Questa mattina la rassegna stampa proponeva anche una breve intervista di Dan Sucu al Sole 24 Ore, ripercorrendo le fasi della trattativa che lo ha portato a sottoscrivere l‘aumento di capitale da 40 milioni (per adesso sottoscritto in autonomia) che lo ha portato a diventare sia nuovo azionista di maggioranza sia nuovo presidente del Genoa.
Nel corso dell’intervista, oltre a ribadire di “non saper dire la ragione” del perché tale aumento di capitale non lo abbia sottoscritto A-Cap, che recentemente ha presentato ricorso per questa operazione al Tribunale di Genova, Dan Sucu si focalizza ancor una volta sui progetti per il Club più Antico d’Italia e non esclude, per la prima volta nero su bianco, alla possibilità di vedere coinvolti altri imprenditori romeni (sono già stati fatti i nomi dei fratelli Paval e di Florin Talpes e qui si legge: “Ci sono almeno altri 20 imprenditori rumeni che hanno la forza per investire all’estero, e non solo nello sport“).
Nell’intervista si segnala anche un Dan Sucu interessato concretamente a migliorare lo stadio Ferraris (“anche se ho già intuito come la burocrazia, ancora più che in Romania, possa rappresentare un freno per questo genere di operazioni“) e il settore giovanile, ambito di cui ha grande considerazione, anche in Romania al Rapid Bucarest. Infine, un passaggio su come gestire un club di calcio. “Chi l’ha detto che per fare calcio a certi livelli si devono perdere soldi? Noi dobbiamo perseguire l’efficienza e attraverso l’efficienza raggiungere obiettivi sportivi sempre più ambiziosi. Il mio calcio si basa su questi principi. E dalla fiducia che ripongo negli attuali dirigenti del club e in quelli sportivi che sono arrivati con me, come l’ex campione Razvan Rat. Ecco, con i tifosi prendo questo impegno: metteremo serietà e competenza a servizio del futuro del Genoa“.
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