“Vedi Napoli e poi muori?“. Non la vede così Vieira. La prossima gara del Grifone, sotto il Vesuvio, arriva confortata dai 70 minuti giocati contro il Milan – con poca fortuna – e dal secondo tempo disputato dai partenopei a Lecce nell’ultima giornata di campionato.
Napoli-Genoa, per molti, è alla Totò: “Andare al funerale di un morto”. Vieira risponde con un’altra frase del Principe della risata: “Il coraggio non mi manca”. Se il Vecchio Balordo vorrà uscire indenne contro i partenopei – squadra non la più in forma del campionato, ma la più vicina al Tricolore – dovrà riproporre quanto mostrato contro il Milan lunedì sera.
Ci vorrà un gioco redditizio da parte di tutti, piacevole nelle giocate di Messias e Vitinha, nel pressing alto dei mediani, nel lavoro costante sulle corsie laterali, nell fisicità di Pinamonti e nell’organizzazione difensiva. Servirà anche tanto lavoro senza palla, in profondità, per colpire la zona fragile della difesa del Ciuccio.
Se tutto ciò accadrà sul prato del Maradona, e se il tutto non verrà vanificato da errori banali o decisioni arbitrali discutibili, Vieira potrebbe fare uno scherzetto a Conte. Tutto potrebbe dipendere anche dal risultato della sfida delle 18:30 tra Torino e Inter. I nerazzurri, soddisfatti per l’accesso alla finale di Champions, appaiono però fisicamente alle corde. Un risultato favorevole potrebbe aumentare la gioia sotto il Vesuvio e le motivazioni dei rossoblù, ora quarti in classifica.
Fra l’altro, il Grifone è storicamente temuto in Campania: anni fa, lo “scherzetto” al Ciuccio era quasi una tradizione. Il cronista, consapevole che in questo momento l’illusione è come “far passare la vita come la salsa fa passare il pesce”, guarda comunque alla realtà.
Tutto questo alla luce della massima: “La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana“. Un detto che calza a pennello per Vieira e il Genoa. Poco importa chi l’abbia pronunciato per primo: per il Vecchio Balordo potrebbe diventare maledettamente vero, tanto da far dimenticare una salvezza inaspettata viste le tante assenze. Le sconfitte a fine campionato, con salvezza già in tasca, non sarebbero una novità.
Conte vincerà lo scudetto, Ranieri potrebbe riportare la Roma in Champions, e Vieira, blindando la difesa e vincendo le gare che contavano, ha salvato il Vecchio Balordo con largo anticipo. Un’impresa riuscita anche a Gilardino lo scorso anno, ai primi di maggio. La formazione, come sempre, sarà annunciata domani alle 19:30 su Buoncalcioatutti.
Tatticamente, senza Thorsby squalificato, qualcosa potrebbe cambiare. Ma come diceva Guardiola, i numeri del modulo sono solo numeri di telefono: conta l’idea di gioco e la formazione più adatta per attuarla.
È un Napoli alla Conte. Non la più forte del campionato, ma la più brava grazie al suo tecnico, che cura ogni dettaglio: anche la punizione dal limite con cui Raspadori e lo scozzese McTominay hanno piegato il Lecce, esecuzione perfetta e furba per nascondere la partenza del pallone al portiere. Nel secondo tempo i partenopei hanno faticato: difficile capire se per motivi fisici o mentali, vista la pressione del primo posto inaspettato da mantenere.
Per molti commentatori, aver superato l’ostacolo Lecce agevola il Ciuccio, dato il calendario: Genoa e Cagliari in casa, Parma fuori. Anche Conte, a fine gara, per la prima volta ha ammesso: “Sta accadendo. Bastano due vittorie e un pareggio”. In ogni situazione tattica del Napoli si vede la sua mano. In ogni risultato si nota sudore, sacrificio, compattezza e organizzazione. Le 25 reti subite lo confermano: in Serie A vince chi ha la miglior difesa.
