Direttamente dal ritiro di Moena, Patrizio Masini, centrocampista del Genoa, è intervenuto ai nostri microfoni.
Qual è l’importanza di avere Vieira dall’inizio della preparazione? Oggi abbiamo visto un’oretta e mezzo di allenamento molto intensa…
“É fondamentale per dare continuità al lavoro che abbiamo fatto l’anno scorso, il mister chiede tanta intensità senza palla. Al tempo stesso a quelli con la palla chiede tanta pulizia dal punto di vista tecnico. Queste due cose si contrastano e questo spinge ogni squadra a dare qualcosa in più. Stiamo lavorando su queste cose e lo stiamo facendo bene, quindi il mister ci aiuta tanto. Soprattutto a noi giovani. Speriamo di continuare così“.
Ci sono tanti giocatori offensivi e la squadra ce la si aspetta anche più sbilanciata, ma al tempo stesso servirà equilibrio. Il vostro lavoro sarà ancora più importante in questo 4-2-3-1 che credo che sia il modulo che porteremo avanti…
“C’è tanta qualità ma al tempo stesso anche tanta concorrenza nei nostri ruoli, giocare non sarà facile. La concorrenza aiuta a dare qualcosa di più. Penso ad alcune partite come lo scorso anno, dove giocavamo con Malinovskyi e Miretti trequartisti e io e Frendrup dietro, come con il Lecce in casa. Il nostro sarà un lavoro importante, ma il mister sta lavorando anche su altre soluzioni tattiche. Se lavoriamo bene ci potremo divertire“.
É il tuo terzo ritiro dopo il 2022 e il 2024: che crescita c’è stata rispetto e tre anni fa e soprattutto allo scorso anno? E nell’ultimo anno hai in mente un momento che ti ha fatto fare quello step decisivo?
“Rispetto alla Serie B in Austria è cambiato il mondo. Non ero pronto soprattutto per una squadra come il Genoa che scendeva dalla Serie A e che aveva giocatori abituati alla Serie A, mentre io venivo dalla Serie C. Fisicamente e tecnicamente non riuscivo. L’anno scorso un po’ meglio, ma fino ad ottobre non c’ero come io volevo esserci, ossia con la prestanza fisica e la pulizia tecnica sulle quali sto continuando a lavorare. Uno dei momenti decisivi è stato quando ho iniziato a lavorare di più con Murgita e Wilson sul primo controllo, sul passaggio più forte e più preciso. Penso che in Serie A sia una delle cose fondamentali, specialmente per il mio ruolo. Se recupero palla, non devo sbagliare il primo passaggio in modo da dare stabilità alla squadra. Il momento forse più decisivo è stato il gol, era la prima da titolare e anche mentalmente mi ha dato molta fiducia“.





