Culinaria al pesto sotto le Due Torri, servita da Vieira e i suoi ragazzi, contro un Bologna giustamente molto reclamizzato, dalla vittoria della Coppa Italia fino alla prima sconfitta casalinga del 2025, in una città amante di lasagne, cannelloni, tagliatelle al ragù.
Vieira, con quasi tutta la rosa a disposizione, non è stato come Amleto: “essere o non essere” con il gioco del Genoa non è stato un dilemma. Nelle ultime gare, in casa e fuori, ha mostrato la volontà di cercare un’identità, di non essere titubante contro nessuno, evitando, per assoluta necessità, di utilizzare più “Cavalli di Troia” in ruoli sbagliati pur di fare risultato.
Tanti i complimenti, giustamente, al Bologna, ma non è stato un campionato dei miracoli. Come cantava Lucio Dalla, petroniano doc, è stato un lavoro che arriva da lontano, e in particolare – più che dal prato verde – da un direttore sportivo, Sartori, che dopo aver creato l’Atalanta ha fatto il bis con il Bologna, con calciatori non sconosciuti, ma quasi.
Il Genoa ha disputato un buon campionato. Le ultime quattro gare, al di là dei risultati, hanno fatto capire che poteva essere ottimo, senza i tanti infortuni.
Vieira e il suo staff, appena arrivati al Pio Signorini, la prima cosa che avranno guardato sarà stato il calendario e le ultime quattro gare, impostando subito un calcio fatto di equilibri, concretezza, curando in particolare la fase difensiva: un programma che ha portato la salvezza con largo anticipo, evitando sofferenze al popolo genoano.
Tutto ciò non è stato recepito dalla stampa sportiva. La Rosea, nella settimana che ha preceduto la gara con i felsinei, non ha scritto neppure due righe o un titolo sul campionato del Grifone.
Vieira e lo staff, quando hanno cominciato ad avere a disposizione qualcuno degli infortunati, contro Milan, Napoli, Atalanta e Bologna, hanno fatto vedere – in casa e fuori – ripartenze e pressing: quando acceleravano i rossoblù a quarti prima, hanno ammutolito il Maradona, ieri il Dall’Ara, con creatività, fluidità, movimenti delle punte.
Avviso ai “pisquani”: non scrivete, non rilanciate nelle chattate che era un Bologna “parco” per la vittoria in Coppa Italia. Italiano non ha fatto turnover: all’appello mancavano solamente il portiere titolare, Beukema e Miranda in difesa.
Vieira, invece, ha presentato il Genoa del futuro, con De Winter che sostituiva l’infortunato Vásquez e, per la prima volta, Onana al posto di Frendrup. Ha lanciato Vitinha centravanti, autore di un altro gol e movimenti da prima punta moderna, con la conferma di Norton-Cuffy e Otoa. Solo una disattenzione in 96 minuti di gioco. 96 minuti fatti anche da Messias, una delle rare volte in stagione.
Unico neo della gara, da capire: perché il Genoa diventa Vecchio Balordo in occasione delle sostituzioni, prendendo subito gol?
Venturino, 19 anni il 22 giugno 2025, dal primo minuto si è preso la scena, non solo per le due reti realizzate con maestria, ma anche per il lavoro in fase difensiva e il cambiamento di posizione con Messias.
Venturino è una grande soddisfazione per tutto il settore giovanile genoano, per tutti gli allenatori che lo hanno cresciuto fin dall’età di 7 anni. Una grande contentezza anche per Buoncalcioatutti, che lo ha seguito negli ultimi 5 anni in tutte le Under genoane, dove ha sempre favorevolmente colpito.
Fondamentale, in questo Genoa, per tutta la stagione, è stato lo stato d’animo del gruppo. La forza di stare uniti, dentro e fuori dal campo. La prova? Al secondo gol di Vitinha ha fatto 70 metri di corsa per andare ad abbracciare Badelj. I complimenti di tutti a Sommariva, in campo negli ultimi minuti, dopo aver salvato un altro gol dei felsinei.
A fine campionato, i complimenti vanno anche al direttore sportivo Ottolini e allo scouting: con pochi euro hanno fatto godere il popolo genoano. Peccato per gli ingaggi di gennaio – Cornet, Otoa, Onana, Norton-Cuffy (arrivato nel calciomercato estivo) – che hanno subito infortuni. Altrimenti la classifica sarebbe stata ancora più ricca.
Vieira voleva la decima vittoria perché crede in questo Genoa e vorrebbe cercare di ripetere quanto fatto sotto le Due Torri, intendendo che, da quando ha smesso di giocare, ha imparato a conoscere il calcio europeo. La prova? Ndoye: lo ha plasmato da giovane al Marsiglia.
Un piccolo prontuario verrà pubblicato prossimamente sulle parole di Vieira nella conferenza stampa prima della gara con il Bologna, a proposito del futuro del Genoa. Un piccolo vademecum anche per i tifosi troppo amanti di quella vecchia pubblicità: “Noi la vogliamo calda e subito”. Vieira crede nel cammino di questo Genoa, con l’aiuto fattivo e silenzioso di tutto lo staff, della dirigenza sul campo e dietro la scrivania.