Mancano  due  giorni e sarà trascorso un mese di calciomercato ufficiale. Poco all’orizzonte, nomi nuovi sono arrivati ma danno l’impressione di essere “invasioni barbariche”.

Alla riapertura delle frontiere nel 1980/1981 c’erano 11 stranieri, oggi sono più del doppio degli italiani presenti nelle rose dei club escludendo i giovani che fanno numero nella lista dei 25. E rispetto al passato non costano neanche poco, agevolano solo gli affari delle società, di procuratori e di agenti, e non servono più per essere un richiamo esotico.

Buoncalcioatutti a fine del calciomercato cercherà di fare una viaggio, cercando di presentare i “nuovi mostri”, e sull’esterofilia che soffoca il calcio italiano per cercare di scoprire se saranno campioni o meteore, anche se il livellamento verso il basso potrebbe farli scoprire fuoriclasse. Giocare nel campionato italiano, una volta, era difficoltoso. Era difficile giocarvi anche per grandi campioni affermati .

Seguendo da tempo le attività del settore giovanile del Genoa nelle partite con altre squadre abbiamo visto ragazzi forti che all’inizio della stagione  avranno poche chance per emergere e quando mancheranno la prima partita avranno poche opportunità di sbagliare e ripartire.

La battaglia di Bosman con la sua campagna legale, vinta, per trasferirsi dal Belgio in Francia equiparò i calciatori agli altri lavoratori concedendo a quelli comunitari di muoversi liberamente nell’Unione Europea. Ebbe effetti devastanti scompaginando e ridefinendo l’architettura del calcio europeo.

I campionati europei italiani e quelli della Premier League in particolare (chiamarli tornei nazionali è assai limitativo) sono a pieno diritto competizioni internazionali, viste le rose che calcano i campi.

Ormai gli stranieri nel campionato hanno preso il sopravvento sui giocatori autoctoni. Le lacrime di coccodrillo ogni volta che non si partecipa al Mondiale sono false da parte della FIGC considerato che le riforme sono e continuano sempre a rimanere  al palo.

In questo momento tutte le cifre e i titoli che girano ci sono movimenti che le società italiane cercheranno di portare in porto a costo zero, sfruttando scadenze di contratto e vorticosi scambi di giocatori.

Sul calciomercato incombe un’altra difficoltà con la stretta sui prestiti dei giocatori. La durata del prestito non potrà essere superiore all’anno, due società non potranno avere più di tre rapporti di questo tipo e a regime, non si potranno né avere né prestare più di sei calciatori.

L’Arabia intanto continua e l’ultima irrinunciabile follia è per Verratti, il primo italiano a trasferirsi nel deserto con un triennale di ingaggio da 156 milioni. A 30 anni la vita calcistica del centrocampista della nazionale può arrivare alla svolta definitiva e Mancini farà fatica a convocarlo considerato che in Arabia il pallone viaggia ad altro ritmo e tanto con il palleggio, col nuovo tiki taka del deserto che porterà giocatori sui campi dai piedi buoni. Triste la storia per il calcio italiano, non tantoper Verratti, lanciato da Zeman in Serie B e che main ha giocato in Serie A.

Gli allenatori delle squadre di Serie A, in tutto questo scenario, non sono tranquilli perché non hanno le rose almeno all’80% per lavorare sul campionato per le prime due giornate di campionato.

Nel passato i saldi finali del calciomercato servivano per immettere qualità nelle squadre, prossimamente serviranno per metterle in piedi. Il miracolo calcistico dovrà avvenire durante la sosta per le nazionali di settembre, quando si capirà se saranno calciatori all’altezza: in quel caso non ci saranno perché convocati.

La tranquillità degli allenatori deriverà anche dal constatare quanti altri colleghi, tanti e importanti, sono sulla riva del fiume ad aspettare la non pazienza delle società ai primi risultati negativi. Risultati che in toto non potranno essere addebitati ai tecnici che hanno fatto la preparazione monca.

Nel calcio italiano sono rimasti solo due padroni: Lotito della Lazio e De Laurentis del Napoli. Vogliono combattere i fondi, le holding, i petrolieri, gli americani facendo i direttori sportivi, i manager e ingaggiando calciatori.

A questo punto sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto il lavoro del Direttore sportivo e quello dello scouting che fino a Maggio hanno girato l’Italia e l’Europa alla ricerca di calciatori e dopo non vengono manco calcolati durante il calciomercato?  E questo non solo da parte dei due Presidenti dei club del Centro-Sud.

La FIGC ha aperto le porte ai calciatori della Premier, la Brexit è dimenticata. Le società italiane cercheranno di fare mercato in Inghilterra? In tal caso non dovranno dimenticarsi degli ingaggi percepiti grazie ai diritti televisivi  che in Italia mancano. Per scommettere sui calciatori che hanno giocato in Premier quindi bisogna pagar loro l’ingaggio come minimo.

La Lega Serie A in crisi, le somme di Sky, Dazn, Mediaset non hanno aumentato gli euro per il prossimo triennio dal 2024/2025. La Lega ha dato tempo fino al prossimo autunno per cercare una soluzione. La FIGC non se ne rende conto, ma non fare le riforme significherà che il prossimo campionato continuerà a non essere il più bello del mondo.

Per adesso faranno una radio, un copia incolla di Radio Sportiva dalle 7 del mattino alle 11 di sera parlando di calcio, probabilmente non accorgendosi che le persone potrebbero essere stufe del campionato di Serie A e saranno davanti ai televisori a seguire le partite degli altri campionati maggiori.

In tutto questo scenario, il calciomercato del Genoa avanti silenzio per cercare di risalire la classifica di Serie A e provare a fare un mercato di preferenze e di esigenze.

Si sta cercando di recuperare qualità e quantità nel cuore del gioco e quindi competitività scegliendo uomini utili alla causa. L’ingaggio di Retegui deve portare per forza in quella direzione. L’argentino visto nelle gare con la Nazionale ha fatto vedere molte delle sue credenziali e potenzialità ma non bisogna dimenticarsi che il suo lavoro era supportato dalle incursioni da dietro di Barella, Pellegrini e Frattesi pronti a riempire l’area di rigore.

Nel calcio moderno contano i grandi e buoni calciatori in grado di fare la differenza, ma conta molto la qualità della rosa a disposizione degli allenatori che possono far sviluppare un gioco: veloce tecnico e intenso al di là dei numeri di modulo.

Zanoli incomincia ad essere una favola. Da Verona la notizia che Faraoni non vuole più trasferirsi sotto il Vesuvio: preferisce non solo stare vicino alla sua famiglia, ma è anche stufo del tira e molla di De Laurentis dopo averlo bloccato ai primi di luglio. Per sbloccarlo dovranno essere gli euro a fare la differenza?   

A Pegli si lavora con idee chiare per sistemare tutti i tasselli, in entrata e in uscita, senza mai dimenticarsi dell’equilibrio di conti.

Con l’arrivo di Retegui, probabilmente l’operazione più prolifica di questo calciomercato e delle cui cifre ha dato ufficialità nella notte il Tigre, come riportato qui su Buoncalcioatutti, il Vecchio Balordo ha fatto 30. In questi giorni farà 31 con l’ingaggio di calciatori che servono a Gilardino.