Il Genoa che verrà sarà di Vieira, fresco di un rinnovo importante di due anni e pronto a portare un calcio più europeo al Pio Signorini. A Buoncalcioatutti scrivono in molti, ci fermano per strada e ci chiedono perché non diamo notizie. Le diamo, quando sono possibili e vicine alla verità.

L’unica certezza che avevamo è che Vieira non si sarebbe mosso dal Pio Signorini. Vieira, come Gilardino al suo arrivo, è stato accolto con scetticismo.

Poca considerazione per il tecnico francese durante il campionato, nonostante abbia salvato il Vecchio Balordo con 5 o 6 giornate di anticipo. Solo qualche piccolo articolo sulla stampa specializzata. Improvvisamente, con la girandola di panchine, Vieira è diventato una Stella Polare, una delle figure più luminose dello scorso campionato. Non solo per i risultati sul campo, ma anche per il suo carattere, la pacatezza e la comunicazione dentro e fuori dal campo.

In questo “scoop” (o “sgobb”) su Vieira, nessuno ha mai tenuto conto delle sue parole e di quelle del Genoa, tramite il Direttore Ottolini: Vieira resta al Genoa. Il valzer delle panchine comunica che il calcio italiano difficilmente viaggia verso il futuro. Allenatori esonerati per mancanza di risultati — l’unica cosa che conta — che vengono riciclati altrove.

Solo Gasperini, per meriti, raggiunge la Capitale: un esame non da poco per il miglior tecnico italiano, grazie al suo gioco europeo. Un’operazione non facile dopo la vicenda Inter del Triplete. È importante che sotto il Cupolone si dimentichino i risultati di Ranieri. Gasperini dovrà essere aspettato, e lui dovrà avere pazienza, mettendo da parte i malumori, ignorando radio e commenti sul suo operato.

Il Genoa che verrà: oggi è difficile fare previsioni su entrate e uscite, perché ci sono due date più importanti del calciomercato. Entro il 18 giugno bisogna decidere sui rinnovi dei prestiti, poi seguiranno i diritti di riscatto e contro-riscatto per la stagione 2025, oltre all’analisi del vasto parco degli svincolati. Qui il Grifone ha già pescato tre calciatori: Stanciu, Ellertsson e Toljan, tutti sani fisicamente e utili alla causa di Vieira.

Nell’attuale rosa ci sono calciatori da riscattare, in particolare sugli esterni e tra gli attaccanti: Zanoli e Cornet in primis. Per il gioco europeo di Vieira serviranno esterni (o “quinti”, come si usa dire oggi) pronti a coprire entrambe le fasi di gioco, con corsa, capacità di sovrapporsi, attaccare e difendere.

Il Genoa di Vieira è in perfetta sintonia con il Direttore Sportivo Ottolini — anche lui corteggiato dalla Juventus — e con la proprietà. Le linee guida del prossimo mercato sono tracciate e seguite dallo scouting.

È difficile arrivare a nomi altisonanti, anche perché il budget è ignoto. Si attende di capire cosa farà la Fiorentina per Gudmundsson, se avverrà la vendita di De Winter e si prende atto con favore della volontà di Frendrup di restare al Genoa.

Sucu è pronto a qualche sacrificio importante in entrata, in particolare per un centravanti già individuato. Per Gudmundsson, il Genoa non farà sconti e non è interessato a scambi “da supermercato” con giovani che “saranno famosi”: il settore giovanile ne produce già ogni anno.

Vieira, per il suo gioco, cerca calciatori dinamici, in grado di esercitare pressing alto, da inserire in rotazioni continue, con grande fluidità e con ruoli poco rigidi, eccetto i due centrali difensivi. Un calcio moderno, come quello visto in televisione nelle coppe europee: dribbling, velocità, pressing, combinazioni a due, equilibrio e organizzazione, tutti al servizio del collettivo.

Vieira si è fatto riconoscere per l’utilizzo dei cinque cambi e per i moduli variabili durante le partite. Vorrebbe calciatori non “telecomandati”, ma di personalità, pronti ad assumersi responsabilità e non adattarsi passivamente ai sistemi di gioco.

