A due giorni dalla sfida tra Udinese e Genoa, Daniele De Rossi, tecnico rossoblù, ha parlato in conferenza stampa a Villa Rostan: “L’umore della squadra è all’altezza giusta. Dopo una sconfitta 4-0 non si può festeggiare la partita precedente. Nonostante sia una partita preparata per farle nel migliore dei modi, sappiamo qual è l’obiettivo della nostra stagione. Non possiamo demoralizzarci. Abbiamo analizzato la partita, soprattutto nei primi trenta minuti in parità numerica. Abbiamo sbagliato alcune cose e altre fatte meglio. La partita è più facile valutarla in 11vs11. Il morale già il giorno dopo abbiamo lavorato per riportarlo in alto“.

Quali sono le condizioni dei calciatori?

Io sono abituato a fare la conferenza stampa il giorno prima, quindi ora è complicato fare un’analisi. C’è questa influenza che ci stiamo un po’ attaccando, ci sta dando fastidio in questo periodo. Abbiamo perso qualche giocatore, come Ekhator, Sabelli, Malinovskyi ed Ekuban. Erano acciaccati. Oggi abbiamo fatto un allenamento con tanti elementi, saremo tutti pronti per lunedì“.

Un mese bello denso come impegni: a Udine ti aspetti un Genoa come quello di Cagliari?

Se ripetiamo una partita come quella di Cagliari, usciremo contenti anche da Udine. Forse a Cagliari meritavamo di vincere, nonostante abbiamo pareggiato all’ultimo in quel modo. L’Udinese ha una grande fisicità, è una società che rispetto molto per come lavora da 30/35 anni senza mai retrocedere e quasi mai rischiare. Sarà una partita difficilissima. Per quanto riguarda il calendario, pensiamo ad una per volta. Quattro partite insieme non le ho mai vinte. Partiamo da questa che è quella meno di cartello delle prossime quattro. Prendere punti in ogni partita? A prescindere dal calendario, quando parti in modo lento ogni partita può permetterti di strappare la vittoria e fare i punti che ti permettono di fare quel passo per allontanarsi dalle zone pericolose. Proviamo a vincerle tutte, ogni partita può essere vinta“.

Il Genoa è la squadra che ha segnato di più insieme al Bologna nelle ultime quattro partite. Qual è il miglioramento che ti aspetta adesso nel prossimo periodo?

Nella difesa della nostra area e della nostra porta, parlo di tutto l’assetto difensivo. Dobbiamo lavorare meglio, dobbiamo essere presenti fisicamente. Non possiamo essere bravi ragazzi e dobbiamo essere più dominanti, se lo fossimo stati nelle ultime partite avremmo ottenuto più punti”.

Rivedendo la partita di Bergamo, ha avuto segnali positivi che possono fornirle anche indicazioni interessanti in vista delle prossime partite?

Siamo andati a prenderli uomo contro uomo, la squadra non ha paura di farlo. Quando vai a prendere a uomo queste squadre possono accadere situazioni come l’espulsione. Sono stati bravi loro a mettere la palla di prima e d è stato bravo Bellanova ad attaccare lo spazio. L’unica cosa da fare era forse non fare fallo. Decideremo di partita in partita se andare forte come a Bergamo, questo è una risposta che volevo. L’hanno fatto senza battere ciglio e con coraggio. Credo che in 11vs11 avremmo continuato a farlo. In mezz’ora si è visto come alcuni abbiamo approcciato la partita. Per esempio Fini, un 2006: se sente il pallone scottare e lo passa dietro non è la fine del mondo, ma se fa quello che ha fatto lui vuol dire che il giocatore c’è e vuole determinare. Può giocare a destri, sinistra e sottopunta. Faccio il suo esempio perché è uscito più malconcio dalla partita, ma è un ragazzo fantastico. In quei trenta minuti ha provato a vincere la partita e far vedere le cose che fa in allenamento. Ha provato a fare qualcosa. Accetto giocatori che sbagliano, non quelli che non determinano e non vogliono essere protagonisti“.

In questo inizio di stagione il Genoa soffre molto i corner degli avversari e lunedì giocate contro una delle squadre più fisiche del campionato. Su cosa avete lavorato?

“Lavoriamo sulla presenza. Si può marcare ad uomo o marcare a zona, si può essere spenti e trasparenti, ma anche presenti, attivi e nitidi, sia nel duello sia nell’infastidire la corsa dell’avversario sia nel presidiare l’area. Stiamo ripetendo queste situazioni, ripetiamo molto i calci piazzati. Non possiamo far crescere i nostri. L’Udinese è una squadra che costruisce i giocatori con queste caratteristiche tecniche e di struttura. Ho fatto una battuta ai ragazzi dicendo che giocheremo contro undici Norton-Cuffy. Sono quei giocatori lì. Dobbiamo essere pronti ad una partita che potrebbe essere molto fisica, sia sui calci piazzati che a partita in corso”.

