A richiesta dei nostri lettori, ci siamo fatti spiegare da un addetto ai lavori le motivazioni del decreto di archiviazione del giudice penale. Il provvedimento di archiviazione delle accuse di truffa nei confronti dell’A.D. del Genoa Blazquez è molto lungo e dettagliato.
Abbiamo scelto di estrarre alcuni aspetti significativi relativi ad elementi eclatanti delle accuse rivolte a Blazquez da ACM, società controllata da A-CAP.
ACM ha sostenuto che Blazquez abbia agito fraudolentemente per favorire l’acquisto del Genoa da parte di Sucu per pochi denari, quando invece il sodalizio rossoblu avrebbe potuto essere venduto per cifre assolutamente superiori. Tuttavia, dalla lettura delle premesse del decreto del giudice penale (G.I.P.) che ha portato all’archiviazione delle accuse, emerge una realtà completamente diversa e opposta.
Sul finire del 2024, la F.I.G.C., la Banca Sistema, l’Agenzia delle Entrate e i fornitori erano sul piede di guerra nei confronti del Genoa. Il valore della società rossoblu, al tempo della delibera di aumento di capitale, si aggirava tra gli 11 ed i 14 milioni di euro. Per contro, l’eventuale ipotetico acquirente si sarebbe dovuto accollare quasi 300 milioni di euro di debiti per una società calcistica italiana non lontana dall’insolvenza.
E come si osserva nel decreto, non era così scontato che, in quelle circostanze, si presentasse qualcuno per acquistare il Genoa.
In questo scenario, la delibera di aumento di capitale da parte di Dan Sucu è stata approvata per un importo più che triplo rispetto al reale valore della società.
Vista la situazione debitoria in allora del Genoa, si trattava di un ingresso in Società a condizioni non esattamente favorevoli, contrariamente a quanto contestato da ACM.
ACM ha anche sostenuto che la mancata sottoscrizione dell’aumento di capitale del Genoa da parte di sé medesima sia stata frutto della mancata conoscenza dell’ordine del giorno dell’assemblea del dicembre 2024.
A prescindere dal fatto che la delega di 777 ad ACM a votare nell’assemblea dei soci del sodalizio rossoblu era contenuta in un contratto di mutuo tra 777 e ACM e che, evidentemente, non era opponibile al Genoa (come statuito anche in sede civile), anche in questo caso, dalla lettura delle premesse del decreto di archiviazione risulta una realtà opposta a quella presentata da ACM.
Dalle produzioni agli atti del processo penale emerge invece come, non solo, ACM fosse al corrente della delibera di aumento, ma anche che avesse persino dimostrato il proprio aperto disinteresse. In particolare, addirittura Don Dransfield (consulente di 777 e di A-CAP) si dimostrava cosciente del famoso ordine del giorno che prevedeva la delibera di aumento di capitale. Infatti, esattamente il giorno dell’assemblea, Dransfield chiedeva aggiornamenti proprio sugli esiti della delibera di aumento di capitale, dando così per scontato che il Genoa avesse comunicato l’ordine del giorno con la delibera di aumento sottoposta a soci e a terzi.
Alla luce di tutte queste evidenze, appare tutt’altro che sorprendente che il Tribunale di Genova, sia in sede civile che in sede penale, abbia avallato tre volte su tre l’operato della società rossoblu e del suo dirigente Blazquez.
E per finire un’annotazione. Il giudice penale che ha disposto l’archiviazione nei confronti di Blazquez ha contestualmente chiesto la trasmissione alla Procura della Repubblica di Genova delle dichiarazioni testimoniali di Paul Mann (funzionario di Banca Moelis, banca d’investimento che sembrava incaricata di trovare acquirenti per il Genoa) e di Jill Gettman (amministratore di ACM) che avrebbero rilasciato dichiarazioni ritenute false all’autorità giudiziaria genovese. Nel caso della testimonianza dell’ex presidente Preziosi, il Giudice non ritiene che ci sia la stessa sicurezza che le dichiarazioni siano false, tuttavia, ha valutato di trasmettere ugualmente gli atti alla Procura per le valutazioni del caso.
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