Nella giornata di ieri, 23 agosto 2025, all’età di 80 anni, ci ha lasciato Sidio Corradi, a cui verrà dato un ultimo saluto martedì 26 agosto (ore 12.30) presso la Basilica di Nostra Signora Assunta di Carignano. Per ricordarlo abbiamo chiesto ad alcuni suoi ex compagni e amici ai tempi del Grifone di raccontarci il personaggio, dentro e fuori dal campo.

foto TanoPress

Si parte da un commosso Antonio Bordon, che assieme a Sidio Corradi riportò il Genoa in Serie A nel 1972. “Con Sidio sono sempre rimasto amico dopo aver finito di giocare, e quando lo dico intendo che ho finito di giocare nel 1984: da lì in avanti c’è stato sempre un rapporto di amicizia. Negli ultimi anni, negli ultimi dieci anni, con Sidio ci sentivamo ogni quindici giorni, così proprio per parlare dei nostri ricordi, per parlare del Genoa. Quando giocava, gli dicevo: “Ho visto la partita, mi sembra oggi abbia giocato bene, manca qualcosa, si può fare di più“.

Eravamo proprio tanto amici, siamo diventati come fratelli: io stavo bene solo sentendolo – racconta ancora Bordon – Un dispiacere quello che è successo, perché lui aveva una forza. Sapeva di non stare bene da tanto tempo e lo chiamavo anche più spesso.  L’ultimo anno, ogni settimana lo sentivo, però lui mi diceva “sì, non sto bene Antonio, però non mollo. Non mollo perché la mia partita più dura è questa”. E io gli rispondevo “sì, è vero, vedrai che tutto andrà bene, che tutto si risolverà con calma”. Poi nell’ultimo mese, quando non l’ho più sentito, avevo capito che non stava più bene, che non poteva parlare. Due mesi fa, quando l’ho sentito per l’ultima volta, la sua voce era molto, molto bassa. Mi disse: “rispondo solo a te, a te e a qualcuno con cui siamo rimasti veramente amici”. L’ultima volta mi ha detto: “ti do un forte abbraccio, perché non ce la faccio adesso più, devo stendermi perché non sto bene”. Da quella volta non l’ho sentito più, due mesi fa. Poi è successo quello che è successo. Spero che adesso stia bene, lassù in cielo con il nostro grande Gigi Simoni, con il nostro Spalazzi, con il nostro Derlin, con il nostro Franco Ferrari. Con loro spero che si ritrovino e che continuino la loro vita”.

Ad Antonio Bordon segue il ricordo di Attilio Perotti. Quel Attilio Perotti che servì l’assist allo stesso Corradi per il gol che riportò il Genoa in Serie A. “Un grande amico Sidio, un grande giocatore, un grande amante del Genoa. Viveva per il Genoa. Devo dire che ultimamente l’avevo visto sofferente, mi era dispiaciuto molto, però lo ricordo con grande affetto e amicizia. Un personaggio incredibile per il calcio tra i giocatori che ho conosciuto, con i quali ho giocato o che ho allenato. Mi dispiace molto per la sua partenza“.

Una persona che gli è stata vicina, in campo e fuori, in un lungo rapporto lavorativo e di amicizia, è stato Claudio Maselli. “Siamo stati assieme sei anni nel Genoa. Abbiamo vissuto tante cose belle, anche cose brutte, però c’era un’amicizia che ci ha accomunato per tantissimi anni. Poi lui, nel 1987, venne a lavorare con me nel settore giovanile e abbiamo continuato questo tipo di rapporto anche dopo il calcio giocato. Inutile dire che fosse una gran brava persona, un amico, uno che ti teneva sempre compagnia, sempre scherzoso“.

Ho perso veramente un grande amico. E altro non posso dire” ci racconta “Ramon” Turone, con la voce rotta dalla commozione. “Abbiamo iniziato assieme quando arrivò a Genova”. Gli fa eco Giorgio Garbarini. “Sidio lo ricordo molto bene, l’ho frequentato e sono stato suo compagno di squadra. Ma lo conobbi molti anni prima perché giocava nelle giovanili del Bologna. Io giocavo nelle giovanili della Sampdoria e nel 1963 vincemmo la finalissima del Torneo di Viareggio contro il Bologna, di cui lui era attaccante. Lo conobbi, quindi, da giovane. E lo incontrai nuovamente a Cesena e Varese, prima ancora del Genoa. Una brava persona, simpatica, un tipo estroso, di molto cuore. È un dispiacere: sapevo non stesse bene, ma quando ho saputo della disgrazia quasi me l’aspettavo. Mi rincresce tanto perché mi ricorda bei tempi. Il tempo, però, è inesorabile. Il mio ricordo di lui rimarrà anche ora che non c’è più”.

Non poteva mancare il pensiero di Michele Sbravati. “Sidio Corradi è stato un simbolo di Genoanità, un inno rossoblù in tutte le sue espressioni, sia quando è stato giocatore sia quando è stato idolo della Nord per il suo modo generoso di giocare. È stato sempre amato da tutti quanti i genoani. È diventato un figlio della Nord in relazione a quello che è stato il suo comportamento da giocatore, perché da uomo si è affezionato ai colori rossoblù pur essendo un figlio dell’Isola d’Elba. Poi non ha più lasciato Genova e ha rappresentato veramente una bandiera assoluta. Per noi del settore giovanile ha rappresentato un punto di riferimento per tecnici, dirigenti e ragazzi, che perdono una guida tecnica, per le sue competenze, e psicologica, per i consigli che sapeva dare loro. Anche quando non ha fatto l’allenatore per motivi anagrafici, è stato importantissimo nel dare consigli ai ragazzi con la vicinanza e loro si abbeveravano ai suoi racconti di vita genoana. È una grande perdita, ma anche un grande ricordo: quando una persona ci lascia bisogna sempre ricordare le cose belle che ci ha lasciato e i ricordi e gli aneddoti, che con Sidio sono innumerevoli. Oggi è giusto ricordare tutto il suo percorso col Genoa, dove lascia ricordi indelebili. Grazie Sidio, un forte abbraccio”.


Genoa, martedì 26 agosto i funerali di Sidio Corradi