Norton-Cuffy l’ha provato come braccetto, anche se sta dimostrando di essere un quinto di centrocampo. Come l’ha trovato?

“L’ho trovato benissimo, a me piace molto. Deve continuare così. Ha sete di sapere e di migliorare. Chiede, è curioso e sa le qualità tecniche e fisiche che ha. Può spaccare il mondo. Deve mettere dentro la conoscenza del suo corpo e delle sua capacità tecnica, imparando tanto a giocare coi compagni. Se deve prendere spunto da qualcuno, per esempio, può farlo dal giocatore che abbiamo visto mercoledì, Bellanova. È molto simile a lui fisicamente, non credo sia più forte di lui tecnicamente. Ha imparato a giocare l’uno-due, a sfruttare gli spazi e ad andare in profondità. Noi dobbiamo lavorare su questo, sui nostri giocatori. Dobbiamo migliorarli. In lui c’è un potenziale incredibile. Volevo vederlo in quella posizione, che non è sua, perché avevamo anche Sabelli con la febbre. Volevo vedere qualcosa di utile per la partita, ma anche in ottica futura. Se avessi avuto un’altra partita per provarlo l’avrei messo a sinistra, per rientrare sul destro e sfruttare la forza fisica per andare sul piede forte. Un’altra partita, però, non c’è e lunedì giocherà a destra”.

Davanti Colombo e Viitnha hanno più fiducia: come li ha trovati?

“Stanno bene. L’attaccante è una razza particolare, ci andavo poco d’accordo quando giocavo. Ora me li coccolo perché sono un po’ a mondo a parte. Vivono di questa simbiosi, di questo tipo di connessioni e di questi alti e bassi morali in base a quanto segnano o quanto assist fanno. Loro si stanno divertendo in campo, io sono contento di loro ma voglio di più e sempre di più. Devono giocare sempre come a Cagliari. Devono essere più attaccanti. Vitinha mi piace come sta giocando, ma ha qualche gol in più tra quelli che ci ha fatto vedere nel suo repertorio. Sono molto contento anche di Ekuban e di come ha giocato Ekhator, che ha fatto una partita di sacrificio contro uno dei difensori più forti del campionato. Ha preso botte a destra e sinistra, anche in inferiorità numerica. Non ha fatto il bambino, ma il giocatore grande: l’ho apprezzato molto. Anche Caleb è entrato, ha dato strappi e ha fatto vedere che abbiamo un reparto d’attacco fortissimo parlando di attaccanti puri. Poi abbiamo i vari Messias, Carboni e Fini e altri che mi dimentico. Abbiamo un reparto interessante e inizia ad esserci più fiducia”.

Sul sorteggio dei Mondiali e sul possibile girone dell’Italia: “Non farei commenti sul girone, siamo una squadra molto più forte di quella dipinta negli ultimi mesi. Abbiamo la potenzialità di passare quel girone e per arrivarci a quel girone. Abbiamo due partite che saranno difficili, la seconda fuori casa: nessuno ce le regala. Abbiamo sbattuto il muso con squadre non super blasonate negli ultimi anni. Se non fossi scaramantico, direi che l’Italia potrebbe vincere sia l’eventuale spareggio sia il girone, ma la Svizzera ci ha già messo avrebbe tutte le possibilità di passare”.

Su Cornet e Grønbæk: “Cornet si è allenato un po’ dentro e un po’ fuori con noi, non volevamo fargli fare l’allenamento al 100%. Credo sia presto per Udine. Albert sta continuando il suo percorso, ha avuto qualche acciacco. Per il resto dovremmo esserci“.

Su Zaniolo: “L’Italia ha tantissime risorse, non permetto di dare consigli. Ha fatto la scelta giusta, dove si lavora in mezzo a gente seria e organizzata. Mi fa piacere vederlo ai suoi livelli, che sono ancora più alti. Fisicamente è una bestia. Ogni tanto ci sentiamo, io ho conosciuto un giocatore con potenzialità pazzesche. Ho conosciuto un bravissimo ragazzo, ho un bellissimo ricordo di lui. Le carriere hanno mille strade, a volte si scivola. Lui prometteva una carriera diversa. Ma è ancora giovane, ha ripreso la rincorsa. Stesse buono lunedì ma mi auguro che possa riprendere da dove aveva aveva lasciato“.