Adesso basta! Sconfiggere le fake news nel calcio? Probabilmente non ci riusciremo, ma possiamo imparare dopo tanto tempo ad arginarle. Oggi qualunque genere di comunicazione legata al calcio è influenzata da quello che consentono non solo gli strumenti digitali, ma anche il giornalismo da vetrina.

Oggi il giornalista dovrebbe essere l’unico garante dell’informazione, perché di lavoro deve riportare i fatti e non essere mai coinvolto dentro la notizia di cui sta parlando per non essere accusato, spesso senza alcun fondamento, di partigianeria.

Il giornalista ha oggi più che mai l’obbligo di aderire ai fatti, essere autorevole, e credo che diventerà nel calcio un lavoro sempre più complicato perché sempre meno sono le informazioni nel calcio moderno, fatto più di porte chiuse che di porte aperte.

Sulla notizia del momento, quella degli abbonamenti negati al Professor Zangrillo, anche alcuni quotidiani si fanno delle considerazioni di varia natura che finiscono, da una parte o dall’altra, per essere interpretate come l’unica verità e, soprattutto, scatenare dubbi.

Il Professor Zangrillo avrà fatto tutto in buona fede passando al Genoa Store di Palazzina San Giobatta per acquistare gli abbonamenti. Nella rassegna stampa di oggi viene spiegato che l’ex Presidente Zangrillo, essendo componente del CdA, ha a disposizione accessi per lui e la sua famiglia come gli altri consiglieri del Grifone. Questa è una considerazione personale: possibile che il sistema che riceve gli abbonamenti avrebbe potuto rifiutare il rilascio dell’abbonamento perché già in essere? In qualche articolo viene anche sottolineato che gli fosse stato consigliato di farli online finita la fase di prelazione.

Il Genoa, da parte sua, ha sbagliato con un comunicato sulla vicenda scritto in “politichese”, che ha chiarito poco o nulla di quanto successo, mentre nella rassegna stampa di oggi interviste e articoli entrano nei minimi particolari.

È difficile riconoscere la veridicità delle informazioni e si finisce per tacciare ciascun organo di stampa di stare da una parte o dall’altra, anche quando l’organo di stampa fa solamente il proprio lavoro e scrive di cose delle quali conosce i contorni.

Altro argomento il ritiro di Moena: i giornalisti presenti erano “ingabbiati” nel fare filmati perché i diritti erano di Infront, mentre liberamente dal campo e dalla Tribuna potevano essere diffusi via social con la possibilità concreta di anticipare il lavoro della stampa. Andrebbe rivista, in tal senso, la visione del diritto di cronaca. Importante tenere conto dell’ultima disposizione dell’Ordine dei giornalisti che in Tribuna e Sala stampa possono entrare solamente le testate giornalistiche accreditate in Lega e operatori iscritti all’Albo dei Giornalisti.

Altro argomento ancora: martedì si giocherà una partita amichevole con una Università e “cantera” di calcio del Giappone. Le porte del Pio Signorini saranno chiuse, come sempre. Sarebbe stata l’occasione per permettere a chi ha dovuto investire i propri risparmi negli abbonamenti della società e non ha avuto la possibilità di partecipare al ritiro di Moena finanziariamente di vedere i nuovi calciatori, anche se i selfie e gli autografi potrebbero essere causa di perdite di tempo.

Buoncalcioatutti dalla fine dello scorso campionato ha cercato di parlare di calcio, aspettando prima di pubblicare qualsiasi cosa di avere notizie certe su calciomercato, sulle vicende societarie che sono nei registri dei Palazzi di Giustizia in Italia e in Spagna e che, ad oggi, sono favorevoli nelle sentenze alla società di Villa Rostan.

A Buoncalcioatutti piace raccontare il più possibile positivamente quello che succede intorno al Grifone: un altro record di abbonamenti vicino, un merchandising che va a gonfie vele grazie alle idee di chi ci lavora e i sempre maggiori contatti social che portano  in giro per il mondo il marchio Genoa, senza dimenticarsi di quello che sta crescendo sul prato verde, un progetto tecnico che potrebbe illuminare il futuro della squadra. Si è cominciato portando a Villa Rostan un altro trofeo, che mancava da molto tempo.

Per il bene del Genoa, alle parti ormai riconosciute da tutti come in conflitto, è arrivato il momento di seppellire l’ascia di guerra mettendo fine ad un conflitto a parol che si muove tramite spifferi. Nessuno può evitare di coltivare amicizie, importante lasciarle fuori dalle  curve della società.

Il sogno, l’interesse, la passione, la voglia di capire cosa c’è dentro l’attuale calcio dentro e fuori dal campo dipende molto dalla comunicazione sportiva. Compiti più ampi della comunicazione calcistica, oltre la cura delle immagini via social, diventano il raccontare le vicende quotidiane e il non farle arrivare all’esterno come spifferi.