Una partita difficile da raccontare Genoa-Lecce, per un cronista che ha vissuto le 5 gare amichevoli più la Coppa Italia vedendo il bicchiere più pieno che mezzo vuoto per quanto riguarda il gioco che cercava Vieira.
Contro il Lecce il Vecchio Balordo non è riuscito a rispettare l’agonismo, sempre in ritardo sulle seconde palle; sono mancate spesso la tecnica, ma soprattutto la tattica, senza la quale non è pensabile giocare un incontro degno. E poi troppi palloni sbagliati, soprattutto negli ultimi trenta metri.
Merito del Lecce, solamente uno nuovo nell’undici iniziale (Camarda), e del suo tecnico, che come sempre in ogni campionato parte indiavolato nel pressing ultra-offensivo. Paradossalmente tutto è finito per i salentini senza aver fatto sporcare le mani a Leali, neanche una parata, ma facendo prendere tanti “coccoloni” nelle ripartenze da dietro, compreso il portiere, a chi fa meno.
Ripeto: merito del Lecce e di Di Francesco, con il suo pressing ultra-offensivo che ha fatto saltare il primo possesso genoano marcando Frendrup, Masini e Stanciu quasi a uomo, non permettendo al Grifone di ripartire.
È successo solo tre volte, allargando il gioco con i cambi sulla corsia di sinistra, per giungere a tirare in porta al 19’ con Stanciu, al 31’ con Carboni (grande parata di Falcone). Nel secondo tempo solo possesso palla inutile, ottima rovesciata di Masini.
Difficile, anche nelle prestazioni dello scorso anno, vedere un Genoa poco alto e stretto nel cuore del gioco come contro i salentini.
Non ha funzionato bene la strategia sulle corsie laterali: gli esterni difensivi hanno fatto fatica ad aiutare i marcatori, gli attaccanti esterni non hanno pressato le fonti di gioco avversario e difficilmente si sono spostati verso l’interno per cercare lo spazio, sempre francobollati dagli avversari, sbagliando innumerevoli passaggi nel gioco corto.
Mai saltata la prima pressione del Lecce, per mancanza di combinazioni tecniche, tattiche e fisiche. Difficilmente i rossoblù hanno letto il gioco del Lecce cercando di utilizzare lo spazio disponibile e creare opportunità di passaggio.
Tutto ciò non ha permesso di costruire una buona strategia tra le due fasi di gioco che, in tante partite di agosto, avevano non illuminato ma acceso il gioco. Il Genoa ha sempre dimostrato di saper giocare molti moduli grazie alla flessibilità di giocatori completi in grado di aggiungere qualità ed esperienza.
Contro il Lecce non è successo perché Vieira è rimasto ancorato alla strategia iniziale per tutta la gara. Ad esempio, con il Vicenza con la baionetta in canna, Vieira e lo staff avevano risolto molto con Stanciu a fare il metronomo e con l’entrata di Ruslan, spostando il rumeno a sinistra, il gioco si era sviluppato. Vieira e il suo staff, per una volta, non hanno cambiato la musica del gioco con i cambi.
La croce della gara sarà sulle spalle di Colombo, peccato che nessuno si chieda quanti palloni giocabili da centravanti abbia avuto per poterlo giudicare completamente.
Genoa-Lecce bicchiere mezzo pieno: troppi gli eccessi in cui sono caduti (partenze da dietro, palleggio sbagliato corto e lungo), riflessi spenti, nervosismo, insofferenza al gioco avversario, quasi fiato corto, soprattutto intelligenza svanita: tutto difficilmente visto con Vieira in panchina.
Adesso, nell’ultima settimana che porta al calciomercato, tante le domande tra le molte chiacchiere che girano intorno al Vecchio Balordo. Per alcuni la positività resta sempre appesa a un filo: sport gradito e gratuito a chi vede sempre grigio e poco rossoblù, a quarti, il Vecchio Balordo.
Canta Jovanotti: “Io penso positivo perché sono vivo. Niente e nessuno al mondo potrà fermarmi dall’essere genoano”. Meglio positivo.
Keep calm, guardare i risultati della prima giornata di campionato: arriva la Juventus domenica prossima e il Grifone volerà nuovamente nel Tempio, ormai una consuetudine sempre gremito, partecipante e intelligente, eccetto qualcuno a cui le persone più navigate della Nord dovrebbero levare i fumogeni dalle mani per non farli tirare in campo, per di più senza motivo.
Una postilla sul regolamento del gioco del calcio arrivato dai soloni dell’IFAB lo scorso luglio. La regola degli 8 secondi di tenuta del portiere tra le mani nelle riprese del gioco non serve a nulla per non perdere tempo, se per battere un calcio di punizione diretto o indiretto si perdono minuti. Genoa-Lecce: quanti minuti di gioco effettivi si sono giocati? Pochi. Occorre il tempo effettivo di gioco!
R.I.P. in pace grande Sidio Corradi. Il Tempio ieri sera ti ha salutato con un lungo applauso come quando facevi gol e serpentine.
Genoa-Lecce | Vieira: “Pareggio meritato, ma dobbiamo fare meglio”









