Altra partita “da controvento” domani sera al “Bentegodi” di Verona per il Grifone. Perciò Ballardini spingerà il Vecchio Balordo a “virare di bordo” cercando di fare un’altra cosa giusta e risalendo il vento in modo diretto.

Anche in Coppa Italia il tecnico rossoblu ha fatto capire che assembla e non inventa. La sua marcia ideale sarebbe vittoria in casa e pareggio fuori, la media perfetta, ma in questo momento non si può fare altro che ricercare anche contro l’Hellas il massimo risultato. Contro gli scaligeri altro pezzo di lezione di calcio totale tenuta da Ballardini per continuare il flusso normale del Genoa.

Genoa al “Bentegodi” con stopper, libero e squadra pronta ad attaccare con i terzini. Centrocampo folto se ci sarà Lapadula come solo attaccante di ruolo, altrimenti tourbillon.

Le difese del campionato italiano non sono abituate ad un solo riferimento e sono la velocità e l’intensità a fare la differenza con sovrapposizioni in tutte le parti del campo.

Oltre intensità e pressing il Genoa contro il Verona dovrà fare il gioco per far segnare Lapadula, se ci sarà, e lui dovrà illuminarlo in modo semplice, come quando ha tirato il rigore contro la Roma.

Come sempre l’analisi degli avversari da parte di Ballardini e il suo staff sarà stata meticolosa e si cercherà di mettere in crisi la squadra di Pecchia con un ritmo sostenuto in fase di recupero pallone, cercando come a Crotone – e in parte con la Roma – di eludere il pressing avversario.

Già dalla Serie B dello scorso anno, vista l’impronta tattica del tecnico copiata da Rafa Benitez quando fu collaboratore a Napoli e Madrid, il difetto della squadra di Pecchia sono terzini alti (se non altissimi), esterni che tagliano ad occupare l’area e fase aggressiva di riconquista pallone vista anche in questa stagione, ma proposta sempre con poca intensità.

Ballardini non avrà visto solamente l’ultima gara vinta in casa del Sassuolo ma anche le altre, specialmente quelle tra le mura amiche. I gialloblu spesso si sono sfilacciati in fase di non possesso e gli avversari sono arrivati con due passaggi davanti al portiere Nicolas.

La formazione del Genoa a questa mattina e dopo le parole nella conferenza stampa di ieri (clicca qui per rileggere e riascoltarla) non dovrebbe essere molto variata rispetto alle ultime due di campionato. Resterà sempre l’unico dubbio su chi scenderà in campo dall’inizio fra Pandev o Lapadula.

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Capitolo Hellas Verona. L’avventura del ritorno dell’Hellas Verona in Serie A è iniziata  con la peripezia Cassano. Fantantonio era pronto a mandare in aria i piani di Pecchia e dopo il suo ritorno a Genova il tecnico gialloblu si è dimostrato il più contento. Contento, al di là dei rimpianti di facciata, di poter mettere in campo un Verona vicino al suo modo di intendere il calcio, con più equilibrio e meno fantasia.

Tutto non è andato come nelle previsioni perché in 14 giornate l’Hellas ha vinto 2 gare, ne ha pareggiate 3 e perse nove, incassando 29 reti di cui 16 al “Bentegodi” (è la seconda peggiore difesa casalinga del torneo, ndr) e marcandone 12 (5 in casa, 7 in trasferta).

Numeri che stanno a dimostrare che i gialloblu fanno fatica a creare gioco tra le mura amiche e giungono più facilmente dalla parte dei portieri avversari in trasferta, in particolare con il gioiellino Verde che ha preso il posto di Cassano.

Pecchia, creando anche malumori, in quattordici turni di campionato non ha ancora risolto il bandolo della matassa di un gioco che possa fa coesistere Cerci e Pazzini. Alla presentazione del campionato la stampa specializzata aveva messo il Verona un gradino sopra le altre neo-promosse con l’attacco grandi firme, il centrocampo solido con Zuculini e Bessa e la difesa d’esperienza con Romulo, Hertaux (squalificato contro il Genoa) e Caceres.

