Vedi Genoa e poi… non muori. Napoli, dovrai vincere due partite per appuntarti nuovamente lo scudetto sul petto. Auguri a Conte, ma le ultime due giornate di campionato non potranno essere alla Califano, “tutto il resto è noia”, come ha dichiarato prima della gara di ieri sera. Dopo Lecce aveva detto: “Ci credo. Bastano un pareggio e due vittorie!”
Un Genoa che ha ripetuto, ancora meglio, i 70’ giocati con il Milan. Un Napoli che ha ripetuto il secondo tempo contro il Lecce, senza però trovare la via del gol.
Vieira e il suo staff sono stati bravissimi a leggere tutte le mosse e contromosse tattiche di Conte dopo aver incassato il gol di Lukaku, frutto di una disattenzione nella presa di posizione o di una sovrapposizione difensiva. Stessa dinamica anche nel secondo gol. Sul primo, Vasquez è andato in crisi, saltato da Lukaku come Castellanos contro la Lazio; sul secondo, Frendrup, che se fosse intervenuto, avrebbe probabilmente segnato un’altra autorete, come già successo sempre contro la Lazio.
Dopo il gol di Lukaku, Vieira e il suo staff hanno messo la museruola a Raspadori e McTominay, che avevano mandato in tilt le fasi difensive avversarie nelle gare precedenti. Conte ha regalato, dopo un quarto d’ora di gioco, Lobotka al Genoa, mandato in campo “con i cerotti”, e il suo sostituto, Gilmour, non si è visto per i restanti 75 minuti.
Conte ha poi spostato Raspadori a centrocampo, nel suo dogmatico 3-5-2. Da quel momento, il Genoa ha preso in mano il pallino del gioco, esprimendo i significati emblematici della visione tattica di Vieira: difesa accanita della propria area e conquista astuta di quella avversaria. Una difesa accanita con Otoa, che ha misurato il suo fisico con quello di Lukaku; Sabelli e Ahanor sulle corsie laterali a fermare Politano e McTominay; Norton–Cuffy a immobilizzare Spinazzola, oltre al pressing alto dei mediani.
I rossoblù, in divisa nera e oro, hanno mostrato il fascino di un agonismo virile, con senso tattico ed eleganza tecnica. Messias e Vitinha si sono collegati al bomber Pinamonti, nuovamente sfortunato in trasferta. Temi sviluppati coralmente dalla squadra, confermando che il calcio è una messinscena fondata sul nerbo atletico e sull’abilità delle giocate.
Nel secondo tempo la musica non è cambiata per il Grifone, mentre il Napoli ha dirottato Lukaku nella zona di Vasquez per sfruttare il lancio lungo, trovando nuovamente un vantaggio quasi immeritato. Conte ha effettuato dei cambi per conservare il risultato, passando al 4-5-1, ma Vieira, con le sue sostituzioni, lo ha riportato sulla terra, cercando anche di colpire in fase offensiva.
È arrivato quindi il giusto pareggio di Vasquez. Il Napoli ci ha provato in tutte le maniere, ma il Grifone non ha più sbagliato nulla in fase difensiva, anche grazie all’ingresso di Bani, subito in trincea.
Peccato per i soliti moviolisti da diretta TV (Marelli), che hanno visto un tocco di braccio di Venturino dopo che il pallone era stato toccato prima col petto e poi sul braccio. Altri addirittura hanno attribuito un’autorete di Meret sul gol di Ahanor.
Dopo aver visto, nelle rassegne stampa nazionali prima della gara, tante pagine che inneggiavano alla facile vittoria azzurra, c’è curiosità oggi nel vedere se metteranno in evidenza i meriti del Genoa di Vieira, del suo staff tecnico e anche di quello atletico, considerando che la squadra ha corso quasi 100 minuti.
Bene Siegrist, e non avevo dubbi dopo averlo visto una sola volta, nell’unica sessione a porte aperte della stagione, al lavoro con Scarpi. Bene anche il coraggio di Vieira nel far giocare i giovani in una gara e in un contesto difficile. Ottime le pagelle per tutti i protagonisti genoani al “Maradona” di Napoli.
Qualcuno scrive a Buoncalcioatutti, mi ferma per strada e mi dice: “Ci siamo salvati, ma abbiamo giocato male”. La risposta è arrivata contro Milan e Napoli. E più l’infermeria si svuota, più si può vedere giocare a calcio. Dovrebbe esserci soddisfazione, dopo una settimana in cui si è parlato della forza difensiva del Napoli: 25 gol incassati in 35 gare, adesso 27, quasi il 10% in più.
Altra risposta: ormai, in questo calcio contano solo squadre compatte, un blocco di ferro, corsa, intensità, strategia tattica prima e durante la gara, orgoglio e cuore contro tutti. Con queste caratteristiche, il Genoa giocherà prossimamente la terza stagione in Serie A.
Adesso aspettiamo il risultato di Atalanta-Roma. Speriamo che Gasperini abbia la matematica certezza di andare in Champions, per vedere un’altra bella partita, dove Vieira potrebbe fare come Bearzot nel 1982, quando dichiarò prima di affrontare Argentina e Brasile: “Non temo il diluvio”.
Quante lamentele per questo finale di campionato! La Lega di Serie A non ha imposto la contemporaneità. Nessuno stupore, viste le ultime sciagurate scelte nei recenti recuperi. Genoa-Atalanta si giocherà sabato o domenica? Aspettiamo domani a mezzogiorno.