A margine dell’evento “Sport4Right: cultura della sicurezza, valore dello sport” tenutosi questa mattina alla Badia di Sant’Andrea in collaborazione con Terre des Hommes, il Responsabile del settore giovanile del Genoa, Roberto Trapani, ha rilasciato alcune dichiarazioni:

Siamo felici di ospitare un evento come questo nella nuova casa del settore giovanile e femminile. Nella progettualità delle nostre linee guida, sotto l’impulso del Comitato di Safeguarding, stiamo dedicando risorse ed energie per aggiornare i riferimenti dei modelli organizzativi, assolvendo le funzioni di responsabilità sociale insite all’identità del club. Adottare un progetto pilota come Sport4Rights è un passo fondamentale per garantire ai nostri giovani i migliori standard“.

L’aspetto principale è l’aspetto formativo per i ragazzi – ha aggiunto Trapani – Sappiamo che tanti di loro non saranno calciatori e quelli che lo saranno dovranno essere un esempio per tutti coloro che non saranno riusciti a coronare tale sogno. Abbiamo un doppio aspetto da tutelare, quello morale e quello educativo. La presenza oggi del tecnico della Primavera e dello staff Primavera fino ai coordinatori di area, fin da piccolini – e soprattutto la presenza della segreteria generale della prima squadra e del Direttore generale – credo testimonino quanto concretamente le tematiche trattate debbano essere concrete e ribadite in campo. Credo anche che, ad oggi, il Genoa stia facendo qualcosa di singolare e importante che ci dà molta responsabilità. Il fatto di avere oggi 39 ragazzi è una responsabilità importante, al di là dell’aspetto calcistico. Quello che chiediamo agli allenatori è di cercare di entrare individualmente in empatia con ciascuno di loro. Non alleniamo piccole squadre, piccoli giocatori, ma singoli individui. Soprattutto educhiamo singoli individui e la parola “educare” significa “tirare fuori”.

Dobbiamo essere bravi a tirare fuori, al di là di quelle che sono le capacità tecniche, il fatto che lo sport diventi una palestra di vita – ha proseguito Roberto Trapani – Non solo nel senso di sacrificio, ma anche nel senso di trovare obiettivi di apprendimento. Noi sappiamo di dover creare, nel settore giovanile, dei contesti di apprendimento e sappiamo che l’emozione fissa l’apprendimento. Se non c’è questa emozione, non abbiamo apprendimenti a lungo termine. Cerchiamo di mettere in atto una metodologia che sia integrata tra le aree, dall’area tecnica all’area psicologica. Non sappiamo quale di queste aree possa incidere di più rispetto ad altre sulla prestazione sportiva. Posso soltanto citare quello che è stato il maestro della tecnica, Mino Favini, che diceva: a parità di qualità tecniche, i giocatori giocano in sette categorie di differenza. Significa che la componente mentale ed extracalcistica incide molto sulla prestazione. Quello di oggi non deve essere un punto di arrivo, ma di partenza, e siamo a completa disposizione per tutte le migliorie che possiamo portare ai ragazzi. Anche perché il primo principio dell’apprendimento è per imitazione, quindi anche le figure educative che stanno coi ragazzi devono essere dei leader nel loro campo”.


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