Uscita la circolare numero uno dell’Associazione Italiana Arbitri. Nulla di nuovo rispetto alle raccomandazioni date ai direttori di gara (italiani assenti) in occasione del Mondiale per Club disputato in America nei mesi di giugno e luglio.

Prima di passare alle novità regolamentari per il prossimo campionato, esaminiamo le novità della categoria che dirigerà il prossimo anno in Serie A e B. L’AIA ha ridotto l’organico dei direttori di gara a disposizione della CAN (Commissione Arbitri Nazionale) da 47 a 42 arbitri, gli assistenti da 84 a 76.

Il presidente degli arbitri, Zappi, ha dichiarato in merito: “Per consentire una turnazione più frequente e una crescita maggiore dei nuovi arbitri, oltre a una razionalizzazione della spesa e del budget da indirizzare dove le risorse possono essere più utili”.

La domanda spontanea è semplice: le gare in Serie A e in Serie B sono sempre 40, e gli interessi ci sono subito nelle prime giornate. Arbitreranno sempre gli stessi, compresi quelli che lo scorso anno sono stati sospesi per errori evidenti, e altri no per raccomandazioni?

Sono stati dismessi per non aver raggiunto il ruolo di internazionale in 10 anni di attività: Aureliano di Bologna, Pezzuto di Lecce, Minelli di Varese. Per problemi tecnici: Cosso di Reggio Calabria, Prontera di Bologna, Rutella di Enna, Scatena e il sardo Giua.

Il genovese Ghersini, utilizzato poco da tutti i commissari designatori, debutto in A con oltre 10 anni di permanenza nella categoria, ha dato le dimissioni volontariamente. Dimissioni volontarie anche per Santoro di Messina.

Sono stati salvati, pur essendo da 10 anni alla CAN, La Penna di Roma e Manganiello di Pinerolo: la giustificazione è che si sono piazzati in una classifica a conoscenza solamente dell’AIA, nei primi 25.

Terzo anno consecutivo di proroga per Doveri di Roma, nato nel 1977. La carriera arbitrale dovrebbe concludersi a 45 anni, in alcuni casi può essere prolungata fino ai 50. Promossi alla CAN A: Allegretta di Molfetta, Calzavara di Varese, Nucera di Palermo, Turrini di Firenze, Zanotti di Rimini.

Le novità più importanti del prossimo campionato sono, in sintesi, due. La prima: se un portiere ha il controllo del pallone con le mani o con le braccia per più di 8 secondi, l’arbitro assegnerà un calcio d’angolo, non più un calcio di punizione indiretto. Non è previsto un provvedimento disciplinare, a meno che il portiere non commetta ripetutamente l’infrazione. Per aiutare il portiere, l’arbitro segnalerà gli ultimi 5 secondi utilizzando una mano alzata. (Nelle amichevoli viste, mai rispettata la regola.)

La seconda riguarda il protocollo VAR: l’arbitro, dopo una “revisione” o un lungo “controllo” al VAR, dovrà spiegare pubblicamente agli spettatori sugli spalti le decisioni a seguito della revisione, senza dimenticarsi, dopo il processo di revisione, di mostrare il gesto dello “schermo TV”.

L’IFAB (l’organizzazione che decide le regole del gioco del calcio), riunitasi a Belfast nella primavera 2025, non ha tenuto conto delle richieste da parte degli allenatori di poter richiedere una sola volta a gara la revisione al VAR, né di rivedere il fuorigioco assegnando il fallo con “luce” e non con millimetri di corpo. Precisando che gli assistenti dovranno segnalare il fuorigioco solamente quando c’è la luce tra difensore e attaccante, i millimetri saranno compito del VAR.

A proposito degli 8 secondi di trattenuta del portiere, il più soddisfatto dopo il Mondiale per Club è stato Collina, capo degli arbitri FIFA, perché in tutte le gare è successo che il direttore applicasse la nuova regola, assegnando il calcio d’angolo solamente due volte. Per Collina, si sono sviluppate più velocemente le riprese del gioco. Le statistiche, però, hanno confermato che si è giocato 4/5 minuti in più rispetto ai soliti 50 minuti circa di gara.

La domanda adesso è: dopo la spiegazione al VAR del direttore di gara, quanto dureranno le gare? Potrebbe essere il prologo del tempo effettivo di gioco, come in tutte le altre competizioni dove si gioca in gruppo?

Collina, capo della FIFA, e Rosetti, della UEFA arbitrale, nelle ultime gare si sono dimenticati di designare in Champions, Europa League, Conference, degli arbitri italiani. Nessuno ha diretto nei momenti clou delle manifestazioni. Stessa situazione anche nel Mondiale per Club: su 45 direttori di gara internazionali, nessuno italiano in campo, solo Di Bello al VAR.

Non è un buon auspicio per il campionato che inizierà: sarà sempre nel fischietto di coloro che hanno fatto fatica ad applicare il regolamento, in particolare sui falli di mano. D’altronde, gli arbitri internazionali italiani fanno esperienza nei campionati cipriota e maltese.

Buon calcio anche ai direttori di gara, a Rocchi (confermato designatore di A) e alla Commissione. Senza arbitri e senza pallone, una volta non si poteva giocare. Adesso bisogna aggiungere anche “senza tecnologia”, che si è dimenticata delle principali regole del gioco del calcio.

La Regola numero 11, il fuorigioco, penalizza lo spettacolo del gol, e quella numero 12, falli e scorrettezze, è difficilmente utilizzata in modo uniforme e giusto, in particolare con “la vigoria sproporzionata effettuata con piedi e gomiti”. Dimenticandosi che il fallo di mano non può essere fischiato assegnando la massima punizione, anche se braccia e mani colpendo la sfera non aumentano lo spazio occupato dal corpo ed è involontario.

Buon calcio a tutti, anche ai direttori di gara e chi li coordina: Rocchi, confermato designatore di A e B, e la Commissione composta da Ciampi di Roma, Di Liberatore di Teramo, Gervasoni di Mantova, Tommasi di Bassano del Grappa, Tonolini di Milano.


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