Il Genoa ci ha messo il cuore, ma alla fine la gara è stata risolta dall’unico fuoriclasse in campo: Lautaro Martinez, vera anima, goleador e assistman.
La delusione e l’orgoglio sono i sentimenti che prevarranno per la prima sconfitta dell’era DDR, che interrompe la striscia positiva ma non la consapevolezza, giornata dopo giornata di campionato, che il Vecchio Balordo se la può giocare con tutti.
Ha iniziato alla grande il Genoa, con il piano gara preparato che irretiva il Biscione con la pressione e la ricerca della fase d’attacco. La foto dei primi minuti è la giocata di Colombo, il cross rasoterra che Vitinha, per centimetri, in scivolata non riusciva a colpire con la porta nerazzurra spalancata.
L’Inter cerca sempre di mettere in campo i suoi lustrini, le sue luci, anche con spietatezza, e al primo errore castiga l’avversario: quello successo dopo 7’ di gioco con il gol di Bisseck, non un’arma letale ma un tiro innocuo che ha beffato Leali sul primo palo.
Da quel momento la gara è cambiata. Vasquez e compagni hanno cercato subito di reagire, ma il Biscione con il suo palleggio li ha messi a disagio, in particolare con i cambi di campo. Da uno di questi è nato il secondo gol di Lautaro che, prima a spallate, ha buttato giù Mercandalli e poi ha incrociato il tiro segnando.
Sono stati i dettagli a non confezionare il risultato positivo per il Vecchio Balordo, in particolare i cambi di campo già citati, mai effettuati dal Genoa, e il non aver sfruttato uno degli errori dei milanesi, tutti all’attacco con 50 metri di campo libero, con un passaggio lungo con i piedi o con le mani, cercando di sfruttare gli uno contro uno degli attaccanti genoani contro i difensori. Si è invece scelto sempre di partire da dietro, con l’Inter che aveva il tranquillo obiettivo di ridurre al minimo gli spazi disponibili, mettendo pressione per indurre all’errore.
Altro dettaglio contro la squadra più forte del campionato è l’esperienza in casa rossoblù, soprattutto in difesa: Marcandalli classe 2002 e Otoa classe 2004 sono sulla giusta via e diventeranno ottimi difensori sfruttando anche il loro fisico, ma contro l’Inter l’esperienza ha avuto la stessa utilità di un biglietto della lotteria dopo l’estrazione.
Nel secondo tempo il Genoa, dopo una ventina di minuti e il gol di Vitinha su assist di Ekuban, nell’unico pallone lungo sfruttato alla grande, ha messo in crisi il Biscione e Chivu, che per non strisciare è dovuto ricorrere ai cinque cambi con dei titolari.
Bravo nuovamente DDR ad aggiustare l’abito tattico a seconda delle esigenze del match per cercare di ottimizzare lo spartito, quasi con le stesse modalità di Udine: una mezzala di ruolo, Grønbæk, al posto di un mediano, Frendrup, e un attaccante in più, Ekhator.
La morale di Genoa-Inter per il Vecchio Balordo è che ci sono state risposte positive: Ruslan sempre più padrone del ruolo da play, Vitinha non solo per il gol segnato ma per il suo moto perpetuo. Per il futuro hanno fatto vedere che il Vecchio Balordo non può mai abbassare il livello di intensità contro nessuna delle altre 19 squadre.
Il Tempio ha riconosciuto che hanno dato tutto, con gli applausi finali, recependo che è stata una partita da giocatori veri contro una squadra forte.
Contro una squadra come l’Inter il Genoa non è stato perfetto, ma alla fine i nerazzurri non sono stati in grado di approfittarne giocando come avrebbero voluto, con la voglia di punire con altre reti, sventate da Leali.
Non resta che ricominciare. Vista la striscia positiva delle quattro gare dall’arrivo di De Rossi, ricominciare senza paura: le due prossime gare con Atalanta e Roma sono da affrontare come ieri sera al Ferraris.
Bisogna continuare sui passi già fatti, non solo per ripeterli, ma per cercare nuove strade, marcando stretto i dettagli e continuando con la grinta, il cuore e la personalità messi in campo in ogni gara.
Dopo la gara con la Dea, quattro giorni dopo, è Natale. Le palline rossoblù ci saranno già sull’albero di Natale e a De Rossi, allo staff e ai giocatori piacerebbe mettere il puntale sull’albero natalizio per accogliere festosamente il Santo Natale con il Popolo genoano.








