Il Mondiale di calcio 2022 continua nell’ipocrisia tra diritti, censura e imposizioni. L’Iran muto che non canta l’inno, i cartelli sugli spalti contro la violenza sulle donne durante la gara, la FIFA preoccupata dai movimenti di protesta che vieta bandiere e soprattutto la fascia arcobaleno.

I capitani e le federazioni hanno fatto marcia indietro. I calciatori hanno replicato a chi li accusa di codardia ribadendo che giocare con un cartellino giallo senza giocare avrebbe condizionato le prestazioni loro e dei direttori gara. Sarà vero? Anche loro devono misurarsi con i petrol-dollari (tanti) messi a disposizione dall’Emiro.

Il responsabile della comunicazione tedesca ha detto che hanno subito un “ricatto”. In Germania non ci stanno al diktat della FIFA sulla fascia One Love, ma intanto una catena famosa e importante di supermercati ha rescisso il contratto con la Federazione tedesca.

Nel frattempo Infantino, Presidente della FIFA, tace. Ma per giustificarsi sabato dichiarò ad effetto, all’inizio della conferenza pre-Mondiale, di sentirsi “qatariota, africano, arabo, gay, disabile, lavoratore migrante”.  Meno male che ci sono i risultati a sorpresa a sollevare il morale dei calciofili e fare accendere i televisori con la speranza di vedere tanti Davide contro Golia.

L’ultima polemica è sull’aria condizionata a stecca nelle gare serali, pur essendoci la temperatura a 23 gradi. Chi ha giocato di sera è stato colpito da raffreddori e tosse. Oltre alla censura, la FIFA ha fatto un altro colpo di mano contro l’IFAB aumentando i tempi di recupero e facendo prove – che non sono più tecniche – di tempo effettivo. Persino sui risultati tennistici si recuperano tantissimi minuti…

Visti i ritmi accelerati dei tempi moderni nel mondo del calcio, la FIFA – e a ruota anche la UEFA – vogliono mandare in pensione l’IFAB (International Football Association Board) istituita  nel 1886 e composto da 8 “parrucconi” che si riuniscono una volta all’anno per decidere i cambiamenti  el Regolamento del gioco calcio, per adesso senza portare vantaggi al gioco. Basta leggere la circolare numero 1 in ogni mese di Luglio consegnata agli arbitri di tutto il mondo: solo fardelli da gestire da parte di Federazioni e arbitri.

L’IFAB, Organismo indipendente dalla FIFA, dopo il Mondiale in Qatar andrà in pensione dopo 136 anni? Per la FIFA sembrerebbe che le rivoluzioni non possano più aspettare i tempi dell’IFAB. Pierluigi Collina, il Presidente del Comitato arbitrale, alla vigilia del Campionato del Mondo era stato chiaro: “Abbiamo raccomandato agli arbitri di essere molto precisi nel calcolare il tempo da aggiungere alla fine di ogni frazione. Vogliamo evitare che una gara duri solo 40’ di gioco effettivo grazie ad un incidente, il trattamento di un infortunio, una sostituzione, un rigore, un cartellino rosso che spesso dura più di un minuto se non di più, il balletto dalla bandierina del corner sui finali di gara” (e noi aggiungiamo il consulto del VAR). Anche per questo il quarto uomo ai Mondiali calcola il tempo perduto.

Qualcuno ha pensato alla salute dei calciatori, tutto subito smontato con le cinque sostituzioni. Collina, che tutto sia stato fatto per garantire uno spettacolo migliore a milioni di spettatori in Qatar e davanti alle TV? Gli crescerà il naso, chi si godrà molto calcio in più, pagando, saranno piuttosto gli sponsor. Altro business della FIFA.

Tutto quello detto da Collina è già codificato nel Regolamento del gioco calcio alla Regola 7, sulla “Durata della gara”, al paragrafo 3: recupero delle perdite di tempo e per le manovre tendenti a perdere tempo è previsto il cartellino giallo, come specifica la Regola numero 12 “Falli e scorrettezze”. In realtà non è mai avvenuto, al massimo qualche volta a farne le spese sono stati solamente i portieri dopo almeno tre richiami.

Le prove tecniche di tempo effettivo partono da lontano, dal 1996, quando Vierchowod realizzò il gol del 3-3 al 93esimo contro la Cremonese scatenando un putiferio. L’arbitro Casarin propose subito che il quarto uomo rendesse pubblico il recupero attraverso il tabellone luminoso. Tutto avvenne l’11 febbraio 1996.

UEFA, FIGC, AIA (Associazione Italiana Arbitri) indicarono chiaramente il recupero: un minuto per ogni intervento di barella, 30’’ per ogni sostituzione, più i minuti dettati da circostanze particolari, ad esempio la perdita sistematica di tempo da parte di una delle due squadre. Attualmente per le 5 sostituzioni di ambo le squadre hanno codificato tre minuti di recupero. Al Mondiale stanno pensando di rendere pubblico anche il recupero del recupero.

L’idea della FIFA, con un dibattito tra favorevoli e contrari che va avanti da anni, è quella di due tempi da 30’ effettivi di gioco. Il colpo di mano nel Mondiale del Qatar sui recuperi avrà il suo effetto probabilmente anche nel campionato italiano, sempre stato la cavia preferita di Collina e Rosetti capi degli arbitri, il primo mondiale e il secondo europeo, a partire dal 4 gennaio 2023 quando riprenderà il Campionato diSserie A. E c’è curiosità se già da sabato le prime prove saranno in Serie B.

Se così sarà, a questo punto Leghe e Federazioni dovranno rivedere l’inizio delle gare serali se vorranno che i quotidiani – la maggior parte – chiuda prima delle 23.30 per non incorrere negli straordinari ai poligrafici. Il sistema di recuperi lunghi dovrà far rivedere anche i palinsesti delle televisioni.

L’idea, fino al tempo effettivo di gioco, potrebbe essere giusta ma FIGC e Leghe se vorranno metterla in moto dovranno metterla nero su bianco e non lasciare la discrezionalità, come accade nelle regole del gioco calcio, al direttore di gara o al quarto uomo.