Nella diciassettesima giornata di campionato il numero sfortunato è stato “abbattuto” in testa alla classifica dalla fortuna di aver ritrovato i centravanti, che hanno fatto la differenza per Inter, Milan e Napoli. Per la Roma è tornato decisivo il centravanti a lungo bistrattato, mentre la Juventus insegue affidandosi al trequartista Yildiz.

Non sarà facile per nessuna delle 20 squadre pensare di affrontare partite semplici contro qualunque avversario, considerati i continui saliscendi non solo delle squadre titolate, più impegnate a inseguire la Champions che lo scudetto.

I centravanti da ingaggiare fra tre giorni dovranno essere quelli pronti a fare la differenza soprattutto nella parte destra della classifica. Il Pisa, per esempio, ha realizzato una sola rete in tutto il girone d’andata, fino ad oggi, tra le mura amiche.

Tolte le squadre in zona rossa – Verona, Pisa e Fiorentina – in pochi punti si concentrano altre sette squadre: basta un risultato per salire in classifica, come è successo al Cagliari contro il Torino.

Giornata quasi tranquilla per la classe arbitrale. Rocchi, il designatore, per evitare di fare il pompiere agli errori arbitrali deve mandare in campo gli internazionali, quelli più esperti. L’unico errore clamoroso resta quello di Di Bello in Roma-Genoa: rigore segnalato da tutta la stampa sportiva. Errore più del VAR Prontera che dell’arbitro stesso, entrambi non nuovi a queste disattenzioni.

La Lega, sollecitata da molte squadre e dai portieri, ha deciso di ripudiare il pallone di colore rosso: dall’inizio del girone di ritorno ci sarà il cambio di colore.

Parma–Fiorentina 1-0
Disperazione viola. Una squadra che dà l’impressione di non esistere, anche quando prova a reagire agli errori difensivi come quello commesso contro il Parma. La Fiorentina ha tirato più volte in porta rispetto ai ducali, ma difficilmente è riuscita a segnare, anche per le parate del portiere avversario. Il 5-1 contro l’Udinese della settimana precedente non era la medicina giusta, ma solo un abbaglio. Il Parma, oltre al gol inaspettato, deve ringraziare il portiere Corvi per tre punti d’oro.

Lecce–Como 0-3
Nel segno di Paz. In Salento non è stata una semplice scarpinata per i comaschi, che cancellano la crisi di risultati e di gol e tornano in zona Europa. Paz torna protagonista non solo con il gol ma anche con gli assist. Di Francesco ha preparato bene la gara, ma nel primo tempo ha concesso troppi spazi. Nella ripresa l’arrembaggio salentino e i gol mancati hanno fatto la differenza. Inviperito il tecnico pugliese per il gol di Paz, viziato da una manata a un difensore per liberarsi: episodio che ha portato all’espulsione.

Torino–Cagliari 1-2
Il porceddu non è stato digerito dal Toro di Cairo, convinto prima della partita di fare un sol boccone dei sardi, che non vincevano in trasferta da settembre. Il turco-sardo Kilicsoy ha saltato tutta la difesa granata prima di segnare. Baroni paga l’illusione di aver guarito il Torino dai suoi difetti dopo due vittorie consecutive su rigore.

Udinese–Lazio 1-1
Sarri e Lotito speravano di aver fatto un passo avanti in classifica, ma l’illusione svanisce al 93’, con il gol di Davis: prima un tocco di braccio giudicato involontario, poi uno slalom tra quattro avversari e tiro all’angolino. L’arbitro Colombo, accertata la non immediatezza della conclusione, ha convalidato la rete. Lazio furiosa e in silenzio stampa: “Vogliamo rispetto”.

Pisa–Juventus 0-2
La Signora entra in zona Champions, almeno per una notte, e sogna. Spalletti, non a muso corto ma con il braccino corto, vince la settima gara su otto. Gilardino invece è preoccupato non per la prestazione contro la Juventus – simile a quella fatta contro l’Inter alla 13ª giornata – ma per le due sconfitte consecutive rimediate a Lecce e Cagliari. Il Pisa gioca e domina per 65’, colpisce traversa e palo, poi i cambi di Spalletti e, come già visto con Chivu, la Torre di Pisa crolla incassando due reti. Toccherà al mercato di riparazione aiutare Gilardino, giustamente confermato sulla panchina.

