Genoa Roma 0 a 1: sabato il titolo era Genoa “Quo Vadis”, la risposta è arrivata dalla gara con la Roma. Quo Vado, al calciomercato per un centrocampista pronto fisicamente a giocare. Grifo dalle stelle alle stalle? Non è vero. Solo una parata di Perin nessuna di Lamanna. Un’autorete con qualche crisma di fuorigioco di Perotti, un palo il computo dei pericoli corsi dal Vecchio Balordo in 96’ minuti di gioco. 3 ottime parate del portiere giallorosso, l’ultima negli ultimi minuti di orologio su Ocampos.
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” (Edoardo De Filippo). Il 2017 è iniziato male non solo sul campo, soprattutto per Perin il suo ginocchio destro si è rotto, che fosse grave si è capito subito. Rottura del crociato, campionato finito. Più che la cabala e la superstizione il Genoa ha dovuto fare nuovamente i conti con R&R, Rizzoli e Rocchi dicono i migliori arbitri del calcio italiano: in due non ha visto un rigore su Rigoni a pochi metri dai propri occhi.

Notiziario: freddo ma qualche grado in più ad inizio gara circa 9°. Terreno in buone condizioni anche se spelacchiato con lamentele di Spalletti. In Tribuna Preziosi, Zarbano, Milanetto, la componente femminile, Taarabat , Serse Cosmi. Striscioni nella Nord: “Ciccio Falange tieni duro “, “Luca non mollare”, “Papero Forever, ultras”, “Ciao Luciano”, “ Benvenuta Giulia”. Tifosi paganti 3.248 di cui 1312 romanisti nella Gabbia e altri sparsi in Tribuna.

Genoa Roma è una di quelle partite che diventa difficile considerare criticamente considerato che il Grifone rabberciato nel cuore del gioco ha giocato a viso aperto contro i titolati giallorossi ed hanno fatto l’impossibile per portare via il pareggio. Il ritornello è sempre stato lo stesso come nel 2016: produrre tanto e concretizzare poco. Manca solo il gol, particolare non da poco, per non essere fieri dei ragazzi di Juric visto che si sono battuti con slancio virile ammirevole.

Il grande difetto che tutti si aspettavano è stato nel cuore del gioco dove c’era poco equilibrio, monco nel creare il gioco visto la mole di transizioni sbagliate in fase di possesso. D’altronde era difficile vedere funzionare il motore del Grifone per di più contro quello giallorosso con Rigoni che non giocava in un centrocampo a due dai tempi del Chievo 2010, Cofie da ruba palloni marcatore del trequartista atipico avversario e Ninkovic esterno e in fase di non possesso contrastare Strootman o De Rossi. Le marcature a uomo sono mancate rispetto alle altre gare, non riuscendo a rubare subito pallone e ripartire è stato difficile. Facendo queste considerazioni bisogna ricordarsi che gli avversari erano Strootman, De Rossi, Naingollan.

Il vecchio Balordo ha perso solamente con un gol di scarto e qualcuno scrive per demeriti della Roma con Perotti nuovamente fischiato alla sostituzione ed annullato da Izzo anche se alcune sue giocate hanno creato trambusto. Sempre e solo le negatività sono messe in risalto nelle gare del Grifone, comanda il risultato.

La Roma non ha approfittato dell’imbarazzo rosso blu a centrocampo per demeriti di organizzazione ma anche grazie alla difesa di Burdisso &C. che ha letto perfettamente la fase difensiva e il controllo delle corsie laterali da parte degli esterni genoani. Nel computo della gara bisogna mettere l’infortunio di Perin dopo 3’ di gioco che ha lasciato a Juric solo due sostituzioni.

Altra direzione di Rizzoli con proroga a dirigere fino a giugno che lascia perplessi da uno che ha diretto finali mondiali ed europee. Del rigore negato a Rigoni ne abbiamo già parlato. Il metro di giudizio è stato fine nelle decisioni da cartellini gialli: De Rossi già ammonito al 4’ del secondo tempo per proteste vibranti per una giocata in anticipo di Munoz su Fazio dentro l’area rosso blu non doppiato al 12° per simulazione davanti a Rocchi mentre al contrario Ocampos al 35’ del secondo tempo ammonito per lo stesso motivo.

Dubbi anche su Tegoni di Milano l’assistente sotto i distinti dopo aver fermato Rigoni in fuorigioco (meno male che ha tirato fuori), lascia dubbi ma è la regola numero 11 a non aiutarlo la posizione di Perotti in occasione dell’autorete di Izzo.

CALCIOMERCATO

Quello detto è solo cronaca perché dalle 17 di ieri il commento di tutti è sul futuro anche prossimo del calciomercato.

Preziosi a fine gara aveva detto che ne avrebbe parlato con Juric martedì, invece ha anticipato i tempi parlandone a lungo nello spogliatoio.

Juric conosce il salvadanaio e budget di gennaio, dovrà richiedere, come fece Scoglio quando chiese Signorini  a Spinelli,  che il Joker investa qualche euro nell’acquisizione di un centrocampista pronto ad inserirsi con determinate qualità nel cuore del gioco.

I profili sotto osservazione sono 4/5. Due sono stati nominati: Sanogo dello Young Boys, da verificare sul piano fisico anche se dopo l’incidente estivo ha giocato già più di 7 gare tra campionato elvetico e Coppe europee, e Nahitan Nandez, uruguaiano del Peñarol non tenuto in gran conto dallo scorso calciomercato. Giocatore dal buon profilo, di piede destro, che non lascia tranquilli dopo che Arevalo Rios, colonna nella nazionale celeste, aveva fatto flop nel Palermo nel 2014.

Il Telegraf, quotidiano on line olandese che questa mattina si unisce al coro di auguri diretti a Mattia Perin dopo l’infortunio, la scorsa settimana ha riportato che il Genoa era interessato, fino a lunedì scorso quando vi furono le convocazioni finali per la Coppa d’Africa, a Marvelous Nakamba, mediano classe ’94 del Vitesse convocato all’ultimo minuto dallo Zimbabwe.

Il prezzo di ognuno di questi calciatori è diverso e il Joker starà pensando di investire qualche euro in più, operazione non facile per Denis Zakaria, 1996 congolese di nazionalità svizzera sempre dello Young Boys, centrocampista duttile a destra e sinistra non solo nella sua squadra di club ma anche della nazionale rosso crociata. Il coloured sarebbe un investimento futuro importante non solo calcistico, ma anche per le casse rossoblu. Investimento pesante. Transfermarkt, specializzato sul prezzo dei calciatori, dovrebbe aggiornare il prezzo che non è più di 4 milioni. Gli svizzeri chiedono il doppio.

Dalla gara di ieri bisogna più che leggere e sentire attentamente le parole di Preziosi e Juric. Non c’è in giro nessun mal di pancia, piuttosto mal di gola di qualche trombone che si dà un gran da fare: va, viene e non lascia sfuggire che un po’ di vento contro il Vecchio Balordo.