Pecchia invece è stato tradito proprio dall’attacco e soprattutto da una difesa datata, visto il tabellino dei gol incassati.

Nell’ultima di campionato il tecnico napoletano, all’ultima spiaggia, si è salvato grazie al salvagente lanciato da Bucchi e dal Sassuolo. Prima vittoria in trasferta al Mapei Stadium per gli scaligeri contro un’avversaria che non ha mai impensierito il portiere veronese. Sassuolo che ha faticato a trovare persino il tiro in porta.

Dopo cinque sconfitte consecutive l’Hellas e Pecchia hanno dunque respirato. Partita giocata dagli emiliani in 11 contro 10. Rose e fiori poche per il Verona dal momento che i problemi sono stati ammollati dagli avversari. Le solite sceneggiate di Cerci sostituito e Pazzini infortunato partito in panchina non hanno rasserenato l’ambiente gialloblu.

La partita del Verona a Reggio Emilia si è sviluppata con un unico scopo, riuscito bene visto il risultato: non far superare le barricate dalle sterili sortite e dal possesso pallone di Berardi oltre a colpire in contropiede con Verde e Romulo.

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Il Verona gioca con un 4-3-3 fotocopia rispetto a quello di Rafa Benitez. Modulo che come il maestro subisce gli avversari sulle corsie laterali essendo i due terzini troppo alti e sempre scoperti alle spalle. Il problema di Pecchia in queste prime 14 giornate il non aver trovato gli equilibri tra le due fasi di gioco lasciando spesso la fase difensiva in balia degli avversari. A questo ci si aggiunga quello visto anche a Reggio Emilia: Cerci e Pazzini parlano lingue diverse e la fase offensiva ristagna.

Nelle ultime cinque gare, avendone perse 4, Pecchia ha rinunciato al 4-3-3 per un 4-4-2 e nel reparto avanzato ha indispettito sia Pazzini che Cerci quando lasciati in panchina o sostituiti. Ad ogni modo, nel corso dell’ultima con il Sassuolo si è visto un Cerci falso nueve con Verde e alle spalle Valoti come mediano coast to coast.

Contro il Genoa i tifosi veronesi si aspettano la svolta del campionato. Pecchia deve decidere se tornare al suo DNA, 4-3-3, oppure se continuare il 4-4-2. Ha provato anche il 4-2-3-1. Ballottaggio in difesa per chi deve sostituire Hertaux tra Souprayen e Ferrari spostati a sinistra nel quartetto difensivo con Caceres portato centrale. Altro ballottaggio a centrocampo tra Buchel e Bessa. In avanti difficile il recupero di Pazzini: prima punta probabilmente Kean, minorenne prodigio classe 2000 che arriva dalla Juventus.

Hellas Verona Genoa sarà intanto diretta da Damato di Barletta. Avvocato di Barletta del 1972, gli è stata prorogata la qualifica di internazionale per la revoca di quella a Rizzoli. Sono 184 le gare dirette in Serie A , con 71 rigori e 54 espulsi. In stagione ha fischiato in sei gare. Il suo tabellino stagionale parla di tre rigori concessi, zero cartellini rossi, nessuna vittoria casalinga e 2 pareggi e 4 sconfitte interne. La prima di queste sconfitte interne arrivò alla seconda di campionato, quando l’Hellas incassò 5 reti dalla Fiorentina. Anche con il Grifone una gara già arbitrata, quella d’esordio in casa del Sassuolo  (0-0, ndr).

Primo assistente Giallatini di Roma 2; secondo De Meo di Foggia. Quarto uomo Baroni di Firenze. Al VAR Valeri di Roma, all’AVAR Rapuano di Rimini.

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