Contro il Lecce, senza Neres, Buongiorno e Juan Jesus, ha schierato un 4-2-3-1 flessibile, con McTominay che non dava riferimenti in ampiezza, ma era pronto a inserirsi e segnare. La difesa si trasformava in 5 con i ripiegamenti di Politano e l’invenzione di Conte: Olivera, da terzino sinistro, spostato al centro. Dopo l’infortunio a Lobotka, è entrato Biling, e il Napoli è passato a un 5-4-1 con forte intensità difensiva.
Il Ciuccio ha ragliato per la difficoltà di contenere il Lecce. Giampaolo ha guadagnato campo con i cambi e alzato il pressing, ma i salentini non hanno mai concluso da dentro l’area napoletana: Meret ha dovuto intervenire solo su tiri da fuori.
Tutto quanto visto in Salento, al di là della qualità dell’avversario, ha confermato: 25 gol subiti e 17 clean sheet. Il Napoli ha la miglior difesa d’Europa.
L’assenza dalle coppe ha spinto il Napoli verso lo scudetto. Conte ha capito subito che sarebbe stato un campionato diverso: l’Europa avrebbe fatto da spartiacque. Proprio per questo ha accettato la difficile piazza napoletana, dopo il caos della scorsa stagione, passata da scudettata a zimbello.
L’esperienza, non solo sul campo, gli ha dato ragione: ha potuto allenare come piace a lui, senza preparare tre partite a settimana. Ha ricostruito il Napoli da zero, tenendo fuori il presidente-padrone De Laurentiis e affidandosi al suo staff, con Oriali e Stellini protagonisti.
A tre giornate dalla fine, però, il problema torna a galla: sotto il Vesuvio c’è ansia che Conte lasci la barca. Per restare, vuole una rosa di 22 titolari per affrontare l’Europa e competere anche in Champions. Con il presidente cineasta questo non si è ancora visto.
Tatticamente, dopo le prime quattro giornate, Conte ha cambiato subito: da difesa a tre è passato a quella a quattro, abbandonando il 3-5-2 per mancanza di centrocampisti. Dal mercato estivo sono arrivati due scozzesi: McTominay, mezzala a tutto campo con 12 gol come Lukaku, e Gilmour, play proveniente dal Brighton, che dovrebbe sostituire l’infortunato Lobotka.
Sono 55 le reti segnate dal Napoli. Oltre ai già citati, vanno aggiunti Anguissa (6 gol), Di Lorenzo, Politano (3 a testa), altri con due o una rete, e Kvaratskhelia con 5, prima del passaggio a gennaio al PSG per 75 milioni di euro.
Contro il Genoa, l’unico in dubbio è Lobotka. Conte ha già Gilmour, il “pendolino” scozzese. Probabile che si riproponga il 4-2-3-1 variabile: Meret in porta, Di Lorenzo e Rrahmani centrali con Olivera e Spinazzola esterni, Anguissa e Gilmour a centrocampo, Politano pronto a fare il quinto in difesa, Raspadori alle spalle di Lukaku, McTominay largo a sinistra. Raspadori e lo scozzese mandano in tilt le letture tattiche avversarie.
Arbitro Piccinini di Forlì, classe 1983, esordio in Serie A nel 2017. 78 gare dirette, di cui 15 in questa stagione. Ingegnere edile, è un talismano per il Napoli: 5 gare, 5 vittorie. Per il Genoa, invece, porta male: 3 gare, 3 sconfitte, di cui 2 in questa stagione contro Lazio e Inter. Primo assistente Perrotti (Campobasso), secondo assistente Mokhtar (Lecco), quarto uomo Feliciani (Teramo), VAR Aureliano (Bologna), AVAR Gariglio (Pinerolo).
Diffidati Napoli: Olivera. Diffidati Genoa: Pinamonti.