La Z della vita un’altra volta ha colpito il calcio italiano in attività. Dopo il lutto, i messaggi di cordoglio per Davide Astori e le polemiche perché un atleta  muore di infarto.

Polemiche inutili che non rispettano la morte per cause naturali. Basterebbe andare  a farsi fare una visita sotto sforzo  in buona salute dal cardiologo per sentirsi dire: “tutto ok, funziona tutto bene, ma questo non vuol dire che non possa esserci l’imponderabile”.

Buttiamoci nuovamente nel calcio senza dimenticare Davide Astori. La 27ma giornata è andata in porto solo per la zona Champions e in parte per quella della salvezza.

I risultati di Lazio-Juventus, Napoli-Roma, e Spal-Bologna non hanno lasciato un segno sul piano del gioco o della tattica, non confermando ma lasciando il segno sul fatto che il calcio senza il genio dei giocatori finirebbe sempre zero a zero quasi  in tutto.

Il genio di Dybala è andato oltre la tattica cambiata varie volte in corso di gara da parte di Allegri. Il gol della Joya bianconera è stato oro puro, e non solo per la Juventus perché ha mandato in tilt la grande bellezza del Napoli, per l’ennesima volta dimostratasi psicologicamente fragile.

Dybala, uno che c’entra poco con la fisicità, e la sua fiondata da terra hanno rilanciato la Juventus verso un altro scudetto se il Ciuccio non si darà una ragliata importante dentro lo spogliatoio mettendo da parte i fantasmi del tecnico.
Dybala non ha solo sconfitto la Lazio ma ha rigenerato con il gol, pur assente fino a quell’episodio, una gara sofferta, brutta, costellata di errori tecnici e da un tatticismo esasperato da parte dei due tecnici che si poteva anche evitare con il materiale a disposizione sul terreno di gioco.

Allegri è passato dal 3-5-2 al 4-3-3 per non rischiare nulla ma non ha convinto, lasciando in panchina la qualità di Douglas Costa, l’unico con le assenze importanti della Signora pronto ad accendere il gioco.

La Lazio, dal canto suo, non ha giocato male ma continuare con la mossa da parte di Inzaghi di togliere Luis Alberto per fare spazio ad Anderson lascia perplessi: entrambi tra le linee bianconere avrebbero potuto mettere in crisi Napoleone Allegri  che per l’Europa di domani dovrà essere consapevole che servirà dell’altro.

Napoli-Roma raccolto in un dato la fotografia del campionato italiano di calcio: per la Roma è la 15esima vittoria in trasferta nelle ultime 20 gare. Dato che significa che il fattore campo è andato in declino perché nessuna squadra riesce a fare gioco tra le mura amiche e andare facilmente in gol.

La Roma da trasferta è differente dalla “rometta” casalinga con 5 sconfitte ed un pareggio. Ha sbancato il San Paolo con un 4-5-1 copertissimo, letale nelle ripartenze anche se per per vincere ha dovuto affidarsi al portiere Allisson che ha ingaggiato un duello personale con Insigne.

Insigne non trova e non cerca gol sporchi, che sono quelli che alla fine faranno la differenza, ma il tiro d’autore, che è sempre pregevole ma permette ai portieri di fare ottima figura.

Sarri contro Allegri è come vedere Coppi e Bartali. Duello che scatena la fantasia di tutti e scivola nella concretezza del tecnico della Juventus che vince sempre come Coppi le tappe che contano.
Ci saranno differenze di numeri nella rosa delle due squadre ma Allegri in questo momento senza Cuadrado, Higuain e altri infortunati pesanti in stagione come Dybala e lo stesso Pepita non ha lasciato nulla per strada a differenza di Sarri, che prima ha preferito mollare la Coppa Italia perdendo con l’Atalanta al San Paolo, poi ha affrontato senza decisione la Champions lasciando via libera allo Shaktar Donetsk; infine ha snobbato anche l’Europa League facendosi prendere a calci dal Lipsia in casa:  un brutto segnale dentro lo spogliatoio dove le Coppe di qualsiasi tipo dopo gli ottavi di qualificazione incominciano ad essere vetrine importanti.

La differenza tra Sarri e Allegri è che l’offensivismo ed il bel gioco perdono come sempre nel passato contro un difensivismo produttivo. Mister Sarri riguardando la storia del calcio italiano vedrà che nessun allenatore da Capello a Lippi passando per Rocco, Trapattoni, Mourinho , Ancelotti (non in ordine alfabetico o di risultati) ha mai buttato via Coppe di nessun tipo neanche quella delle Alpi o del Nonno. Ci sarà sì stato un perché: perché vincere aiuta a vincere e perdere aiuta a perdere.

Sarri calma e gesso e occhio. Guarda Zemalandia, da ieri al capolinea definitivamente dopo l’esonero di Pescara. Zeman, bel gioco ma perdente, quasi nato tra una polemica e un’altra nel passato.

In Spal-Bologna vincono gli estensi nel derby emiliano sotto la pioggia. Spal che rilancia le chance salvezza. Tutto racchiuso in tre episodi chiave: la sciocchezza di Gonzales che lascia i compagni giocare in 10 per 80’; il gol di Grassi ad inizio ripresa; Meret il portiere spallino disoccupato salvato all’ultimo dei 4’ di recupero da Destro-Calloni che sbaglia un gol a due metri dalla porta.

Intanto si apprende che il Var andrà al mondiale. I soloni templari dell’Ifab, dopo che il giorno prima l’Uefa aveva bocciato la video assistenza in Champions League, hanno votato all’unanimità a favore della tecnologia con una motivazione che dopo due anni di prove in più di mille gare  lascia il tempo che trova: “è una nuova era del calcio che aiuterà a migliorare l’integrità e la correttezza del gioco”.

Hanno confermato che in Russia il Var dovrà essere applicato solamente in 4 casi:” Gol non gol, calci di rigore da togliere o assegnare, cartellino rosso diretto, scambio d’identità sulle espulsioni”. Nulla  di diverso dai primi proclami di Var. La FIFA ai mondiali in Russia ha introdotto anche la quarta sostituzione in caso di tempi supplementari.

La polemica su Var dunque continua , il fronte anti Var cresce in Inghilterra dove è considerato un “Killer del calcio”. E il Times scrive: “con il Var si scivola nel ridicolo”.