Ultima giornata di campionato e il Genoa, come nelle altre giocate dall’inizio della stagione, si è trovato un tappeto nero, non rosso, affrontando le problematiche degli avversari legate alla classifica, alle panchine a rischio o già saltate, oppure alle feste programmate in anticipo. Napoli è stato superato, adesso tocca al Bologna. 

La pressione che la Serie A comporta è nota a tutti: il recupero mentale è proprio quello più difficile per i giocatori di qualità del Grifone, che dovrebbero essere esposti a stress da prestazione per confermarsi nella prossima stagione.

A Vieira piace il calcio del Bologna. Come in tutte le altre gare, studierà gli avversari, consapevole che gli inventori nel calcio fanno fatica, e che una buona parte – pur avendo la materia prima a disposizione – funziona poco, mentre altri riescono a ottenere di più anche con risorse meno pronosticate. Piace a Vieira questo Bologna di cui, nelle conferenze stampa, non nasconde mai il desiderio di voler clonare il modello, con un calciomercato non fatto di stelle, ma nemmeno di figurine.

Probabilmente sceglierà altri calciatori per la trasferta in Emilia, cercando di sfruttare il modo di giocare di Italiano con una squadra iper-intensiva, capace di controllare lo spazio schiacciando l’avversario nella propria area, recuperando il pallone alto ma lasciando importanti buchi dal centrocampo in su.

Italiano non ha ripetuto gli errori fatti con la Fiorentina, modificando alcune spaziature e compiti dei suoi calciatori per rendere il gioco più fluido, cercando l’occupazione e il controllo di specifiche aree del campo.

Vieira e lo staff avranno studiato come sfruttare al meglio lo spazio disponibile – spesso ampio in alcune occasioni – e il posizionamento dei propri ragazzi per ottenere vantaggi tattici sempre attraverso organizzazione, equilibrio e compattezza. Nessuna ciliegina sulla festa dei felsinei da parte di Vieira e compagnia. L’esame Napoli è stato superato, adesso tocca al Bologna. 2025. La formazione, come sempre, domani alle 17 su Buoncalcioatutti.

Il Bologna è su di giri, quasi sull’autobus che li porterà in giro per la città con la Coppa Italia 2025 in mano, trofeo che mancava da più di 50 anni. Vincere la Coppa Italia, che all’inizio conta poco, alla fine rappresenta un momento di crescita, anche economica, per raggiungere l’Europa.

A Firenze, i felsinei, nell’ultima giornata di campionato, hanno perso l’occasione di rimanere legati alla speranza di andare in Champions, giocando con scioltezza e ritmi blandi: meglio sul piano del gioco, ma incassando gol in contropiede, con vere e proprie autostrade colorate di viola, e 45 metri di campo tra porta e linea difensiva, traccheggiando in eccesso.

Italiano è tornato a Firenze dopo essere stato criticato per l’ostinazione con cui ha insistito sui suoi principi di gioco anche quando le cose andavano male, perdendo all’ultimo gradino due Conference League e una Coppa Italia.

A Bologna, anche per via del diverso materiale a disposizione e della crescita di molti giocatori nel gioco di Thiago Motta, ha continuato a giocare a ritmo intenso, e rispetto a Firenze, molto di ciò che è stato creato è diventato più concreto nelle aree avversarie, trovando il gol.

Un’altra caratteristica del mister siciliano, rispetto a quanto visto a Firenze, è quella di lasciare spazio a molti giocatori. A Bologna, invece, ha scelto di giocare, se possibile, con i titolarissimi, utilizzando i cambi solo per ruolo.

Italiano ha contato molto nei successi del Bologna, ma nel calcio di alto livello sono i giocatori a fare la differenza, più della tattica. La mano del DS Sartori, nello scovarli come già accaduto all’Atalanta, ha fatto la differenza alla lunga.

Una grossa rivincita per Italiano: a Firenze era soprannominato “Talebano”, a Bologna “Maestro”, superando l’anno d’oro di Thiago Motta, la realtà più innovativa della scorsa stagione per il possesso, con il ritorno in Champions, ma con “zero tituli”. A Italiano la ciambella è riuscita con il buco, con la vittoria in Coppa Italia, pur non avendo a disposizione Calafiori, Zirkzee, Saelemaekers e Kristiansen.

La forza di Italiano è stata quella di passare dal calcio fluido e imprevedibile di Motta a uno più rigido e statico, sfruttando di meno il gioco corale, affidandosi ai punti di forza come l’uno contro uno sulle corsie laterali, la densità in zona gol con Orsolini mattatore e con Ndoye – inizialmente relegato in panchina – finito per essere protagonista assoluto anche con le reti. Il Bologna ha sfruttato il cambio in corso di gara tra Castro e Dallinga, centravanti con caratteristiche diverse.

Oltre a quelli citati, hanno fatto la differenza nell’attuale Bologna anche Holm, Cambiaghi e Miranda (squalificato contro il Genoa), ingaggiati in questa stagione.

Tatticamente, il Bologna ha iniziato a giocare con il 4-3-3, virando dopo alcune giornate di campionato sul 4-2-3-1. Contro il Genoa, è previsto un ampio turnover.

Arbitro: Monaldi, sezione di Macerata, nato a Loreto nell’agosto 1988. Esordio in Serie A: mai diretto Bologna e Genoa. Debutto in Serie B il 20 agosto 2023 in Parma-Feralpi Salò. 29 gare dirette in Serie B dopo 5 anni in CAN C. Gestisce un’attività con il padre a Porto Recanati, sposato con una giornalista Mediaset.

Le particolarità del fischietto marchigiano: in Serie C un feeling con cartellini gialli e rigori. Meno massime punizioni in Serie B, con il controllo del VAR. Primo assistente Mondin di Treviso, secondo assistente Belsanti di Bari, quarto ufficiale Massimi di Termoli. VAR Pezzuto di Lecce, AVAR Gariglio di Pinerolo.