Il Genoa parte per Udine con una rosa più profonda e di qualità con gli assenti da lungo corso che hanno nelle gambe e nei polmoni qualche minuto in più. Contro il Cagliari si sono visti spiragli sul potersela giocare in Friuli. Partita da coltello tra i denti come tutte le partite giocate in precedenza.

E, particolare non secondario, il Genoa ha dovuto fare i conti con troppi problemi contingenti di non poco conto con le assenze dei cavalli di razza, soprattutto nei cinque cambi. A Udine il Vecchio Balordo si batterà e si scuoterà e l’intelligenza calcistica dovrà contare più della fisicità degli avversari.

Vieira è intelligente come quando giocava, al debutto non ha fatto vedere di voler resettare il passato e ripartire. In quattro giorni ha studiato le caratteristiche della rosa a disposizione, non solo sul campo, ma anche attraverso filmati montati dal vecchio e confermato staff. L’obiettivo non è cambiato: la salvezza giornata dopo giornata di campionato è a portata di mano vista la classifica.

A Pegli in campo e fuori, compresi Vieira e lo staff arrivato con lui, hanno esaminato il Genoa non solo da dieci giorni, consapevoli che il Grifone ha tutto per potercela fare e quindi l’obbligo è di riuscirci gara dopo gara. Sul campo del “Signorini”, come sempre al buio a porte chiuse, difficile capire il lavoro fatto dal nuovo mister.

Ad Udine occorrerà un ulteriore passo per raggiungere il risultato. Il passo in avanti, come nel passato, dovrà essere nella fase difensiva, migliorando organizzazione, pressing e vicinanza tra le linee. Come collettivo è il più convincente e anche il più affiatato.

Il passo in avanti ai fini dei risultati dovranno farlo in fase offensiva il rientro degli assenti in termini di idee, capacità di concentrazione, movimenti senza pallone, smarcamento, qualità di gioco, possesso e ripartenza. Senza dimenticarsi che Vieira ha un jolly che conosce meglio di tutti, Balotelli, una prima punta libera da sfruttare.

Viera e il suo fidato match analyst avranno anche studiato l’avversario non solo per migliorare le proprie tattiche, ma per arginare la loro forza fisica e l’altezza sui palloni inattivi contro: su 16 reti realizzate, 6 sono da corner e calci di punizione indiretti. La strategia, lo schema, il modulo sarà variabile come visto con il Cagliari. Di base la difesa a quattro, ma in fase di possesso anche a tre, con molti uomini dentro il centrocampo avversario e altri a riempire l’area di rigore avversaria.

A Vieira – non solo lui, tutti gli allenatori – interessa non dare un esagerato valore tattico ai numeri del modulo, cercando un efficace gioco di squadra con la distribuzione dei calciatori sul campo per far spiccare le loro caratteristiche tecniche: giocare con una punta o più punte, con tre o più centrocampisti, con il libero in linea o alle spalle dei difensori non ha un significato determinante per quanto riguarda lo sviluppo e il perfezionamento difensivo o offensive di una squadra.

È il modo di muoversi della squadra quello che conta e con il rientro degli assenti LO saranno i rapporti che devono stabilirsi tra i singoli calciatori in relazione all’uomo in possesso del pallone e al conseguente comportamento degli avversari. Grifoni dimmi quello che mangi in Friuli e ti diremo chi sei con il cambio in panchina. A domani alle 11.30 per la formazione.

Strano il campionato dell’Udinese di Runjaic: nelle prime quattro giornate di campionato in testa alla classifica con 10 punti in classifica, pareggiando la prima in casa del Bologna e vincendo le altre  partite. A seguire altre due vittorie e sei sconfitte di cui tre consecutive prima del secondo e ultimo pareggio in casa dell’Empoli nell’ultima di campionato, con un solo tiro in porta. Diciassette punti in classifica non sono pochi dopo 13 giornate di campionato, frutto di 16 gol fatti e 19 subiti.

