La nona giornata di campionato l’abbiamo saltata, considerato che il commento sarebbe stato in ritardo: dopo 36 ore si giocava la decima giornata di campionato. Nel turno infrasettimanale Napoli e Roma si sono ripresi la vetta. Il Milan ha rallentato contro la Dea, in crisi di vittorie e con tanti pareggi. Non è una novità il Como a ridosso dell’Europa dopo i tanti euro spesi. La sorpresa è la Cremonese che sbanca il Ferraris e porta il Genoa in uno psicodramma. Il Sassuolo pirata sull’isola sarda, la Fiorentina perde malamente con l’Inter e il Direttore Sportivo Pradè si dimette.

La decima giornata tra alti e bassi in testa alla classifica potrebbe vedere Napoli e Inter giocarsi lo scudetto, ma su entrambe incombe la Champions. Più tranquillo il Milan di Allegri, senza Coppe. Occhio alla Roma che, con le alchimie di Gasperini, è lì appiccicata: se lo aspetteranno, faranno fatica a non confrontarsi. Spalletti ha preso a rimorchio la Juventus e l’ha già mezza ribaltata.

Ad inseguire è il Como, vista la ricca proprietà: più che il campo, non vorrà mollare l’occasione europea, pronta ad investire a gennaio, senza giocare in Australia. All’appello manca solamente la Dea di Juric. La Lazio di Sarri, aspettata, è avanzata: tocca a Lotito aprire il portafoglio nel mercato di riparazione.

Nella parte destra della classifica rimangono in crisi la Fiorentina e il Genoa. Bingo a Reggio Emilia: bastano due risultati da tre punti per giocarsi la salvezza. Il Lecce e il Cagliari, a nove punti ma con cinque sconfitte per entrambe, in questo momento sono in fuga dalla zona rossa, con Parma, Pisa e Verona a combattere.

Sono i rigori, quasi tutti giusti, che fanno la differenza in testa alla classifica: il Napoli ha tre punti in più con Milinkovic tra i pali, il Milan almeno due con Maignan.
Se non escono le prime firme, gli arbitri e il Var lasciano sempre perplessi: grazie ai giochi di prestigio dei moviolisti nazionali, rimangono a galla.

Udinese-Atalanta 1-0. La Dea così brutta e confusionaria non sarà stata aspettata da Juric. La famiglia Pozzo invece gode: ha scommesso su Zaniolo, e il fantasista, al terzo gol, li porta alle spalle dell’Europa.

Napoli-Como 0-0. Il Napoli ha frenato in casa con il Como “milionario”. Ringrazia Milinkovic-Savic che prima commette un rigore in uscita e dopo para la massima punizione a Morata. I lariani hanno messo a soggezione Conte con il loro movimento, pressing e dribbling. Cresce il Ciuccio nel secondo tempo, facendo fatica a scardinare la difesa comasca. Gioia di Conte anche se ha pareggiato al Maradona, consapevole, oltre la partita caratterizzata da un’intensità agonistica elevata, di aver avuto di fronte una squadra solida e pericolosa.

Cremonese-Juventus 1-2. Parte col piede giusto Spalletti alla guida della Signora vincendo in casa della temibile formazione di Nicola, sempre sul pezzo. La Juventus ha dominato la gara e la mano di Spalletti è apparsa tatticamente nel cambiare ruolo ai calciatori. La Cremonese nel finale però ha spaventato la Signora con il secondo gol di Vardy.

Verona-Inter 1-2. L’Inter è fortunata ed ha vinto una partita sporca, come ha detto Chivu in conferenza stampa: “Sono le gare che possono dare una svolta”. Il Verona si è chiuso bene come contro tutte le grandi, non dovendo fare gioco: ha fatto un gol e preso un palo, spaventando un biscione che, sotto il diluvio, ha strisciato in particolare in attacco.

