Il tecnico del Genoa, Daniele De Rossi, è intervenuto dalla sala stampa del Blue Energy Stadium per commentare la vittoria sull’Udinese. Ecco le sue parole, riprese da Radio Nostalgia. Si parte da un commento alla partita e un giudizio sulla sua squadra.
“Ho visto una squadra in campo – esordisce il tecnico rossoblù – Se penso alla mia squadra, penso ad una formazione che ha difeso la sua area da squadra, cosa su cui abbiamo lavorato tanto. Ho visto trame interessanti quando abbiamo palleggiato. Adesso dobbiamo metterci la fase successiva, capire cosa dobbiamo fare dopo che siamo usciti dalla pressione, dove andare. Non mi piace che ci siamo abbassati dopo il primo gol, mancava troppo tempo per fare le barricate. Ma ci arriveremo a capire i momenti. Questa è una squadra che a volte palleggia in spazi strettissimi e ne esce bene, altre volte ha spazio per giocare e butta la palla lunga. Devo migliorare in questo, nell’arrivare dentro di loro. Lottano come una famiglia, lottano veramente. Ho fatto parte di squadre che lottavano per finta, che lottavano in otto, dove chi entrava faceva lo schizzinoso o l’offeso. Questa è una squadra che sono stato fortunato ad ereditare perché chi l’ha costruita l’ha fatto con valori umani importanti. I ragazzi stanno bene insieme e sono tanto contento per chi è entrato e per come è entrato. Questo mi rende davvero felice perché dobbiamo coinvolgere tutti. Vero che siamo tanti, ma se quelli che entrano fanno quello fatto oggi da quei tre lì…ben venga”.
Otto punti in quattro partite, 14 punti in classifica. È più facile lavorare così?
“Se fossimo un po’ più avanti e fosse aprile o marzo saremmo magari un pochino più rilassati, ma l’obiettivo è allontanarsi più possibile da quella zona lì per raggiungere qualcosa di più simile a quello che piace fare a me. Nel frattempo ci mettiamo l’elmetto. Possiamo giocare a calcio e farlo meglio di così. Ci sono momenti in cui giochiamo bene, ma dobbiamo capire quando dobbiamo giocare bene e quando giocare male. Questa sarebbe la fase più importante per noi. Senza lesinare, nel frattempo, impegno e voglia, quella che loro stanno esprimendo dal primo al novantesimo minuto ogni volta. Mi dispiaceva tanto per la sconfitta in Coppa Italia per quello, perché poteva intaccare quella serenità e quella simbiosi che si stava creando. Invece i ragazzi sono ripartiti subito forte, non perché non ci interessasse la Coppa Italia, ma perché sappiamo bene che il nostro obiettivo per ora è un altro e sappiamo che quella partita lì è stata vinta meritatamente da una squadra che è probabilmente più forte di noi, ma si è anche subito messa storta”.
Squadra cambiata nei punti e nell’atteggiamento. Sulle seconde palle questa squadra reagisce e i cambi che ha fatto oggi hanno portato a segnare un gol in un momento di difficoltà…
“Questa è una squadra che anche prima che arrivassi io – lo dicono i dati, non lo dico io – per quello che produceva aveva raccolto pochi punti. La squadra, per dati e per quello che costruiva, raccoglieva un po’ di punti in meno rispetto a quelli che avrebbe meritato. Qualcosa abbiamo dato, siamo contenti, ma ho troppa esperienza nel mondo del calcio per venire qui a gonfiare il petto e a specchiarmi in questo inizio, in questo avvio che mi rende felice, ma anche convinto che sarà ancora molto lunga. I ragazzi lo sapevano, questa per me era fondamentale. Fondamentale. Adesso prepareremo partite contro squadre che sono più forti di noi, i ragazzi lo sanno. Dico loro sempre la verità, dico loro quando giochiamo contro squadre meno forti di noi, dico loro quando giochiamo contro squadre forti di noi e ogni partita si può vincere. Io ho perso contro squadre ultime in classifica, io ho vinto contro squadre fortissime, quindi ogni partita si può vincere, basta che non manchi mai questo atteggiamento qua, questo spirito qua, in quelli che partono e in quelli che subentrano”.
L’obiettivo dei cambi era invertire la rotta perché la squadra si stava schiacciando e con i cambi in avanti ha svoltato la partita?
“I cambi sono stati letture che facciamo io e il mio staff, non li faccio mai da soli: loro mi sostengono sempre. Stavamo vincendo, volevo dare ancora più freschezza all’attacco, sapevo che al di là di quello che avevo chiesto negli spogliatoi alla fine del mio tempo, cioè di giocare un pochino di più quando era possibile, avevo chiesto anche verticalità, di andare in verticalità, quindi sapevo che due ragazzi freschi – e soprattutto con le caratteristiche che hanno Ekhator e Caleb – erano importanti per noi. Penso che sia stato importante mettere Messias non davanti insieme a un attaccante, ma al posto di Malinovskyi: questo ci ha fatto rimanere con tanti giocatori offensivi, ci ha fatto rimanere con un giocatore di qualità e due attaccanti e non solo uno che stava sotto palla“.