L’allenatore viennese, pescato dai Pozzo e dall’Udinese senza alcun preavviso in Polonia, dove aveva riportato il Legia Varsavia in Europa, è stata la  mossa  che ha rilanciato ad inizio campionato i friulani  dopo la salvezza raggiunta con qualche pizzico di fortuna l’anno precedente. A Runjaic, dopo le prime giornate pirotecniche di campionato dove ha giocato col 3-4-1-2, il calcio italiano ha preso le contromisure, l’ultima che aveva vinto prima dei risultati negativi è stata a Parma cambiando con il 3-5-2, modulo che ha continuato a gestire fino all’ultima di campionato nel primo tempo in casa dell’Empoli, variando nella ripresa con i cambi per passare al 4-3-1-2 e costringendo i toscani a subire la fisicità dei giganti bianconeri dell’est  dentro l’area di rigore fino  al gol su calcio d’angolo. La scelta di giocare con un pressing a uomo portato in qualsiasi zona del campo non aveva portato risultati fino al vantaggio toscano.

Dopo i complimenti, per Runjaic sono arrivate le critiche perché le zebre friulane avevano perso la cura del pallone in fase offensiva senza il 3-4-2-1, modulo che permetteva di essere più coperti nelle varie scalate in avanti essendo una squadra condizionata in fase di possesso dai trequartisti, che si smarcano dietro le linee avversarie.

Nelle sconfitte consecutive Runjaic ha mostrato organizzazione, ma con il 3-5-2 ha pagato limiti individuali – e soprattutto atletici – della squadra: l’Udinese è la squadra più fisica del campionato e la sua corporeità e materialità si è mostrata poco consona al calcio attuale, tutto impostato su velocità e ripartenze, e discontinua nell’arco della gara.

Contro il Genoa domani non avrà lo stopper Bijol (squalificato), una colonna sempre presente. L’allenatore friulano potrebbe proporre il 3-4-2-1 delle prime giornate, ma è difficile viste le assenze. Più probabile il 3-4-1-2 con Lucca vicino a Davis, il centravanti pronto a generare plusvalenze per i Pozzo. Thauvin alle spalle. Più facile l’allenatore dell’Udinese proponga il 3-5-2 delle ultime giornate con ballottaggi in difesa e a centrocampo, perlomeno questo so è visto in settimana durante gli  allenamenti prima della gara con il Genoa.

Il tecnico friulano prima di optare per la strategia tattica terrà conto delle assenze pesanti come Deulofeu, assente ancora per tanto tempo, Payero e Sanchez, ritornato in Friuli, tutta qualità in fase offensiva. In difesa per  sostituire lo squalificato Bijol, Giannetti centrale è il candidato principale. A destra il rientro del danese Kristensen dall’infortunio; a sinistra il gigante, alto più di due metri, Issak Tourè. Ballottaggio anche a centrocampo fino alla rifinitura di oggi.

Arbitro Aureliano di Bologna, avvocato sotto le due Torri emiliane, classe 1980. Figlio d’arte, il padre colonna dell’AIA emiliana, eletto per la quarta volta Presidente dell’Associazione Arbitri a Bologna. L’avvocato bolognese è favorevole al VAR tanto da fargli dichiarare: “noi lo vediamo come il nostro migliore amico“. Parla molto in campo, ma ha anche la fama del cartellino facile. In stagione ha diretto due gare in Serie A e cinque in Serie B.

L’Udinese è stata diretta nella scorsa Primavera in Udinese-Napoli (1-1), pareggio importante per la salvezza last minute. Dieci le gare nel curriculum, 4 vittorie 4 pareggi 2 sconfitte. Con il Genoa in stagione ha arbitrato in estate l’ultima amichevole di Moena e il pareggio 1-1 con l’Empoli al Ferraris il 2 dicembre 2023. Sono sei le gare dell’arbitro con il Genoa: 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Primo assistente Mokthar (Lecco), secondo assistente Ricci (Firenze), quarto uomo Scatena (Avezzano), VAR Serra (Torino), AVAR Pairetto (Nichelino). Diffidati Udinese: Giannetti, Lucca. Diffidati Genoa: De Winter,  Vasquez.