagendo molto bene: è stata l’unica nota positiva di una serata da dimenticare.

C’è qualche idea sulla formazione che scenderà in campo lunedì?

Innanzitutto Pecchia deve decidere chi mettere centravanti: perché se decide di confermare Fares, allora deve confermare Souprayen terzino sinistro. E non è il massimo. Andando a rivedere il gol subito col Sassuolo, c’è la “papera” del portiere ma una squadra che lotta per salvarsi in quel frangente deve proteggere in uscita il suo portiere. Chi si disinteressa completamente di Lemos, al quale poco prima era affiancato, è proprio Souprayen, che poteva tentare di contrastarlo. Questo è indice di una scarsa concentrazione: io che mi sto giocando la salvezza prevedo tutto, anche che il mio portiere possa incorrere in quella situazione in un errore.

C’è un pregio che, in una stagione travagliata come quella attuale, possiamo trovare in questo Hellas Verona?

Probabilmente che giocano meglio in trasferta. Si sentono anche più sollevati dal momento che la gente del “Bentegodi” li contesta e li fischia. In trasferta così si sentono meglio e si esprimono meglio. Domani, mentre il Genoa è assolutamente tranquillo, il Verona dovrà fare una partita assolutamente energica, fisica: questo ad una squadra appagata che ha già raggiunto il suo obiettivo potrebbe dare fastidio.

DI SEGUITO L’INTERVISTA AL COLLEGA NICOLA CECERE