Finito il girone di andata del  campionato è stato tempo di analisi in tutte le salse  dimenticandosi di quello che è successo con l’Italia flop al Mondial russo. Il calcio italiano e la dirigenza – non solo della FIGC – sono stati esposti al pubblico scherno e al disprezzo   solamente per una settimana dopo Italia-Svezia. Giusto il tempo prima del ritorno del campionato, con le invettive durissime che si sono sprecate.

Invece dagli sfracelli dopo l’uscita dal mondiale russo sono usciti mezzo Tavecchio, che proverà a guidare il calcio dei dilettanti e che per questo motivo alla Federazione Giuoco Calcio, considerato il potere dei voti della LND, sarà sempre l’ago della bilancia della rinascita del pallone italico.

Oltre Tavecchio, a farne spese è stato Ventura uscito da pensionato d’oro del calcio con lo stesso sistema dei politici italiani: poca legislatura, nessun risultato. Sono passati quasi due mesi da quel funesto 13 novembre e si ha l’impressione che in FIGC e in Lega continui a circolare Tommaso di Lampedusa: “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi“.

La lezione del Mondiale non è servita a nulla: la Lega è dall’aprile scorso che è senza guida, si va avanti a rinvii per l’elezione della FIGC che dovrebbe essere il 29 prossimo venturo. Anche perché l’Italia senza un c.t. è un’altra brutta figura, non solo in Europa. Tuttavia ci sono i soliti noti a voler guidare la FIGC: Sibilia dalla Lega Nazionale Dilettanti, Gravina dalla Lega Pro. Infine Tommasi dall’Associazione Allenatori. Come in politica in tempo di elezioni sarà questione di coalizioni, di numero di voti e non di programmi da portare finalmente a termine.

Per adesso solo nelle intenzioni considerato che l’unica mossa, oltre divorarsi in silenzio tra i pescecani del pallone, è stata quella di far filtrare di affidare il poter del calcio italiano ai calciatori. La domanda è però un’altra: i campioni con quasi mille partite in nazionale  tra tutti (Baggio, Maldini, Del Piero, Vialli, Mancini, Baresi, Cannavaro, Bergomi Pirlo e Totti)  potrebbero servire e rilanciare il calcio italiano? Perché e come?

Nel frattempo si punta tutto sui diritti tv, intorno ai quali Tavecchio ieri non si è voluto pronunciare per una questione di “rispetto”. Si parla del resto dei bancomat delle società, operazione che dovrebbe andare in porto con qualche spicciolo in più alle piccole squadre.

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Non servono più per  risolvere i problemi del calcio italiano gli slogan dei ministri della Repubblica calciofili. Quesiti, dubbi obsoleti ancora non atavici, m ci vorranno anni per risolverli: chi subentrerà in FIGC e Lega , prima di mettere le mani nella marmellata del calcio italiano, dirà che  sono primitivi, difficili da risolvere subito.

Nessuna idea per cambiare. Probabilmente sono sognatore ma il rimedio più semplice dopo aver visto la Coppa Italia durante le festività sarebbe dare un segnale – oltre cambiare il format e questa volta copiarlo dall’estero non come il Boxing day – e giocare la manifestazione con almeno il  60/70% di calciatori italiani in campo. Chi non li ha in rosa? Peschi nella squadra Primavera.

L’orologio specialmente sui social batte le iatture del 2017, non vero, che vengono trasformate in successi del 2018. Nulla abbiamo imparato da 10 anni, dal 2006 quando eravamo al top. Siamo stati superati dalla Spagna, la Germania si è ricostruita, l’Inghilterra è il campionato più ricco. Alla FIGC e alla Lega neanche le disgrazie faranno cambiare qualcosa.

Il 2018 sarà l’anno funesto del VAR considerato che nelle ultime tre giornate di campionato  le lamentele per mancanza di punti sono all’ordine del giorno in cima, nel mezzo e in fondo alla classifica. Le lacrime di coccodrillo dei fautori, fuori dal mondo arbitrale, si sprecano.

Tranquilli, la manualità artigianale dentro le cabine VAR sarà più valutata dell’errore umano sul campo dall’IFAB in primavera. I parrucconi che gestiscono le regole del calcio tutto improntato alla discussione, controllate le regole 11 e 12 subito dopo le riforme  per averne conferma, decideranno se sono contenti della pubblicità, dell’audience che porta il VAR.

Il calcio per la FIFA e per la UEFA deve creare adrenalina non solo davanti alla Tv ma sugli spalti. Non piace se c’è il rischio di farlo diventare uno sport da robot.

I vignettisti disegnano che l’anno 2019 sarà un anno migliore rispetto al 2018 per il calcio italiano e lo fanno una semplice battuta: non ci saranno i Mondiali.

FIGC e Lega, è insomma arrivato il momento di finire di divorarsi non solo tra uomini o di spendere cifre folli. È arrivato quello di fare nuove strutture e costruire qualcosa che faccia almeno prevedere un futuro roseo. La favola azzurra è stata distrutta ed è arrivato il momento di ricostruirla. Non è mai troppo tardi.

Bisogna cambiare come faceva Alberto Manzi quando combatteva e cercava di recuperare l’adulto analfabeta con la sua trasmissione negli anni ’60. Adesso tocca alla FIGC e alla Lega non analfabeti ma ignoranti, nel senso che ignorano o fanno finta, di capire che il calcio italiano sta per annegare e l’acqua non è più alla gola ma alle labbra.