“Avevamo fatto un cambio un po’ diverso contro il Verona in casa e un pochino ci eravamo schiacciati, però sono contento perché poi il cambio riesce quando loro entrano così. Se loro entrano così, se Junior Messias si mette a lottare come un ragazzino di diciotto anni, se gli altri danno profondità e fanno quell’azione del 2-1, gli allenatori sembrano tutti scienziati. Io cerco di motivarli, cerco di trattarli con rispetto e loro mi hanno ripagato con un ingresso in campo molto importante. Mi dispiace non aver fatto i cinque cambi, stavamo “parlottando” per farne altri, ma siamo un po’ vincolati da questo periodo in cui abbiamo preso qualche gol in aria, abbiamo preso qualche gol su palle alte, abbiamo preso qualche gol su calcio d’angolo (troppi!). Anche Thorsby era stanco, molto stanco, volevo cambiarlo, però rischiavamo di mettere meno fisicità sulle palle alte. Gli stessi Martin e Norton-Cuffy potevano essere stanchi, ma avevano dei centimetri che mi servivano sul gioco aereo. Oggi ho fatto così. Non siamo obbligati a fare tutti i cambi, però mi dispiace perché so che posso contare su giocatori fondamentali”.
Su Norton-Cuffy: “Norton-Cuffy è una bomba pronta ad esplodere, è un giocatore con una fisicità importantissima, una fisicità che hanno le squadre di vertice in Europa e deve imparare a gestire la sua forza, deve imparare a gestire gli spazi, deve imparare a capire come usare quella fascia per poter essere devastante. Ci stiamo lavorando tanto perché è un ragazzo fantastico, curioso. Facciamo tanti video e gli mostro quelli che fanno il suo ruolo e lo fanno nella stessa maniera. Ha visto video di Bellanova, spesso gli faccio vedere Palestra che secondo me è il più forte che c’è in circolazione. Cerco sempre di motivarlo perché per me lui può diventare veramente il più forte di tutti. Il gol è stata la conseguenza del fatto che gli diciamo sempre, di crederci, di arrivare, di andare a chiudere, proprio perché questo modulo è nato con Gasperini che faceva tanti gol da quinto a quinto, quindi cerchiamo sempre di far chiudere l’area. Siamo contenti per lui oggi aveva un avversario scomodo, con la Fiorentina aveva un avversario scomodo, con l’Atalanta l’ho messo in un’altra posizione e non ha fatto una piega, quindi sono molto contento”.
Come stanno Østigard e Frendrup?
“Avete fatto bene a dire delle assenze, ma non tanto per le assenze e non tanto per prenderci i meriti come se la partita fosse stata più difficile senza quei giocatori, ma per citare Masini e Otoa che sono stati fantastici. Patrizio gioca tante partite, è un giocatore che forse sto penalizzando, nonostante si alleni a mille sempre e ogni volta che entra da sempre tutto. Otoa ha fatto due partite da novanta minuti intense, forse più intensa questa che quell’altra che abbiamo perso 4-0 dopo cinque settimane fermo. Pochi giorni fa ha marcato forse uno degli attaccanti più forti d’Europa che è Scamacca, oggi ha preso tutta la partita pallonate e spallate con Davis che fisicamente è un’altra bestia. Sono contentissimo della sua tenuta mentale, tattica e tecnica. Lo stesso vale per tutti gli altri ragazzi. Frendrup e Østigard li valutiamo in questi giorni: penso che non siano infortuni molto lunghi. Entrambi avevano dato la disponibilità a giocare, ma sappiamo di poter contare su tanti giocatori forti e quindi non andiamo a rischiare gente che sta così così. Preferiamo puntare su quelli che sono sani perché ci fidiamo di tutti“.
Infine, un passaggio sul ritorno al gol direttamente su calcio di rigore del Genoa dopo 582 giorni dall’ultima volta: “Ne abbiamo battuti in questo settimane, ne abbiamo battuti prima dell’Atalanta perché pensavamo di poter pareggiare e andare ai rigori. Abbiamo cercato di batterli per allenarci. L’unica cosa che chiedo loro è di non cazzeggiare quando si battono i rigori perché capita che chi va a battere i rigori fa lo scavino, tira d’esterno, tira il rigore che poi in partita non avrebbe mai il coraggio di tirare. Ho detto loro “tirateli come lo tirereste domenica al novantesimo”. E abbiamo visto come lo tiravano! A scegliere Malinovskyi non è che ci vuole uno scienziato per fargli battere i rigori, però ce ne sono altri: li batte benissimo Martin, li batte benissimo Grønbæl, li batte benissimo Messias, li batte benissimo Stanciu. Abbiamo giocatori che possono tirarli bene e anche per i ragazzi che li hanno sbagliati, Cornet o Colombo, magari più avanti capiterà l’occasione”.
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