Il giorno 24 giugno, a mezzanotte, si poteva, nel calcio di Serie A, esercitare il diritto di riscatto sui calciatori arrivati in prestito. Pochi riscatti effettuati, tanti rientri alla base.

L’operazione dei riscatti girava intorno ai 300 milioni di euro; il valore effettivo di questi riscatti, invece, alla fine di tutte le trattative concluse – come detto in precedenza – la sera del 24 giugno, si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Ad incrementarli sono stati i 14 milioni della Juve per riscattare Kalulu dal Milan. In pole position, stranamente, c’è il Cagliari, che ha sborsato 24 milioni per riscattare Caprile, Adopo e Piccoli.

Altra operazione importante è stata Gudmundsson, riscattato dalla Fiorentina. Tutti parlano di “sconto” del Genoa, senza considerare i bonus che, alla fine, se Albert non sarà diventato brocco di colpo e Pioli non lo metterà in un altro “carcere tattico” come Palladino, potrebbero rendere l’operazione ancora più onerosa per la Viola.

La cassa mediatica parla di sconto, ma nessun passo indietro da parte del Genoa: la società credeva nel giocatore. Anzi, l’operazione finale potrebbe avvicinarsi ai 25 milioni di euro per il riscatto totale dell’islandese.

Tanti ritorni alle società di appartenenza. Rientri, con previsione di nuove uscite. Tutte le società sperano di riformulare un nuovo accordo economico, riducendo non solo il costo del cartellino, ma anche quello dell’ingaggio. Tutto dimostra che, da ieri, è ripartito un altro meccanismo di riscatto, non solo per quelli rientrati alla base.

Mentre il ballo dei riscatti è alle spalle, resta il fatto che il calcio italiano fatica a investire euro: spendere senza avere garanzie di rendimento non è più possibile per nessuna società. La sostenibilità è la parola d’ordine per tutte le 20 squadre di Serie A. Operazioni sostenibili per tutti, cercando di evitare obblighi di riscatto onerosi in futuro. Tocca agli allenatori, adesso, far capire chi serve e chi no.

Le società non possono più permettersi un carico di 35/40 giocatori, pagando tutti gli ingaggi o, peggio, contribuendo agli stipendi per trasferirli altrove. In questi giorni si apre un’altra finestra, fino a domani alle ore 24, per esercitare il diritto di contro-riscatto: operazioni legate a precedenti clausole da rivedere o migliorare per chi dovrà effettuarle.

Saranno pochi i casi, quasi vicini allo zero. È solo un’altra alba del calciomercato 2025, per aprire nuove trattative prima di investire nei nuovi ingaggi.


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