Riprende il campionato con il sabato del Villaggio. Festa per la Signora in ghingheri su una Lazio che spera sempre nel gioco di Sarri, Inter in carrozza e il Diavolo in carrozzella strapazzato dal Biscione. Alla sera un Genoa pimpante e in crescita ha messo in luce il passaggio poco riuscito dal gioco di Spalletti a quello di Garcia.

La domenica la Roma ha giocato a tennis contro l’Empoli, Lecce e Frosinone nella parte sinistra della classifica. La Fiorentina batte la Dea. Valanghe di gol, risveglio dei centravanti, 36 reti realizzate.

Al lunedì tre cornate del Toro nel paese della “mozzarella” Salernitana. Verona-Bologna un punto per muovere la classifica.

Le solite lamentele sugli arbitraggi già alla quarta giornata di campionato confermano le parole a vuoto di Rocchi, il designatore arbitrale, nelle riunioni con allenatori e capitani.  Nessuno affronta il vero problema che non è il VAR, sono le regole del gioco calcio che valgono solamente per qualcuno e non per altri, con alcuni falli fischiati e altri no. E tutto ciò si conferma sul disciplinare. Tutti in campo e miracolati i reduci che erano scappati dal ritiro della Nazionale per infortuni muscolari.

Juventus-Lazio 3 a 1. Allegri ha trovato la coppia dei sogni Vlahovic-Chiesa: per il primo doppietta e per il secondo tre reti in cinque gare. Signora lanciata verso un altro campionato e senza Europa darà fastidio. Le riserve sono Milik e Kean. Sarri ha solo Luis Alberto e in cinque giornate non ha ancora trovato l’erede di Milinkovic-Savic. Piangono Sarri e Lotito per un presunto errore arbitrale valutato bene non con la tecnologia del VAR, che non poteva controllare, ma con l’esperienza di Irrati che ha confermato all’assistente  che il pallone non fosse uscito del tutto dalla linea laterale sul primo gol di Vlahovic.

Inter-Milan 5 a 1. Una superiorità schiacciante di Inzaghi su Pioli. Solo un acuto quello di Leao sul gol. Netto il predominio interista, il Milan ai box anche per le assenze in difesa di Tomori e Kalulu. I loro sostituti non hanno visto il pallone come il centrocampo al gran completo. La differenza è stata fatta dal ritmo interista contro il palleggio dei milanisti. Inter a punteggio pieno. Sbalorditive le giustificazioni di Pioli a fine gara.

Cagliari-Udinese 0 a 0. Nel caldo afoso africano, impossibile giocare alle 12,30. Maggior possesso pallone friulano, migliori occasioni da gol sarde che hanno colpito un palo. Alla fine Ranieri salvato dal portiere.

Frosinone-Sassuolo 4 a 2. Parte bene Eusebio Di Francesco sulla panchina dei ciociari: sette punti nelle prime quattro gare. Ribaltano il Sassuolo in vantaggio per 2 a 0 con quattro reti. Sassol tra alti e bassi che preoccupano (e troppo Berardi dipendente).

Monza-Lecce 1 a 1. Per i salentini il pareggio è tutta colpa del direttore di gara Marinelli che ha estratto il rosso diretto a Baschirotto. Ci può stare, anche se prende prima il pallone in scivolata con il deretano per terra, dopo anche la caviglia dell’avversario. È il regolamento alla Regola 12 che parla di “vigoria sproporzionata”, quella che mette in pericolo l’incolumità dell’avversario. Il regolamento non specifica se viene preso prima il pallone. L’arbitro Maresciallo sconfessa anche il VAR in mano a Serra. D’Aversa è contento al quarto turno d’imbattibilità. Palladino spreca gol in vantaggio numerico, il Lecce ringrazia il portiere Falcone autore di tre interventi salva pareggio in inferiorità numerica.

Fiorentina-Atalanta 3 a 2. Gasperini manda in tilt il gioco di Italiano per una buona mezz’ora, dopo gli errori difensivi sul primo e terzo gol dei padroni dicasi permettono al tecnico viola di vincere una partita ostica. Imbufalito Gasp per le ingenuità difensive. Vittoria meritata dei toscani per forza e volontà, la Dea deve interrogarsi sulle due trasferte perse.

Roma-Empoli 7 a 0. Fu vera gloria per Dybala e Lukaku al debutto? Empoli, da dimenticare la prestazione difensiva dei due centrali. Primo successo in campionato per la Lupa, sotto il Cupolone sperano di aver trovato i due nuovi Re di Roma.

Salernitana-Torino 0 a 3. Partita mai in discussione per i ragazzi di Juric, servito sopra un piatto d’argento il primo gol sblocca risultato dai campani  con Buongiorno libero di fare gol di testa. Juric, all’interno di una gara in discesa negli spazi, si mostra contento e non prende gol da tre gare dove ha fatto 7 punti su 12 in classifica. Zapata playmaker avanzato che lancia Radonjic, il quale confeziona gol a giro e diventa autore di una doppietta (ma altri due gol li ha mancati dentro l’area avversaria). Salernitana ancora a secco di vittorie, 2 punti in classifica e la panchina di Sosa traballa. Assenze importanti tra i salernitani, ma passo indietro sul piano del carattere e della grinta con troppi errori difensivi e un attacco inconsistente.

Verona-Bologna 0 a 0. Si sono guardate per più di 90’ minuti senza mai dimenticarsi dell’equilibrio, che non si è spezzato neanche con i cambi. Il punto ha accontentato tutti: gli scaligeri in zona Europa a 7 punti, i felsinei a quota 5 superano Genoa, Roma e Monza.

Genoa-Napoli 2 a 2. C’è stata solo delusione per il risultato, il Genoa non vince ma piace,  più applausi che delusione da parte del suo Popolo sempre entusiasta prima durante e dopo la gara. La squadra ha convinto quanto basta,  ha mostrato di avere un futuro. Grifone che ha difeso correndo e imponendo alla prima della classe i propri ritmi e la propria personalità. Bravo Gilardino conoscendo le qualità del Napoli. Bravo a non farli scatenare in velocità sulle corsie laterali, aggredendoli subito e cercando di restare a livello tattico compatti e uniti, concedendo poco o nulla. Garcia ha sfiorato la seconda sconfitta consecutiva in campionato salvato nell’ultimo quarto d’ora dopo essere stato in balìa del Genoa per 70 minuti, attento nella sua metà campo e pronto ad accelerare in avanti. Solo i giornali e i media napoletani chiedono il rigore di Dragusin su Osimhen e il fallo per spinta a gioco fermo per la leggera spinta di De Winter su Anguissa.

Ciononostante, Genoa, allenatore e giocatori sempre sul filo di giudizi e pressioni. L’ultimo è Martinez. Curiosità: in quanti lo hanno giudicato sono mai stati sotto una traversa alta 2,44 metri e larga 7,32 metri? Prendere due gol all’altezza del corpo sul primo palo sarebbe un errore, prenderli per due sciabolate all’incrocio dei pali meno,  a meno che  non ci sia un “tiremmolla” che faccia un miracolo. È vecchio il ritornello: bisogna fare analisi sul totale dei minuti di gara e non solo sugli episodi.