La vetrina della 23esima giornata è del Genoa. Non solo per il risultato ma per come ha vinto all’Olimpico contro la Lazio.

CAPITOLO GENOABalla non è un artigiano del calcio ma un maestro. La chiave tattica  è stata l’aggiornamento dei numeri della strategia nel secondo tempo quando Inzaghi ha buttato dentro Nani e Anderson. Con calma ha stretto le viti, corretto le posizioni dei giocatori e, cosi facendo, ha riabilitato il Vecchio Balordo facendolo correre nel mezzo e sulle corsie laterali. Se una prestazione del genere l’avesse fatta qualche altro allenatore sarebbe stato messo subito sull’altare della cronaca.

La vittoria contro la Lazio è importante non solo per i tre punti ma anche perché si sono messi a tacere gli “amici” del Grifone che vedevano già, senza le prove, uno spogliatoio in subbuglio. In una rosa di 30 elementi, 25 consegnati alla FIGC, ci sarà sicuramente qualcuno che pensa di essere meglio di quelli che giocano e che terrà i musi: lo faccia vedere che è meglio, Balla lo farà giocare. Questa operazione Ballardini non sarà solo a gestirla: Perinetti  è uomo di calcio abile nel conoscere lo spogliatoio.

La Lazio tra domenica e lunedì doveva fare una passeggiata nel battere il Genoa. Inzaghi ha perso non solo sul campo ma anche tatticamente e strategicamente preferendo  la forza di Lukaku per Nani o Anderson. Tutti sono rimasti male dalle penne alle voci per Radio e Tv laziali, sicuri di mangiarsi una pajata con l’intestino tenue del vitellino rossoblu e alla fine i rigatoni se li sono mangiati per l’ennesima volta al pesto.

CAPITOLO CAMPIONATO – È mercoledì: parlare della 23 giornata è argomento fuori tempo perciò solo alcune  considerazioni, partendo dall’alto della classifica. Non è successo nulla di particolare o eclatante. 

Il Napoli ha lo scudetto in testa, non gioca bene e fa fatica a superare il Benevento. La Juventus  esagera contro il Sassuolo: le colpe non erano solo di Bucchi ed è meglio che Iachini faccia quello che ha sempre saputo fare: difendersi lasciando da parte il 4-3-3 altrimenti altri avversari giocheranno a tennis con la difesa sassolese.

La Roma cambia modulo, torna al 4-2-3-1 e riporta sulla terra il Verona dopo la quaterna di Firenze. Gioca male e segna con Under: primo centro italiano del turco.

L’Inter non vince da 8 gare, Spalletti soffre di pareggite: 6 pari di cui 5 consecutivi. Risultati che non sono più una sorpresa per tutti i dottori al capezzale del biscione. Spalletti dove essere il nuovo Mourinho, invece si trova nelle stesse condizioni di Mancini e Pioli non trovando il bandolo della matassa. Zenga nel suo Meazza intrappola Spalletti, il Kroton  porta via un pareggio giusto per alimentare la classifica.

Samp-Torino pari e scontente. Mazzarri incarta Giampaolo, che realizza il 27mo gol al Ferraris,si riprende con una autorete e mette in crisi il Doria pur in undici contro 10. L’Atalanta di Gasperini sarà una brutta bestia fino alla fine per tutti quelli che invocano l’Europa. Batte il Chievo, ma non è questa la notizia considerato che il tecnico clivense non riesce più a far funzionare la caratteristica principale degli scorsi anni in trasferta: non far giocare gli avversari.

La Fiorentina diventa rosa e batte il Bologna a domicilio. Da decifrare i meriti di Pioli e i demeriti di Donadoni. Cagliari-Spal: i sardi mandano all’aria i progetti di gennaio della Spal e vincono  anche sull’isola.

Udinese-Milan: Suso torna al gol, l’ultimo il 5 novembre, mentre Gattuso dice: “miglior Milan dell’anno al Friuli”. Tradito da Donnarumma ma anche dall’ingenua espulsione di Calabria. Oddo assente non giustificato fino al rosso si butta all’attacco e ferma l’occasione del Diavolo di arrivare vicino al biscione interista.

CAPITOLO VAR – Il VAR è una macchina, gli arbitri non l’hanno ancora capito. Una macchina non può definire la volontarietà di un colpo con le mani o il braccio. La vecchia scuola arbitrale insegnava che la volontarietà ingannatrice veniva definita guardando chi commetteva il fallo e chi lo subiva, i primi ad essere giudici della volontarietà  con il loro atteggiamento.

A questo punto bisogna cambiare la Regola 12 per falli e scorrettezze alla voce colpire un pallone con le mani o le braccia, eliminando la parola volontarietà e immettendo “tutti i falli di mano o braccio saranno punizioni dirette o calci di rigore”. Lo ha deciso il VAR.

Il gol di Laxalt da Agnolin, Pieri e gli altri maestri anticamente sarebbe stato considerato regolare in modo semplice, ovvero sia valutando se c’era la volontarietà di giocarlo di mano o difendersi da una pedata in faccia di Caceres, reo di aver sbagliato il controllo del pallone facendoselo rubare.

Da Venerdì a domenica prossima la 24ma giornata potrebbe essere quella del Carnevale o delle Ceneri per qualche squadra visto quello che propone il calendario con Fiorentina- Juventus, Napoli-Lazio e altre sfide. Ceneri senza risultato positivo in particolare per coloro che inizieranno a giocare Champions e Europa League con tutti gli alibi a seguire. La speranza è che Napoli e Juventus la finiscano di inzuppare il biscotto nelle  controversie senza alcun percezione che sa di calcio.

[themoneytizer id=”15626-28″]