Neanche un po’ di frizzantino dentro la Coppa del Genoa. Come da copione, l’Atalanta vince gli ottavi di finale, una competizione che continua ad essere vuota e, per problemi televisivi, giocata alle 15 di un giorno feriale.
Frizzantino che era difficile degustare dopo l’annuncio delle formazioni. Palladino aveva annunciato un ampio turnover, sollecitato dalla proprietà che vuole entrare in Europa attraverso la Coppa Italia. Ha lasciato fuori giocatori reduci da infortuni, come Scalvini ed Ederson; altra assenza per la forma, dopo aver saltato la preparazione, è stata quella di Lookman. L’unico titolare assente è stato Zappacosta.
De Rossi ha risposto con 6 giocatori: tre visti in campo difficilmente (Otoa, Stanciu, Fini), altri a tempo, eccetto Ekhator, con una o due gare dall’inizio, e Masini, sempre subentrato nei secondi tempi.
Formazione con una difesa a tre inedita, con Norton-Cuffy che non gradisce, Otoa al debutto sotto la guida De Rossi e Vásquez: giocare a tre non è facile. Centrocampo solo di “garra”, con Masini e Frendrup, ma con Stanciu poco partecipe nel ruolo di metronomo. Davanti Ekhator e Valentín Carboni, sempre in campo, che non riesce a far capire le sue modalità di giocatore, con l’Inter che potrebbe riprenderlo a gennaio per scambiarlo con un mediano del Pisa.
Formazione con poca fisicità che ha patito corner e calci di punizione dalla trequarti, operazione che non riesce tanto bene anche quando ci sono i giganti. Anonimo in avanti, eccetto la lotta contro tutti di Ekhator e Fini, l’unico a provare superiorità con il dribbling. Prima e ultima rete della Dea con lo stesso difetto genoano di altre gare: avversario solo nei pressi dell’area di porta su palloni inattivi.
Il rosso a Fini, con fallo da ultimo uomo, giusto: non si può buttare la croce sul migliore in campo per 40’; bisogna chiedere dove fosse colui che doveva fare la diagonale per intervenire. Fino a quel momento si era giocato in 10 ugualmente, con Carboni non presente.
Nel secondo tempo, oltre alla sostituzione di Carboni, DDR avrà pensato di non prendere la goleada, giocando in una gara secca dove contava la vittoria, con una sorta di 4-4-1.
Le sostituzioni di Cuenca e Venturino negli ultimi minuti non potevano creare effetti. Importante non pensare che la goleada della Dea sia arrivata per questo motivo: basta guardare gli HL. La morale della gara era che la Dea era viva e il Vecchio Balordo si è fatto aggredire senza mai trovare lo spunto per ripartire.
Da cronista sono stato ai fatti: il riferire significa dimenticare. Così stanno le cose e così vanno, e andranno fino al 2 gennaio 2026, quando inizierà il calciomercato di riparazione. In questo momento non ritardare sul mercato l’arrivo di un difensore centrale atletico, in grado di rimediare alle sbavature ed evitare i soliti errori, è fondamentale. In questo momento, infatti, preoccupa più la difesa che l’attacco. Perché regga l’organizzazione a tre o a quattro occorre intervenire subito.
Lunedì riprende il campionato. Importante continuare con il vento in poppa delle ultime quattro giornate. Servono punti, e per fare punti bisogna fare gol, ma anche non prenderli in fotocopia.
Rassegna Stampa | Genoa, crollo a Bergamo manda segnali chiari: bisogna intervenire sul mercato









