Vieira dal primo giorno di allenamento ha cercato di iniziare l’adattamento del gioco del Genoa al calcio europeo.

Due gare di campionato hanno scatenato tuoni e fulmini da parte della critica per non aver realizzato neanche una rete, dimenticando di una sola rete subita, generata da un eccesso di regolamento sbagliato del Direttore di gara.

Opinioni non solo dei tifosi. ma anche di addetti ai lavori ed ex calciatori che hanno poca pazienza, pur avendo vissuto situazioni simili, oltre a nessuna soluzione in tasca per risolvere il problema del gol. Tutto legato solamente al numero di modulo.

Vieira non ha voluto inventare nulla iniziando una stagione portando esperienze europee e un diverso metodo di lavoro, un’alternativa al calcio italiano. Tutto capito e assimilato dai giocatori, altrimenti sarebbe stato respinto già nelle amichevoli di agosto.

Nelle prime due giornate di campionato, paradossalmente, pur avendo trequartisti di qualità, è stata soprattutto la fase difensiva ad avere successo. La prima attenzione era non far tirare in porta gli avversari: contare quante volte hanno tirato verso Leali il Lecce e soprattutto la Juventus.

Il Grifone ha fatto pressing per riconquistare il pallone e, quando serviva, lo spingeva fino dentro l’area di rigore contraria.

Vieira ha cercato equilibrio e qualità sapendo di avere una squadra particolare. Contro la Juve ha inserito Ellertson, un “tuttocampista” sulla corsia laterale al posto di Gronbæk, ritrovando, considerato l’avversario, equilibrio nelle due fasi di gioco.

Probabilmente il cruccio del tecnico e dello staff è di aver supportato poco il centravanti di turno, operazione che ha scatenato durante la sosta polemiche sui centravanti a disposizione nella rosa del Genoa.

In questa sosta, più che in seguito, considerato che mancavano 11 calciatori impegnati con le nazionali, avrà studiato con lo staff la ricerca dell’equilibrio da mettere in atto dagli allenamenti di questa settimana anche nella fase offensiva.

Nel calcio puoi cercare di arrivare dove vuoi, basta mantenere l’equilibrio in una partita. Il calcio è una fotografia che per essere nitida ha bisogno di luci e ombre nella giusta misura.

L’equilibrio in una partita di calcio deve iniziare dalla fase difensiva, o fase di non possesso, e bisogna lavorarla bene da parte dell’allenatore tramite azioni individuali e collettive. L’equilibrio si ottiene curando il lato debole della squadra in un determinato momento, dove ci sono un limitato numero di calciatori solitamente non in grado di coprire tutti gli spazi di quella zona del campo.

Stranamente, visti i giocatori in rosa, nelle due gare di campionato giocate la debolezza si è vista davanti alle aree avversarie. L’equilibrio si ottiene con le catene di gioco laterali, soluzioni che il possessore di pallone ha in un determinato momento della gara: operazione riuscita non con continuità, con Norton-Cuffy e Martin.

L’equilibrio si cerca con dei triangoli sul campo, dribbling. Una disposizione che prevede sempre il giocatore in possesso di pallone con almeno due soluzioni di passaggio: interno o esterno. Operazione non sempre riuscita contro la Signora per la non buona giornata di Stanciu e Carboni.

Per dare equilibrio occorrono giocatori che bilancino il gioco della squadra. Coloro che dettano i tempi della manovra e decidono se attaccare sul lato forte o portarsi sul lato debole, quindi se sfruttare la catena di gioco laterale o cambiare catena con dei cambi campo (operazione fatta solamente quattro volte nelle due gare giocate, pur essendo compagni liberi con le mani alzate sulla linea laterale opposta per ricevere il pallone).

Danno equilibrio i giocatori che sono in grado, velocemente, di partecipare a una transizione positiva o negativa.

Contro il Como dei presunti miracoli, Vieira e lo staff cercheranno, oltre a più copertura sulle corsie laterali, di non permettere il dribbling ai centrocampisti avversari, liberare la fantasia in avanti di Stanciu, Valentin Carboni, Messias, Malinovskyi, importa poco chi gioca, per appoggiare la prima punta.

Equilibrio potrebbe significare meno fantasia e più copertura per scatenare l’uno contro uno dei trequartisti o del trequartista, considerato che ne hanno le possibilità.

Altra raccomandazione di Vieira sarà di essere sfacciati, sfrontati, di tirare in porta e non tentare il passaggio vedendo i 7 metri di porta: sbagliare fa parte del gioco del calcio. Il tecnico francese cercherà l’equilibrio, e anche chi ama il Genoa dovrà trovarlo nel giudizio, non mettendo da parte la fiducia, un bisogno profondo per un giocatore di avere lo spirito tranquillo, condizione essenziale dell’attività calcistica.

Il fatalismo è una dottrina che cerca di contraffare il gioco del calcio, ma in questo momento non serve al Vecchio Balordo.


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