Al Genoa c’è sintonia sul futuro del mercato tra Vieira, Ottolini, la proprietà e lo staff tecnico: i calciatori che arriveranno dovranno essere quelli voluti dal tecnico, non nomi imposti. Il mister definisce i profili insieme al DS e allo scouting, magari anche segnalando elementi valutati con il proprio staff. Starà a loro trovare gli uomini giusti.

Al Genoa la comunicazione interna è massima: in futuro non si potranno scaricare colpe a vicenda. Quando succede, è sintomo di disastro. Si valuteranno anche i rischi medici legati ai giocatori. I troppi problemi muscolari visti negli ultimi anni saranno oggetto di analisi, come segnalato dal Prof. Barbero in una recente intervista a Buoncalcioatutti. Tre i fattori da considerare: età anagrafica, infortuni precedenti e numero di partite giocate.

Vieira crede nel settore giovanile: lo ha dimostrato e vuole continuare su questa strada. Il vivaio è un fiore all’occhiello che ha formato calciatori oggi presenti nei campionati professionistici. Deve diventare una guida per il futuro del club. Il passato del lavoro fatto nel settore giovanile per il Genoa deve essere una lampadina all’ingresso del futuro. Vieira agisce come Ferguson, partecipando alle decisioni della società e del direttore sportivo.

La decisione inaspettata di non confermare il Prof. Pilati e il preparatore Gatto ha lasciato l’amaro in bocca, specialmente per chi conosceva il lavoro di Pilati, considerato tra i migliori tre preparatori in Italia. Una scelta che difficilmente può essere compresa in casa Genoa.

Pilati, come auspicato da Ottolini in una recente intervista, avrebbe dovuto coordinare l’intero settore giovanile nella preparazione atletica, puntando a rendere i ragazzi pronti anche fisicamente per la prima squadra, come avviene nei club europei.

Il Genoa potrebbe anche puntare su calciatori talentuosi “caduti in disgrazia” nei rispettivi club, ai quali offrire una nuova opportunità. Per i rossoblù è infatti impensabile acquistare giocatori da decine di milioni di euro.

La società, con idee chiare e nelle mani di Sucu, Blazquez, Ricciardella, Ottolini e Vieira, cerca formule intelligenti, rimanendo con i piedi per terra, sfruttando anche l’entusiasmo del popolo genoano. Un marchio che può attrarre giocatori, offrendo: rivitalizzazione, obiettivi chiari, la città e un ingaggio sostenibile. Questo, il Genoa può garantirlo.

I genoani sanno che la fortuna esiste e non esiste. È il lavoro di tutti, dentro e fuori dal campo, a portare i risultati — come sempre, nel calcio e nello sport di squadra. Negli ultimi tre anni, come diceva Einstein: “Nella crisi nasce l’inventiva, le scoperte, le strategie. Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato.” Anche se fino al 2026 continuerà l’assestamento finanziario.

Tutto è documentato. E nei momenti di crisi, il Vecchio Balordo ha tirato fuori dal cilindro giocatori sconosciuti diventati plusvalenze preziose per un futuro migliore, ancora tutto da costruire, non solo sul campo. Ai tifosi diciamo: quando escono notizie, verificate le fonti. Devono provenire da siti autorevoli. Lo abbiamo imparato in passato.

Nel calcio — e non solo per i tifosi — le fake news sono spesso anonime. Le informazioni corrono sui social, dove si finisce per vivere in una bolla informativa, leggendo solo ciò che piace.

Genoani, andate in vacanza. Alzate lo sguardo dai cellulari e dai giornali sportivi o politici. Cercate di capire davvero cosa vogliono i tifosi, migliorando l’informazione. È inutile sparare nomi roboanti, senza considerare il prezzo del cartellino o dell’ingaggio. Il 2 settembre, a mercato finito, capiremo che — come sempre — l’illusione ha avuto la meglio, in un calciomercato troppo lungo.