L’Italia, non solo sul campo, dopo l’ennesima sconfitta in ambito europeo contro la Norvegia – definita dal presidente Gravina “una delle nazionali più forti e superiori all’Italia” – è scivolata ai confini dell’inferno, non solo per quanto accaduto sul terreno di gioco.

Un vero e proprio psicodramma, con un CT che annuncia il proprio esonero 24 ore prima di una gara: probabilmente mai successo nelle quasi mille partite giocate dagli Azzurri. E per nulla semplice, visto che l’avversario era la Moldova.

Mentre Spalletti annunciava il proprio addio prima della partita di ieri sera, a Parma – alla Festa della Serie A – Gravina dichiarava di credere nel “processo”, che però finora ha bruciato solo allenatori.

Un vecchio detto dice che il pesce puzza dalla testa, e tutto è stato confermato da un altro colpo di teatro firmato Gravina, che aveva già in mano il sostituto del CT: Claudio Ranieri. Dimenticando, però, che per disposizione della FIGC è impossibile avere un commissario tecnico diviso tra Nazionale e una squadra di club.

Spalletti esonerato per provare a salvare gli Azzurri da un’altra mancata partecipazione ai Mondiali: operazione tutt’altro che facile, considerando che bisognerà vincere tutte le sette gare restanti e migliorare la differenza reti. Andare ancora una volta allo spareggio finale sarebbe un altro inferno da affrontare a fine stagione, tra campionato, coppe europee e giocatori non solo fuori condizione, ma anche stremati, compresi quelli che non giocano 60 partite l’anno.

L’unico che resterà sempre a galla sarà Gravina e il suo Consiglio della FIGC. Non è giusto. Dovrebbero intervenire il CONI e il Ministro dello Sport per fare chiarezza e capire perché le riforme non partono mai, e perché il 70% dei calciatori in Serie A sono stranieri.

Può arrivare chiunque sulla panchina azzurra, ma se non ci saranno riforme – non solo sul campo per qualificarsi all’Europeo, ma anche nel campionato di Serie A – la musica azzurra, al di là di qualche acuto illusorio, non cambierà e resterà sempre stonata.

Ci sarà magari l’illusione di qualche risultato positivo durante il campionato, a novembre in particolare, ma nel momento decisivo arriverà puntuale la debacle.

Più che un CT, servirebbe qualcuno disposto a puntare davvero sull’Under 21, sulla Serie B e sulla Serie C. Calciatori forse meno brillanti tecnicamente, ma con più fame, più voglia di indossare la maglia azzurra e più corsa. Un’altra soluzione, pensata da Gravina, è quella di trovare escamotage per dare la cittadinanza italiana a qualche extracomunitario.

La prova? I migliori in campo nelle due gare contro Norvegia e Moldova sono stati due debuttanti: Coppola e Ranieri. Sulla partita Italia-Moldova c’è poco da dire: un’altra prestazione grigia degli Azzurri. Anche Spalletti ha insistito col suo progetto tattico, pur sapendo alla vigilia che serviva una goleada per mettere pressione alla Norvegia, con 12 punti in classifica e 10 gol all’attivo.

Ritmi troppo bassi per impensierire i moldavi, sia nel primo che nel secondo tempo. Una Moldova, almeno sulla carta, più scarsa, ma molto meglio organizzata. Partita vinta 2-0, ma i moldavi un gol lo avrebbero meritato.

Il solito possesso palla, come nella partita precedente, concesso dagli avversari. Ogni pallone perso diventava un’occasione per le ripartenze avversarie. Concedere alla squadra numero 154 del ranking FIFA la possibilità di tirare in porta una decina di volte è lo specchio di una squadra che Spalletti, a fine gara, non ha saputo giustificare, facendo mea culpa per essersi affidato a giocatori stanchi, lenti e non ad altri.

La fiducia di Spalletti, come quella del suo predecessore, nel gruppo è stata tradita anche da scelte tecnicamente sbagliate.

Mai viste due punte di ruolo e un trequartista alle spalle, mai provato un semplice 4-4-2 con due linee compatte, invece di continuare a correre a vuoto. Per una squadra sulle ginocchia non è stata la medicina giusta. Serviva qualcosa di diverso, dove il pallone corresse più dei calciatori, sperando che la qualità non fosse smarrita come la condizione fisica.

Spalletti è stato sincero: ha ammesso le sue colpe, lasciando al successore la speranza di trovare Azzurri più freschi.

Difficile che accada, visto lo storico delle partite della Nazionale giocate a settembre. Servirà battere e segnare a tutti i costi contro:

  • 5 settembre: Italia-Estonia
  • 8 settembre: Israele-Italia

Senza dimenticare che in piena Champions League ci saranno:

  • 11 ottobre: Estonia-Italia
  • 14 ottobre: Italia-Israele

L’unico spiraglio oggi per partecipare al prossimo Mondiale è rappresentato dai play-off, che terrorizzano i tifosi degli Azzurri. Dei 54 Paesi europei, solo 12 accederanno direttamente al Mondiale, e altri 12 dovranno passare dai play-off.

Buon lavoro a chi subentrerà a Spalletti. Un compito difficile, soprattutto se penserà di proporre i soliti nomi o di puntare su un progetto confuso. In Nazionale devono giocare i più in forma, chi ha più gamba, chi desidera davvero la maglia azzurra, non solo i “nomi da vetrina” del campionato italiano, sostenuti dai compagni stranieri.