Milan–Verona 3-0
Il Verona non è stato fatale per il Diavolo e per Allegri, che per alcune ore si è goduto il primo posto in classifica aspettando il risultato di Atalanta–Inter. Primo tempo brutto e noioso, poi la doppietta di Nkunku, punta francese arrivata dal Chelsea e considerata misteriosa. Il Verona si illude per 50’, poi Rabiot e Pulisic alzano i giri passando dalla terza alla sesta marcia. Zanetti prova a cambiare tutti gli attaccanti, ma il problema resta: pochi tiri e pochi gol.

Cremonese–Napoli 0-2
Il Napoli, dopo il successo nel deserto, vince ancora in trasferta in un campo ostico. La differenza la fa Højlund con una doppietta e la sua velocità: Baschirotto non riesce mai a prenderlo. Supremazia campana mai in discussione, anche quando Nicola prova a schierare tutte le sue punte.

Bologna–Sassuolo 1-1
Punto d’oro solo per il Sassuolo, che mostra una condizione fisica migliore rispetto a un Bologna che in casa non riesce più a vincere, pagando anche le scorie della Supercoppa africana. Tante le occasioni sprecate da entrambe le squadre, soprattutto dagli emiliani.

Atalanta–Inter 0-1
L’Inter ha Lautaro, la Dea no. Chivu ha meritato la vittoria, cercandola con il passaggio al 5-4-1 come al Ferraris, più di Palladino che continua a parlare di “vittorie sporche”. L’Inter vince usando il diesel, l’Atalanta resta ai margini della gara. Decide Lautaro su assist di Esposito appena entrato. L’unica vera occasione nerazzurra viene sprecata da Samardzic: un rigore in movimento a porta spalancata.

Roma–Genoa 3-0
Giornata amara per il Genoa e il suo popolo. Si può perdere con la Roma, ma il modo lascia l’amaro in bocca. Gara preparata bene da De Rossi, evidente nei primi 15’. Poi, al primo gol casuale dei giallorossi – ancora una volta nei primi minuti – subentra una broccaggine collettiva e individuale che travolge i rossoblù. Uno spettacolo indegno che ha mortificato il popolo genoano. Il secondo tempo non deve illudere: è più frutto del demerito della Roma.

La nota lieta è il secondo gol di Ekhator, il più giovane ad aver segnato due reti nel campionato italiano. Gasperini gode del quarto posto, nonostante i fantasmi calcistici evocati in ogni conferenza stampa. Il lavoro per tornare al gioco che ama è ancora lungo.

Il 2 gennaio 2026 si apre il calciomercato di riparazione: sarà fondamentale correggere e aggiustare con un’analisi seria, verificando se i nuovi innesti siano davvero migliori di quelli già in rosa. Servono giocatori pronti subito: i saldi di fine gennaio servono solo per rifinire. Basta aspettare giocatori da integrare lentamente, come spesso accaduto negli scorsi anni.

Le lezioni di questo girone d’andata, a due gare dalla fine, devono contare. Se non verranno messe a frutto, allora sarà legittimo temere il peggio.

Il mercato del Genoa è nelle mani del giovane direttore sportivo Lopez. La speranza è che abbia già i sostituti pronti, passando dalla qualità promessa a inizio estate alla quantità necessaria. Le statistiche contano, e devono confermare le sensazioni degli osservatori.

Diego Lopez si fidi del suo database e lasci da parte procuratori e agenti, che troppo spesso hanno danneggiato il mercato del Vecchio Balordo.

Genoa–Pisa, sabato alle ore 15: una sfida da OK Corral tra De Rossi e Gilardino. Due squadre simili, capaci di fare prestazioni ma di perdersi poi negli errori, individuali e collettivi, nelle due fasi di gioco.


GENOA H24 | Genoa, Di Bello…ben poco. L’analisi del KO contro la Roma