Fiorentina-Lecce 0-1. Non è più viola il colore della Fiorentina, ma nero. Al Franchi, a fine gara, pensavano al risultato del Genoa per non essere ultimi in classifica. Allenatore, squadra, società — con le dimissioni di Pradè — al buio completo. Pioli, in confusione, cambia tutto il centrocampo nell’intervallo senza risultati, e il Lecce ne approfitta per dare un sospiro di sollievo vincendo una gara che conterà a fine stagione.

Torino-Pisa 2-2. Il Toro cerca continuità dopo 5 risultati utili consecutivi. Cairo ha trovato il vero centravanti in Simeone, con 4 reti all’attivo. Gilardino giustamente ha assaporato il gusto della prima vittoria, mettendo il Toro in crisi di fare uno scatto ma non nel gioco completamente. Il pareggio è giusto: Gilardino poteva portare via anche i tre punti.

Parma-Bologna 1-3. La solidità del Bologna ha avuto la meglio nel derby emiliano, ma ha avuto, sotto un diluvio, l’aiuto di un cartellino rosso ai ducali alla fine del primo tempo. Parma in vantaggio all’avvio della partita, i felsinei hanno pareggiato prima della mezz’ora. A 35’ il rosso a Ordonez, e per Italiano, ancora convalescente, tutto è andato sul velluto prendendo il controllo del gioco. Parma, sesta sconfitta su 10 gare, ma il giovane allenatore è tranquillo, sicuro di essere sulla buona strada.

Milan-Roma 1-0. Nella gara per ricordare il maestro Galeone, salito in cielo, i suoi due allievi preferiti, Allegri e Gasperini, hanno dato vita a una partita che gli avrebbe fatto piacere: combattuta, intensa, con tanti tiri in porta. Ha vinto il Diavolo perché ha un diavolo in formazione: Leao, con le sue accelerate, ha fatto la differenza nel secondo tempo. Ha perso Gasperini perché Dybala ha sbagliato il rigore e per la mancanza di un centravanti da alta classifica. Al Milan mancano Pulisic e Rabiot continua a folleggiare sulle giocate al goniometro di Modric. A Gasperini il G&G — Gaspe e gioco — ci sono, manca la terza G, quella del gol: gioca con il falso nove, urge a gennaio una vera punta.

Lazio-Cagliari 2-0. Il Cagliari, pur giocando quasi meglio, è stato affondato da una Lazio brava ad approfittare della perdita di efficacia e intensità dei sardi. Secondo risultato utile per Sarri, che per fare risultati ha dovuto mettere da parte il “sarrismo”, confermando di essere un tecnico preparato non solo con una sola strategia. Cagliari in crisi: nelle ultime sei gare solo due punti conquistati. Pisacane, il tecnico, potrebbe rischiare l’esonero se non farà risultato in un campo difficile come quello di Como.

Sassuolo-Genoa 1-2. Il morale della squadra, visto non solamente dopo il gol di Ostigard, da molto basso si è alzato nello spogliatoio e sul pullman. Al risveglio, al mattino, visti i titoli che danno per certo l’arrivo di un nuovo tecnico, si sarà nuovamente abbassato. Perché la società non interroga i calciatori più quotati sull’argomento? Il loro parere sarebbe molto importante: al Genoa serve tranquillità. La società non deve dimenticarsi che non solo gli allenatori confezionano risultati, ma in particolare il centravanti, la prima punta. Sicuri che Diego Lopez in Emilia starà già lavorando con anticipo, visto e considerato che nel mercato di riparazione i numeri 9 saranno i più ricercati, vista la crisi del gol. Basta guardare la testa della classifica cannonieri, dove in cima ci sono mediani e mezze ali.

Bravi Murgita e Criscito, probabilmente non solo loro, ad invertire il sistema di gioco per non entrare in una spirale negativa, e tutto sarà stato capito anche dalla Dea Eupalla con quel gol al 93’ di gioco: qualcosa non avvenuto nelle nove precedenti giornate, anzi al contrario, con il Vecchio Balordo alla carica per cercare il pareggio e punito in zona Cesarini. Il Sassuolo e Grosso hanno perso perché hanno sottovalutato il Grifone, che non era riuscito a volare nelle nove precedenti gare conquistando punti.


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