Udinese–Genoa valeva, eccome se valeva. Una partita in cui c’era in palio molto più dei tre punti. In ballo, visti i risultati altrui del sabato e della domenica, occorreva la consapevolezza di avere la possibilità di continuare ad aprire una finestra sul futuro con vista interessante e prepararsi ai tre scontri non impossibili viste le prestazioni, eccetto l’Inter, in questo momento del campionato.
Il Genoa vuole uscire dal limbo dove si era infilato e non sembra che ci siano scorciatoie. De Rossi lo ha capito subito, cercando di trovare una via più breve: fare punti, per lasciarsi alle spalle il complicato avvio di stagione, per cambiare orizzonte e aspettative non solo in classifica ma anche sul piano del gioco.
In ogni conferenza stampa lo ha ribadito: non è il suo modo di giocare quello che ha dovuto attuare per uscire dalle secche della classifica. A Udine ha dimostrato, con lo staff, di avere nelle corde flessibilità tattica e duttilità, adattandosi alle situazioni.
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: partita studiata bene contro un’Udinese tosta fisicamente ma non continua. La bravura di DDR è riuscire a stare dentro le proprie difficoltà e dentro quelle dell’avversario. Cinque risultati consecutivi non arrivano per caso.
Bravo il Genoa a capire subito, in un battibaleno, che la partita in Friuli, con l’Udinese forte della vittoria di Parma nel turno precedente, avrebbe provato a fare nel primo tempo un goffo tipo di forcing, senza gioco e senza vitalità. Tutto è saltato con un errore difensivo, dove Colombo ha dimostrato di crescere gara dopo gara, rubando il pallone e procurandosi un rigore.
È stata una gara dai ritmi blandi, non per tutti: Masini e Thorsby si sono divisi complessivamente più di venti km di corsa. La qualità del Genoa ha portato a casa il risultato in due giocate: oltre il primo gol, il secondo è la fotografia della verticalizzazione di Ekuban ed Ekhator, il ricamo di Messias sulla trequarti e il gol di Norton.
De Rossi, il Grifone sostenuto sempre dai suoi tifosi goduriosi dopo 1200 km A/R, lo ha rimesso in piedi a suon di garra e anche con qualche idea: Messias al posto di Ruslan è una di queste. Junior non ha fatto il metronomo, ma il play avanzato.
Peccato che il gol dei friulani sia nato ancora una volta da un errore di scalatura in fase difensiva dei centrocampisti esterni e dei difensori.
Le conferenze stampa di De Rossi possono porre fine alle analisi delle gare. Preciso, non si nasconde dietro un dito: “Peccato che dopo il primo gol abbia abbassato subito il baricentro”. Nominando Gasperini ha fatto capire che in futuro gli piacerebbe vedere i famosi triangoli veloci in grado di far saltare le difese avversarie.
Una nomination per Leali non tanto per le parate, non difficili, ma per i tre palloni agguantati in uscita oltre l’area di porta. Bravo Vásquez a far girare una difesa giovane, un sorriso per Otoa titolare dal primo minuto.
Bene anche il rientro in campo dell’arbitro Maresca dopo la squalifica seguita ai fatti in Qatar e l’operazione al menisco. Servirà a Rocchi prossimamente la sua esperienza. Il Genoa per adesso ha una qualità quasi nascosta ma ha la mentalità per giocarsela in ogni gara. Per farlo già con l’Inter, tutti devono convincersi che è davvero così.
Udinese-Genoa | De Rossi: “Fortunato ad ereditare questa squadra, ha valori umani importanti”








