Una partita da vincere. Alla vigilia per molti il Sassuolo era più squadra e il Genoa, dopo un inizio non brillante, già sbandato per qualcuno prima di entrare in campo, rischiava il naufragio. Solo 10’ di paura per i lanci lunghi del Sassol che trovavano mal messi la difesa e il centrocampo rossoblu. Appena si è ritrovato Veloso che non ha più perso i “Sensi”,  cresciuto Bertolacci grazie al gagliardo slancio dei difensori, il Grifone saliva in cattedra.

Il Sassuolo era quello dello scorso anno eccetto Falcinelli ma poco aveva da spartire con il gioco di Di Francesco. Il passaggio dalla serie B alla A si paga anche sulle panchine. Probabilmente Bucchi alla fine del calciomercato si riprenderà quando i tenori Acerbi, Berardi e Politano non penseranno più al calciomercato.

Una partita da vincere non solo per le occasioni create o per la traversa di Biraschi, bensì anche per le parate di Consigli. Una partita da vincere perché il collettivo genoano è stato interpretato da undici calciatori, tutti funzionali al calcio a tutto campo e al sistema di gioco, a prescindere dal loro valore. Il tutto in un contesto tanto collaborativo e ben disposto da Juric sul terreno di gioco.

La prestazione del Vecchio Balordo a Reggio nell’Emilia si potrebbe racchiudere in due frasi: calcio che non ha coinvolto solo 4/5 giocatori e coscienza di giocare da gruppo e non da individualisti. Taarabt ne è la foto, oltre che la vera sorpresa: sempre pronto a fare le due fasi di gioco e non cincischiare con il pallone tra i piedi.

Foto TanoPress
Il Genoa è uscito difendendo e correndo, anche se i ritmi non sono stati altissimi, imponendo i propri tempi con personalità. I movimenti sono stati corretti sia in difesa che in attacco e in molti sono arrivati a cercare la rete, anche se in futuro dovranno mettere più “cazzimma” nel cercare il tiro da fuori.

Se Veloso ci ha messo il suo tocco da raffinato, il suo coraggio, l’intelligenza, il mestiere, una recita importante è stata fatta sulla corsia destra con Lazovic pronto a far vivere il gioco. Bertolacci l’ha messa anche sul piano del fisico contro Duncan.

Rossettini al debutto non solo nel Genoa, ma anche nella difesa a tre (clicca qui per riascoltare la sua intervista), ci ha messo alcuni minuti a prendere le contromisure a Falcinelli dimostrando di poter essere un difensore centrale con qualità di comando e capacità di gestione grazie a muscoli e forza d’impatto. Troppo presto ad ogni modo per giudicarlo e dire se sarà in grado di prendere iniziative: importante non lasciarlo come gli altri due da solo nell’uno contro uno.

Galabinov al netto da ogni fredda constatazione della vigilia ha fatto vedere di essere un attaccante che può dire la sua anche in Serie A, manovrando con acume ed esperienza, lavorando per la squadra e cercando il gol. Infine beata gioventù: bravo Juric a mandarli dentro al momento giusto e nel posto giusto.

Foto TanoPress
Omeonga ruba palloni a tutto campo con il pressing ultra offensivo ha alzato il baricentro dalla squadra nel finale di gara. Salcedo nel mezzo, tra Acerbi e Cannavaro, ha dimostrato subito che nel calcio conta poco la data di nascita rispetto alla qualità: peccato per quel tiro non andato nel sacco grazie ad un movimento di navigato attaccante.

Con Eddie Salcedo, 15 anni e 10 mesi al debutto in Serie A, il Genoa ha tagliato un altro traguardo e messo in bacheca un altro record: 3 dei più giovani calciatori di tutti in serie A sono del Vecchio Balordo: El Shaarawy, Pellegri e Salcedo. Magari presto si arriverà al quarto grazie al buon lavoro di quelli che questi giovani li crescono, così nella Cantera come nel settore giovanile rosso blu. Compimenti a tutti coloro che giornalmente li aiutano a sviluppare non solo tecnicamente, ma anche nei valori e nel DNA da Vecchio Balordo.

Sul calciomercato, come spiegato ieri sera, in arrivo Rolon, mediano argentino, e Petar Brlek, croato che gioca da centrocampista avanzato in Polonia, nel Wisla Cracovia. Radio  mercato comunica che oggi potrebbero intasare entrambi il Baluardo con le visite mediche. Anche Ansaldi sulla via del ritorno.

Se entrano nuovi calciatori altri ne dovranno uscire, forse anche altri oltre i soliti noti a conoscenza di tutti e ad oggi fuori dalla lista dei 25 consegnata alla FIGC. Se questo succederà, importante che i nuovi arrivi aggiungano qualità e tecnica non solo passando per YouTube .

A proposito di VAR: serve poco se sarà utilizzata solamente per la regola dei 12 falli e delle scorrettezze dentro l’area di rigore. I calci di punizione dal limite fanno vincere le partite. Ieri a Reggio Emilia Damato, lontano dall’azione, nel primo tempo non ne ha concesso uno quasi clamoroso a Pandev a 18 metri da Consigli: se fosse stato in area il VAR avrebbe dato la massima punizione.

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