Il calcio fluido e dinamico di Vieira, in cui tutti i giocatori devono muoversi rapidamente sul terreno di gioco per cercare opportunità in attacco, si è visto anche nelle Asturie contro il Villarreal, che la prossima stagione sarà la quinta squadra spagnola a giocare in Champions, e il Real Oviedo, fresco di promozione nella Liga spagnola.

Nessuna evoluzione tattica da parte del Grifone, ma solo ciò che si era visto nelle quattro gare finali dello scorso campionato, con la qualità in campo. Un Genoa nel triangolare di Oviedo, dopo tre settimane e mezzo di allenamenti, che ha mostrato moderne tattiche più aggressive e meno speculative, commettendo anche errori che il tempo eliminerà.

Il gioco di Vieira nella prossima stagione potrebbe essere un modo diverso di pensare al calcio. Per molti, persino famosi addetti ai lavori, la tattica non è altro che una minima organizzazione collettiva: a decidere le sorti della squadra non possono che essere i calciatori.

Per quanto riguarda il Genoa, viste le formazioni mandate in campo nelle due gare, non è così. Contro il Villarreal, in campo nuovamente due centrali giovani: Mercandalli, un futuro assicurato, e Otoa. Sulla trequarti, un signor Stanciu, che al suo arrivo era stato poco considerato. Contro l’Oviedo, il centrocampo inedito davanti alla difesa: Malinovskyi, Ellertsson, Fini, subentrato a Martin nella linea difensiva a sinistra.

L’evoluzione tattica di Vieira non è una linea retta, somiglia più a un cerchio: si utilizzano continuamente soluzioni del passato in chiave moderna. La strategia tattica del francese ci sarà sempre e sarà un elemento importante; lui stesso, a microfoni spenti, ha detto che tutto viene complicato dalla presenza della squadra avversaria.

I giocatori singoli possono vincere le partite, ma le idee, le metodologie e i principi di gioco aiutano a confezionare il risultato finale di una stagione. Sicuramente Vieira e lo staff non dimenticheranno di organizzare il talento a disposizione, sia datato che giovanile.

Le idee di Vieira, in tutto ciò, non sono completamente nuove: importanti la manipolazione degli spazi, il pressing e l’intercambiabilità dei ruoli. Quello visto contro il Mantova e nel triangolare delle Asturie è quasi un concetto unico che riguarda le due fasi di gioco: bisogna difendere in un campo piccolo e attaccare in un campo largo.

Tutto è riuscito quando i calciatori rossoblù o crociati si muovevano all’unisono per avvicinarsi alla zona pallone. Per riuscire ancora meglio, Vieira e il suo staff dovranno mettere a punto per bene la Regola numero 11, il fuorigioco, per trasformare quella porzione di campo nello spazio con cui difendere, senza mai dimenticarsi, nel sistema adottato, l’equilibrio: un’azione coordinata che deve togliere profondità e verticalizzazione alla squadra avversaria.

Al Genoa, in queste prime amichevoli, si è visto, oltre al pressing ultra-offensivo, un movimento pre ordinato di due o più calciatori quando erano in possesso del pallone, con la necessità di una buona tecnica per essere all’altezza della situazione.

Si scriverà e commenterà che il risultato nel triangolare per salutare il centenario dell’Oviedo è figlio del calcio d’agosto. Non è vero, vista la prestazione di Vieira e della sua band.


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