Visti i vari comunicati e contro comunicati sulla vicenda A-CAP/Genoa, abbiamo deciso di fare un po’ di ordine, cercando di semplificare il più possibile la descrizione dei fatti, premettendo che, al momento, è possibile commentare solo cosa dicono le parti in causa, senza poter leggere gli atti processuali.

ACM, una società della galassia A-CAP, porta il Genoa davanti al Tribunale civile di Genova, impugnando la delibera di aumento del capitale del 14 dicembre 2024 in quanto illegittima per non essere stata convocata. Contemporaneamente, in via di urgenza e in attesa che il Tribunale si pronunci nel merito della vicenda, ACM chiede che sia immediatamente sospesa l’efficacia di quella delibera, impedendo quindi alla proprietà Sucu di operare.

Il giudice, lette le contestazioni del Genoa, si riserva di decidere sull’istanza cautelare in via di urgenza di ACM di sospendere la delibera e, successivamente, rigetta l’istanza di ACM, dando ragione alla proprietà Sucu.

Leggendo il comunicato del Genoa del 7 aprile 2025, si legge che tutti i soci erano stati correttamente convocati per il giorno della delibera e che ACM, non essendo socio, non poteva avere nessun diritto di impugnazione o di rivendicazione, anche di carattere risarcitorio. Addirittura, secondo il comunicato del Genoa, si legge che, in realtà, ACM o A-CAP sarebbero stati addirittura avvertiti secondo documenti agli atti del processo su cui si è pronunciato il Giudice.

Alla successiva udienza ordinaria del 20 maggio 2025, relativa quindi al merito e diversa da quella della fase cautelare, il giudice si riserva sulle istanze di acquisizione prove delle parti (tra cui figura anche 777). Venerdì 6 giugno, il giudice scioglie la riserva, ritenendo la causa matura per la decisione, senza necessità di acquisire nessuna prova. Il rinvio a febbraio 2026, visti i tempi della giustizia italiana, non è neanche così lungo, affermano gli addetti ai lavori.

Ora, A-CAP fa un comunicato poche ore dopo nel quale afferma che questo non significa che la proprietà Sucu abbia già vinto. E ciò è corretto, anche se difficilmente si può pensare che nella sentenza di merito si possa ribaltare ciò che è stato già affermato nella fase di urgenza, se è vero che ACM, quale non socio, non aveva e non avrebbe nessun diritto, neanche di impugnare e se è vero che, buon peso, pare addirittura che A-CAP fosse stata avvertita. Inoltre, se, come pare, risulta che sia stata addirittura l’Agenzia delle Entrate a suggerire l’aumento di capitale per garantire al fisco l’adempimento delle obbligazioni del Genoa di rientrare dei suoi debiti tributari, non può esserci nessuna truffa e nessuna illiceità.

L’unico dato saliente del comunicato di A-CAP appare quello che riguarda il reclamo da parte di ACM sul provvedimento di rigetto dell’istanza cautelare di sospensione in via di urgenza della delibera di aumento di capitale. Anche in questo caso, un Collegio di giudici dovrà pronunciarsi nuovamente sull’istanza di tutela in via di urgenza chiesta da ACM, per valutare se il rifiuto del primo giudice sia fondato e motivato o meno. In tal senso, i tempi di questo pronunciamento saranno relativamente immediati e non si dovrà sicuramente aspettare sino al 2026.

Quindi, ancora una volta, un collegio di giudici dovrà pronunciarsi sul fatto di impedire alla proprietà Sucu di operare nel Genoa in attesa della sentenza di merito.

A-CAP continua a sostenere che l’interesse della società Genoa – quello che può giustificare di escludere il diritto di opzione a favore dei soci nell’acquisto delle azioni nel caso di aumento di capitale – era quello di poter contare sulla solvibilità di A-CAP. Ma a prescindere da qualche problema negli USA del gruppo A-CAP di cui la stampa non solo italiana ha riferito, perché il colosso assicurativo non ha provveduto ad inviare il denaro di cui il Genoa aveva bisogno, sottoscrivendo l’aumento di capitale, così come il Giudice ha dichiarato che poteva tranquillamente fare? Sappiamo bene che a dicembre dell’anno scorso vi erano da versare all’erario le rate dell’accordo di ristrutturazione del debito. Una scadenza importante

Noi non siamo tifosi di questo o di quel gruppo. A noi interessa solo il Genoa e raccontarne le vicende sportive, quelle di campo. Quanto fatto da dicembre in poi, agendo per il bene del Genoa, ottenendo una salvezza mai patita e rinnovando adesso il contratto di Vieira ci fa capire e percepire di poter percorrere una strada sicura.

In conclusione, come si usa dire in questi casi, “mai dire mai” soprattutto senza aver letto le pieghe degli atti, ma non si può che ripetere quanto affermato sopra. Se ACM non è socio e non aveva segnalato alla società Genoa la delega a comparire in rappresentanza di qualche socio, fermo restando che sembra che A-CAP fosse stata avvertita e sapesse della voce all’ordine del giorno relativa all’aumento di capitale, che diritti poteva e potrebbe avere? La parola nuovamente ai giudici e, perché no, ai successivi comunicati.