La nostra redazione, come ogni anno, ha tracciato un bilancio della stagione, ancora da concludere, del Genoa Women. Lo ha fatto intervistando la Direttrice Marta Carissimi, che si è messa alla guida del movimento calcistico femminile rossoblù da due anni e mezzo.

Direttrice, intanto grazie per la sua disponibilità. La prima domanda è tanto semplice quanto scontata, ma fargliela è doveroso: ha ancora realizzato che il Genoa Women è in Serie A?

Siamo molto soddisfatti. Dal giorno in cui siamo stati promossi ad oggi è stato un susseguirsi di tante cose, sia in chiusura della stagione che in vista di quella successiva. Per metabolizzare completamente ci vorrà il tempo necessario. Siamo molto soddisfatti del risultato e del percorso che si è fatto per ottenerlo“.

Ad inizio 2025 aveva detto che vi sareste fatti trovare pronti in caso di promozione. Che impatto economico avrà questa promozione, non solo in uscita, ma anche in entrata?

Sarà un impatto importante, parliamo di un campionato professionistico e dal punto di vista economico ci sono regolamenti diversi. Questi portano un impatto importante sotto tutti i punti di vista, per esempio dovremo cambiare il campo perché Arenzano non rispecchia i requisiti perché la categoria è superiore. Sarà un impatto importante: siamo soddisfatti e consapevoli che è uno scalino importante. Negli anni abbiamo lavorato per essere pronti, poi non lo si è mai totalmente perché c’è un fisiologico scalino da dover fare per cui ci stiamo strutturando“.

Nel pratico cosa dovrete fare per adeguarvi?

Sono tutti contratti professionistici, quindi la segreteria sta lavorando alacremente per trasferire tutti i contratti già in essere. Operativamente cambia tutto“.

Stando a quanto si è letto, qualche settimana fa il CdA del Genoa ha già deliberato un aumento di budget per il settore femminile in vista dell’anno prossimo. Un altro bel segnale di continuità con gli anni passati… Anche alla Sciorba si sono visti tutti i dirigenti e anche mister Vieira

Di questo siamo contenti. L’impatto è importante da tutti i punti di vista, è necessario uno sforzo a tutto tondo per restare in categoria. Faremo il possibile, rispettando la linea societaria che vede al primo posto la sostenibilità economica“.

Dal punto di vista tecnico, cosa servirà inserire in rosa?

Serve ripartire dal grande spirito di appartenenza e identità che abbiamo, che abbiamo dimostrato e per il quale faccio un plauso importante alla ragazze. Poi si dovrà inserire i profili migliori e che possono inserirsi al meglio all’interno del nostro club, che rispettino le esigenze di esperienza di categoria, di caratteristiche professionali e ai nostri valori“.

Ho un’immagine di questa stagione: quel weekend in cui voi andate a San Marino e il Bologna che perde al centesimo minuto contro la Ternana. É stato il momento della stagione che le ha fatto dire “sì, la promozione possiamo coglierla”? 

Noi quel momento l’abbiamo vissuto in pullman perché avevamo giocato in anticipo a pranzo, seguivamo la partita in pullman. Ci ha fatto tornare consapevoli del fatto che fosse nuovamente tutto nelle nostre mani, mentre la settimana prima avevamo perso a Parma ed era stato l’unico momento in cui il Bologna ci aveva scavalcato. Dopo la partita tra Bologna e Ternana sapevamo che tutto sarebbe dipeso da noi e che avremmo dovuto fare il nostro percorso per raggiungere l’obiettivo“.

In molti si chiedono anche dove giocherà il Genoa Women la prossima stagione, e non soltanto perché ci saranno parametri infrastrutturali da rispettare, ma anche perché la formazione rossoblù ha ormai un seguito di tifosi nutrito e consolidato: servirà una casa più grande?

L’obiettivo è sicuramente quello di giocare a Genova, è la nostra città e la rappresentiamo. In questo momento a Genova il campo che ha i requisiti è quello della Sciorba. Ci sono tante dinamiche che non dipendono solo da noi, stiamo vagliando anche altre ipotesi. Sperando, ovviamente, che la Serie A del Genoa, visto che rappresentiamo la massima serie, possa davvero rappresentare la città nella propria città. Se non sarà possibile, cercheremo alternative al di fuori del Comune“.

