Como-Genoa deve essere l’occasione giusta per riportare dentro il “Caruggiu” il Vecchio Balordo e Vieira: dopo due settimane di sosta, in molti sono convinti delle proprie ragioni, in disaccordo sul modulo con due centrocampisti e sul futuro dei centravanti.
Riprende il campionato e lo “starter”, l’assaggio, l’aperitivo del Vecchio Balordo nelle prime due giornate è stato agrodolce con il pareggio contro il Lecce e il mancato pareggio, vista la prestazione, con la Juventus.
Un assaggio succulento del Genoa di Vieira contro la Juventus, gradito solamente da coloro che hanno riempito il Tempio, visti gli applausi a fine gara, e i tanti mugugni nelle due settimane di sosta.
Da lunedì, però, preoccupazioni: la musica deve cambiare. Con il mercato chiuso e due mesi di lavoro, a singhiozzo fino a mercoledì scorso viste le assenze dei nazionali, inizia un mini-torneo di quattro partite prima della prossima sosta per la nazionale: tre in trasferta (Como, Bologna, Napoli) e la Lazio tra le mura amiche, senza dimenticare la Coppa Italia contro l’Empoli.
Non male: 5 gare in 24 giorni che dovranno testare sul prato verde le qualità tecniche e tattiche della rosa, soprattutto i movimenti di squadra, la capacità di migliorarsi gara dopo gara e trovare soluzioni ai problemi visti nelle prime due giornate.
Inutile fasciarsi la testa in anticipo: la Serie A ha dimostrato nel recente passato, e sta dimostrando, di riservare sorprese, considerando che Bologna e Napoli affronteranno il girone di Champions e la Lazio balbetta.
La prima con il Como è un esame probante, ma Vieira e Aitor Unzué, suo vice spagnolo ed ex collaboratore di Luis Enrique, conoscono a memoria il “giochista” Fàbregas e il suo modo di trastullarsi con il gioco di posizione, il possesso palla del Barcellona che vorrebbe importare in Italia.
Nella partita di domani sera il Genoa dovrà mettere in campo pressing collettivo: lo scorso anno le statistiche lo hanno paragonato a quello dei lariani, pronti a concedere pochi passaggi prima dell’intervento difensivo e preparati nei recuperi con velocità, per non partire già con il sale sulle ali del Grifone.
Contro il Como non dovrà essere una gara di mezzi spazi o di calcio relazionale, ma un blocco unico. Vieira e lo staff avranno cercato l’equilibrio giusto, in particolare per non permettere al Como di trovare transizioni e dribbling in tutto il perimetro del campo. Il Grifone dovrà essere bravo e attento a non concedere.
La formazione del Genoa che giocherà domani sera arriverà alle 20. In questo calcio moderno tutto sarà mosso da un principio tattico da rispettare in base agli avversari. Non è una questione di modulo o di giocatori, ma di posizioni sul terreno di gioco.
Il Como, soprannominato in Lombardia “Hollywood del calcio”, non solo per gli uomini di spettacolo che riempiono la tribuna sul Lago nelle gare casalinghe, ma anche grazie a una proprietà indonesiana che in tre sessioni di mercato ha speso 200 milioni per accontentare il tecnico.
Il Como – e in particolare Fàbregas, che vuole diventare il novello Guardiola – hanno ambizioni europee: la società si è già mossa, in anticipo, per prenotare lo stadio di Udine per le gare casalinghe in caso di qualificazione, vista l’inadeguatezza del vetusto Sinigaglia.
Fàbregas, spocchioso in alcune dichiarazioni, avrebbe potuto evitarle. Alla domanda sul perché abbia scelto solo calciatori spagnoli, la risposta è stata: “Perché in Italia non ce ne sono”. Probabilmente troppo impegnato, non ha mai visto giocare Under 19, 20 e 21 azzurre.
Rispetto alla scorsa stagione il Como ha in più Jesús Rodríguez, Nicholas Kühn, Martin Baturina, Jayden Addai, Jacobo Ramón, Álvaro Morata.
Fàbregas ha fatto spendere i milioni indonesiani come la sua icona Guardiola, investendo nel dribbling non solo di ali e trequartisti, ma anche di difensori e centrocampisti, con la stessa filosofia: “Il controllo e il passaggio si possono insegnare, il dribbling no”.
I nuovi acquisti vanno in quella direzione: tutti pronti al dribbling, capaci di sfidare l’avversario nello stretto per conservare o saltare l’uomo. Baturina è un centrocampista, Kühn un regista esterno, Jesús e Addai ali classiche, Rodríguez ala nel giro della Spagna, Ramón difensore centrale. Morata non ha bisogno di presentazioni, come la stella Nico Paz, per il quale la società ha rifiutato 40 milioni dal Tottenham.
Tatticamente il Como gioca col 4-3-3, senza preconcetti, anche senza pallone. Strategia efficace ma fragile: la difesa non è pronta nell’impostazione collettiva e nelle marcature a uomo.
La formazione comasca sarà decisa da Fàbregas nel pomeriggio: non è amante del comunicarla per tenere tutti sulla corda. Negli ultimi allenamenti ha mostrato di voler schierare la stessa (senza italiani in campo) delle prime due gare, lasciando in panchina i nuovi acquisti, con un solo dubbio: Vojvoda, difensore laterale, in ballottaggio con Kühn e Addai.
Fàbregas ha spiegato che Vojvoda serviva a dare più copertura contro squadre di spessore come Lazio e Bologna. Sfida e stimolo che non dovrebbero lasciare indenni Vieira e i suoi rossoblù.
Arbitro Piccinini di Forlì, classe 1983, ingegnere edile. In Serie A dal 2019/20, 46 gare dirette. Debutto stagionale in Como-Genoa.
Con il Como: 10 gare, 5 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte. Con il Genoa: 4 gare, 0 vittorie, 3 pareggi, 1 sconfitta. Ultima: Como-Lecce 2-0. Con il Grifone: pareggio 2-2 a Napoli lo scorso campionato.
Assistenti: Di Monte (Chieti), Regattieri (Finale Emilia)
Quarto uomo: Massimi (Termoli)
VAR: Gariglio (Pinerolo)
AVAR: Serra (Torino)










