Probabilmente non solo a me, cronista che segue il Genoa, sono girati i luoghi santi per aver perso con questa Juventus. Fare l’analisi della gara giocata può anche dare fastidio, raccontando quello visto nel gioco di Genoa–Juventus, perché ci saranno molti che ci “tettano” dentro, in particolare quelli che pensano che l’obiettività sia inficiata dal sentimento di parte.
Il pareggio del Vecchio Balordo era più che meritato contro una Juventus che si è presentata al Ferraris con una distinta di soli 19 calciatori, compresi due portieri e almeno tre/quattro volenterosi in attesa che il calciomercato, nelle ultime ore, dia loro una mano a lasciare la Continassa: Koopmeiners, Vlahovic, Nico Gonzalez, McKennie.
La partita del Vecchio Balordo è stata bella per la grinta, l’intensità e la voglia di fare risultato, mettendo sotto pressione la fase di partenza dal basso di Madama Juve e costringendola all’errore. La fatica, appena riconquistato il pallone, era verticalizzare subito e cercare di andare al tiro. Peccato: operazione riuscita una sola volta con Ellertsson, lanciato in profondità, che ha sbagliato una ghiotta occasione.
Bravo Vieira ad organizzare la marcatura a uomo con i due centrali e in particolare con Norton-Cuffy su Yildiz, poco in mostra.
Solamente tra il 41’ e il 42’ del primo tempo, con Norton-Cuffy impegnato a fare una scalatura sul lato opposto del campo, la perla della Signora ha innescato due rasoterra che, per fortuna del Genoa, hanno trovato come centravanti David e non Vlahovic. Altro mistero della zebra di Torino: il serbo in panchina, che nelle prime due gare di campionato aveva fruttato il primo posto in classifica, pur non giocando da Juventus, e David titolare dall’inizio.
Nel secondo tempo il Genoa ha continuato a marcare a uomo, onorando la zona, cercando di tenere il baricentro alto e sfiorando il gol in altre due occasioni, non sfruttando una discesa in slalom con cross rasoterra di Norton–Cuffy che ha attraversato tutta l’area bianconera.
Tudor faceva i cambi, entravano tutti i “reprobi” della panchina, ma la musica non cambiava. Solamente un episodio che vedeva partecipe il direttore di gara, Chiffi di Padova, faceva saltare il risultato per il Vecchio Balordo.
Correva il 72’ di gioco: fallo su Ellertsson non fischiato, che rimaneva a terra. Il gioco proseguiva e il pallone veniva messo in calcio d’angolo. Chiffi soccorreva il calciatore del Genoa, partivano dalla panchina medico e massaggiatore. Arrivati sul posto, il direttore di gara faceva capire che non li aveva chiamati ed Ellertsson, rialzatosi, per tale motivo doveva uscire dal terreno di gioco. Il Genoa in dieci, in inferiorità numerica viste le marcature programmate sui palloni inattivi, con un uomo in meno perdeva Vlahovic che infilava Leali.
A proposito di Leali, complimenti per la grande parata nel primo tempo. Lo stesso complimento a Di Gregorio che, dopo il gol del vantaggio, ha salvato due volte la propria porta, graziato anche da una traversa incocciata da Masini. Dopo il gol della Signora, la manfrina da provinciale è stata indisponente: in 20’, compreso il recupero, non si è giocato più di 10’.
Probabilmente la prossima settimana la querelle sul modulo di Vieira dovrebbe finire. Occuparsi di numeri di modulo, ormai non solo con il Genoa, è diventato uno sfizio colpevole.
Contro la Juventus il Genoa ha fatto vedere tutte le sfumature del 4-4-2, in particolare prima del fischio d’inizio a squadra schierata, e le sue appendici giocando con il 4-3-3, 4-2-3-1 e finendo con il 4-2-4 quando era in svantaggio, cercando con ogni strategia di trovare spazi e negare agli avversari, senza perdere di vista l’equilibrio.
Sono d’accordo con tutti: il fine del gioco è il gol, che dovrebbe significare obiettivo o meta. Il Genoa in questo momento è in difficoltà: pur creando 4/5 occasioni nitide contro la Signora, occorre che la Dea Eupalla qualche volta aiuti il Vecchio Balordo.
Nella giornata di oggi, dopo le parole di Vieira a fine conferenza stampa sul calciomercato (“può succedere di tutto”), si scateneranno fantasie su aeroplanini di carta, come quando arrivò Milito all’ultimo secondo del calciomercato.
Difficile Cornet, tra infortuni e ingaggio. Tutto sarà alimentato dalle fake news. Vieira, venerdì nella conferenza stampa, ha detto che gli andavano bene i 4 attaccanti a disposizione. La speranza è una buona colazione, importante che non sia una brutta cena se non arriva un altro bomber: occorre un investimento pesante, altrimenti non serve.
Le pulci, per adesso, sono tutte per il giovane Colombo e gli altri tre. Pruriti scatenati in particolare da quelli che avrebbero voluto il ritorno di Pinamonti, gli stessi che dopo 10 gare a secco la scorsa stagione lo soprannominavano “Pippamonti”. Due settimane di sosta saranno difficili per Vieira: in 11 saranno in giro con le Nazionali.
Genoa, il dato affluenza al Ferraris per la stagione 2025/2026 – IN AGGIORNAMENTO