Che emozione le ha fatto il tutto esaurito della Sciorba un paio di settimane fa? C’erano tante famiglie e tanta gente che non avevamo mai visto che è stata attirata dalla grande stagione che avete fatto…

Colgo l’occasione per ringraziare i tifosi. Un gruppo di affezionati ci ha seguito per tutta la stagione e anche la scorsa e sono sempre di più. Va a loro un enorme grazie. Noi cerchiamo di portare in campo questa identità e questo supporto che loro ci portano fuori dal campo. Anche per questo le ragazze cercano di dare tutto dal primo minuto al triplice fischio. La speranza e l’invito sono quelli di vedere quello che abbiamo visto all’ultima giornata sempre più spesso. Le ragazze e la città lo meritano, questo club lo merita. Cerchiamo di rappresentare al meglio la città, il club. É bello poter condividere con i tifosi, con appassionati e con le famiglie questi momenti di sport“.

Dan Sucu, che era presente alla emozionante passerella nell’intervallo di Genoa-Atalanta, che messaggio vi ha mandato dopo la promozione? E che figura è stata per voi?

Il presidente è un uomo di poche parole, ma sicuramente di fatti. Ci sono gesti che valgono più di tante parole. La soddisfazione che aveva negli occhi e gli abbracci che ci sono stati nell’intervallo di Genoa-Atalanta dimostrano la soddisfazione per quello che stiamo facendo e il supporto che ci arriva“.

Passo un attimo al resto del movimento Genoa Women, che è egualmente importante. Quest’anno avete centrato anche un altro grande obiettivo: la promozione dell’Under 19. Che valore ha per la crescita delle vostre giocatrici?

Siamo soddisfatti perché il risultato sportivo è frutto di un percorso che stiamo facendo. La nostra Primavera è molto giovane, abbiamo delle 2008, 2009 e anche qualche 2010. Questo fa capire quanto siano sotto età e questo avviene in un’ottica di percorso di crescita e sviluppo, per farle misurare in campionati più competitivi per far loro sviluppare il proprio talento. Siamo contenti del risultato e della crescita che stanno avendo tutte le leve. Se penso al percorso fatto in questi due anni, abbiamo aumentato i numeri del 40% e anche la qualità all’interno delle nostre rose. L’obiettivo è quello di continuare a farle crescere, per avere più giocatrici pronte per la prima squadra“.

In qualche odo ha già risposto al bilancio generale che volevo chiederle del settore giovanile…

Altamente soddisfacente, anche se non è ancora conclusa la stagione. Abbiamo ancora alcuni tornei con il settore giovanile. Siamo soddisfatti del percorso e partiamo da un’ottima base per affrontare la prossima stagione e proseguire in questa crescita“.

L’anno prossimo avete in mente di portare qualche novità a livello di movimento? Con mister Fossati avete già parlato?

Ci siamo dati appuntamento al termine della stagione, avremo modo di fare un bilancio e una chiacchierata la prossima settimana. Per quanto riguarda il futuro, siamo in cantiere con tante progettualità dalla prima squadra al settore giovanile. Una sfera molto ampia di aspetti. Quando li metteremo in piedi saremo più che felici di condividerli con voi“.

Pochi giorni fa ha concluso il percorso Sporting Director Programme organizzato dalla UEFA. Ha girato l’Europa in queste settimane per questo corso e in cattedra c’erano personaggi importanti: cosa le lascia questa esperienza? Come ne esce?

Arricchita. É stata un’esperienza molto importante, che mi ha permesso di confrontarmi con un contesto internazionale e con professionisti da tanti paesi. Con alcuni colleghi del settore femminile, ma la maggior parte anche di contesti élite a livello maschile: Bayer Leverkusen e il Fenerbahce, per esempio. O anche componenti di altre federazioni. É stato un confronto che mi lascia tanti stimoli, sia con i compagni di corso che con gli speaker. Abbiamo affrontato discorsi sul ruolo del direttore sportivo in un contesto di rivoluzione che si sta avendo in questi anni. Tanti stimoli, alcuni ho cercato di farli miei e portarli all’interno del mio lavoro. Oltre a tanti altri che mi consentiranno di completarmi come professionista e persona“.

Ultima domanda: il Genoa aveva un suo delegato a vedere la finale di Europa League maschile e lei era a vedere la finale di Champions League femminile, dove si è visto uno stadio pieno. Anche questa esperienza cosa le lascia? E quanto lavoro c’è da fare ancora in Italia?

Noi negli ultimi anni abbiamo corso, gli altri hanno continuato a camminare. Solo che erano partite prima, quindi continua ad esserci un divario che sicuramente nel corso degli anni si è assottigliato. Io penso che in finale ci fossero le due realtà più strutturate: l’Inghilterra con l’Arsenal e il Barcellona. Penso che queste due realtà possano essere da esempio e stimolo per capire dove si è già arrivati. Noi dobbiamo pensare che ci sono degli esempi. Non dobbiamo pensare a come potrebbe essere, ma qualcuno ce lo sta già dimostrando. Questo penso sia di grande stimolo per tutti e per farci capire quanto margine abbiamo“.


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